DOPING. Ricchi con gli atleti dopati

| 21/09/2011 | 10:21
Aveva una giacca elegante, il volto pallido e nella borsa le banconote ancora fasciate di una banca di Locarno. I finanzieri l'hanno trovato così al valico svizzero di Monte Olimpino. Non uno spallone, né un tycoon della finanza. No, un campione dello sport e di uno sport considerato povero: il ciclismo. È successo che gli inquirenti, dopo aver notato uno strano andirivieni dal Canton Ticino, lo stessero monitorando. Come hanno monitorato un altro atleta mentre eseguiva un anomalo prelievo di contante da uno sportello di Chiasso, appena al di là del confine; e un altro ancora, questo medico sportivo, intercettato dagli agenti delle Dogane Svizzere all'uscita da un istituto di credito di Sankt Moritz con un sacchetto, scrivono, pieno di soldi.
Tre esempi. Ma sono decine i fatti e i nomi finiti in un fascicolo tenuto molto riservato dagli inquirenti italiani e del quale si scopre oggi la consistenza, dopo la risposta della Svizzera a una rogatoria avviata dall'Italia. Una trentina gli indagati fra ciclisti, procuratori sportivi, medici, avvocati, faccendieri e pure dei funzionari di banca, uno in particolare, della Bsi di Locarno. Per la prima volta vengono coinvolti gli istituti di credito. Pesanti le accuse: riciclaggio (in associazione un funzionario di banca di Locarno, un procuratore e un faccendiere), truffa, frode fiscale e doping.
L'inchiesta, aperta dalla procura di Padova e condotta sul campo dalla Guardia di Finanza della città veneta insieme ai Nas di Brescia e Firenze e alle autorità elvetiche, per la prima volta ipotizza il riciclaggio di denaro illecito frutto di prestazioni sportive. Per il pm Benedetto Roberti esiste un'associazione a delinquere, attiva fra Italia Montecarlo e Svizzera, che nella sostanza crea campioni usando il doping, per poi spartirsi i proventi delle vittorie versandone una buona parte nei depositi anonimi delle banche. Come se tutti, procuratori medici manager e pure avvocati, lavorassero per trasformare il ciclista in una sorta di macchina da soldi. Una macchina capace di generare decine di milioni di euro all'anno. «Poiché l'ingaggio economico aumenta con l'aumentare di vittorie e piazzamenti — si legge nei documenti italiani mandati in Svizzera — il ricorso illegale all'uso di sostanze dopanti diventa il mezzo più facile per il raggiungimento dei punteggi necessari all'atleta e alle squadre di fascia alta (Pro Tour e Professional) e i conseguenti robusti ingaggi. Questo percorso illecito è un risultato economicamente molto vantaggioso sia per l'atleta, sia per il medico che così può aumentare la propria parcella, sia per il procuratore sportivo che è pagato in percentuale sull'ingaggio, oltre al collegio di difesa, cioè gli avvocati».
Per alcuni indagati il doping non è stato però provato e in questi casi l'accusa si limita al 648 ter del codice penale: impiego di denaro proveniente dalla frode fiscale, cioè somme nascoste all'Erario attraverso società anonime. Abbastanza comunque per indurre il magistrato a disporre il sequestro di una decina di milioni. Fra i ciclisti finiti sotto inchiesta ci sono nomi illustri. A partire dal russo Denis Menchov, vincitore di due Vuelta di Spagna e di un Giro d'Italia, quello del centenario. A Menchov sono già stati bloccati 2,4 milioni, in soldi e titoli. Sul suo conto è in corso una rogatoria con la Spagna per far luce sull'apertura di vari conti di deposito. «Una pratica resa possibile — scrivono — grazie al metodo della valigia che consente a molti ciclisti, in virtù dei frequenti spostamenti garantiti dalla disciplina praticata, di muovere capitali occulti all'interno di valigie nascoste nei mezzi di trasporto usati anche in occasione delle gare ciclistiche». Fra gli italiani c'è Michele Scarponi, l'aquila di Filottrano, secondo all'ultimo Giro d'Italia e primo degli italiani dietro lo spagnolo Alberto Contador.
Nell'indagine è finito pure Lance Armstrong, il texano delle sette vittorie al Tour de France, più di tutti, di Merckx, di Indurain, di Hinault. Per i francesi, le Roi Americain.
Armstrong non è indagato in Italia per il semplice fatto che la sua società ciclistica ha sede negli Stati Uniti, ad Austin. Le autorità di Los Angeles hanno fatto comunque pervenire all'Italia una rogatoria chiedendo lumi sul suo conto, dopo che l'Fbi aveva incontrato gli investigatori padovani in Francia per un primo scambio d'informazioni. Dall'indagine sono emersi i suoi pagamenti a una società di Neuchatel (Svizzera), la Health & performance. Società anonima ora in liquidazione dietro la quale, sempre secondo gli inquirenti, si nasconde il medico sportivo Michele Ferrari, «inibito a vita dalla federazione Ciclistica Italiana alla frequentazione di atleti e di impianti sportivi». La ragione dell'inibizione? In passato avrebbe «somministrato e venduto sostanze dopanti a vari atleti per garantire loro migliori prestazioni atletiche», ricordano aggiungendo che «la pena del ciclista che frequenta Ferrari in Italia e all'estero è la squalifica». Alcune telefonate, effettuate prima del suo ultimo Tour, testimonierebbero poi i rapporti diretti di Armstrong con il figlio di Ferrari, figlio cioè di «Number One» come lo chiama il texano, il quale lavorerebbe per conto del padre. «Ferrari ha posto in essere una serie di stratagemmi, come reti informatiche all'estero, l'utilizzo di cellulari stranieri, incontri in luoghi inusuali, che gli consentono di seguire i ciclisti». Come studio medico si è inventato un camper con il quale si sposta da una montagna all'altra, da un Paese all'altro. L'hanno intercettato ovunque: sulle colline dell'Appennino tosco-emiliano, vicino a Sankt Moritz, sui colli Euganei. I ciclisti lo chiamano, lo raggiungono, lo ascoltano. È il loro punto di riferimento. Lo è per Vladimir Gusev, già campione russo della cronometro, e per il suo connazionale Vladimir Karpets, oltre a vari italiani.
Regista dell'associazione un procuratore sportivo: Raimondo Scimone, il quale avrebbe messo in contatto atleti, sponsor, team, società di sfruttamento dell'immagine e banche. Per quanto riguarda Armstrong, la palla passa ora agli Stati Uniti dove gli investigatori devono decidere cosa fare del loro campione. Oltreoceano tutto ruota attorno a contratti assicurativi che pretendono la moralità dell'atleta. Le Roi Americain è ancora un esempio ma il suo trono, un pochino, scricchiola.

