Freire accusa: il doping allontana il pubblico dal ciclismo
| 20/09/2005 | 00:00 ''Il pubblico se ne sta andando dal ciclismo. E la cosa peggiore e' l'immagine che resta attaccata al ciclista: prima del caso Festina al Tour 1998 eravamo degli eroi, adesso no. Si', il doping fa perdere la passione per questo sport''. Parole pesanti quelle di Oscar Freire, tre volte campione del Mondo che non potra' difendere il titolo nella 'sua' Spagna per infortunio. Il campione cantabro mette il dito dentro una piaga devastante in una lunga intervista al quotidiano sportivo AS e insiste sulla sua tesi: ''Anche il caso Armstrong-L'Equipe e' una vergogna. E per tre motivi. Perche' L'Equipe non ha parlato a luglio, quando aveva gia' la notizia, perche' voleva proteggere la sua corsa, il Tour? Non e' giusto accusare nessuno se non si e' in grado di fare delle controanalisi e senza dargli la possibilita' di difendersi. Terzo: noi ciclisti non ci sottoponiamo a dei prelievi sanguigni per farli congelare e analizzare anni dopo...''. Freire alza una barriera protettiva e cerca quindi di difendere il ciclismo e l'ambiente: ''Il problema e' l'informazione: meno si parla di doping meglio e'. Perche' istiga al doping, sul serio... - ha detto il tricampione spagnolo -. Se uno e' trovato positivo, lo sospendi senza fare troppa pubblicita'. Sono un fautore del lavare i panni sporchi in famiglia''. Ma Oscar Freire ha poi parlato del Mondiale che si correra' domenica sul circuito cittadino di Madrid: ''Mi dispiace non esserci, sarei stato tra i favoriti anche se mi sarebbe piaciuto un po' piu' duro. Per gli spagnoli vedo poche possibilita': grandi favoriti sono Petacchi e McEwen, con l'inserimento di Van Heeswjik. Ma la corsa la faranno gli italiani che terranno chiuso ogni tentativo per poi arrivare in volata'', ha concluso Oscar Freire.
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