da Il Corriere della Sera del 21 settembre a firma Andrea Pasqualetto
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COMMENTI
IL mio commento?....
21 settembre 2011 10:57 magico47
Perchè non tagliamo la testa a tutti questi farabutti?

Loriano Gragnoli DCI

solito fango gratuito sul ciclismo
21 settembre 2011 11:09 ciceinge
Grande articolo di fondo tutto fumo e niente arrosto,evidentemente qualche lobby
di trafficoni occulti altolocati hanno interessi nascosti nel gettare fango gratuito sul ciclismo guarda caso proprio in concomitanza con i mondiali e nello stesso giorno della notizia di piena assoluzione di indagati a ns spese per stessi motivi da tre anni e dalla stessa procura

Forza fan dello "scienziato", fatevi avanti!
21 settembre 2011 11:47 Bartoli64
Chiedo ai tanti ebeti che - anche di recente - hanno invocato la figura del noto medico che compare nel sovrastante articolo (pubblicato su un grande quotidiano che si chiama “Corriere della Sera), di fare un esamino verso la propria coscienza (ed anche al loro cervello).

Come se non fossero bastati i passati provvedimenti (anche penali) inflitti al medico in questione, più di qualche blogger di questo sito ne aveva addirittura invocato la partecipazione a Tuttobici.web, peraltro lusingandone la figura di scienziato(?)

Oggi, però, questo articolo ci fa chiaramente comprendere come certe “attività” (mooolto remunerative) siano ancora ben lungi dall’essere scomparse, cosi come NON è affatto scomparso il doping dal ciclismo.

Un mio amico, persona piuttosto esperta in questo tipo di tematiche, diceva: “per farti la roba buona ci vuole il dollaro”, e quello che scrive oggi il Corsera sembra confermarlo in pieno, con tutti i “giri di valuta” che ne emergono e che sembrano essere parte integrante delle trasferte di molti ciclisti di grido.

Bartoli64

P.S. vogliamo scommettere che questo grande “scienziato” ora si guarderà bene dall’inviare una delle sue solite, quanto patetiche, lettere di chiarimento?

Ri-P.S. ovviamente, c’è già chi parla di non meglio identificate “lobby” che avrebbero interessi ad affossare il ciclismo (forse perché fa concorrenza al calcio? Non mi pare.), del solito “fango” gettato sempre sul povero ciclismo in concomitanza del solito evento-clou, ma senza considerare che un giornalista non scrive di “tutto fumo e niente arrosto” senza avere prima le sue belle “pezze di appoggio” (leggasi prove concrete).

Bene, continuiamo così! D’altronde lo dico da sempre come nel ciclismo ci sia ancora una larghissima fetta di praticanti e pseudo-appassionati del tutto connivente con il doping e i suoi turpi traffici…… e poi ci si meraviglia pure se - con cadenza pressoché mensile - si finisce sempre sui giornali.

Comunque grazie a Ferrari
21 settembre 2011 12:28 trifase
Grazie a Ferrari. E' stato comunque il piu' meritevole nello sport degli ultimi 30 anni. Senza di lui tanti dirigenti e tanti tifosi che scrivono qua non ci sarebbero.
Il merito dell'esposione (sopratutto nel ciclismo, ma non solo) dello sport Italiano negli anni '90 e inizio 2000 sono soprattutto suoi.

Ancora Scarponi!
21 settembre 2011 13:16 dotto
Trovo davvero incredibile che in ogni nuova inchiesta sul doping salti sempre fuori il nome di Michele Scarponi. Sono sicuro che il bravo atleta marchigiano saprà dimostrare la sua innocenza.

eh scarponi.........!
21 settembre 2011 13:26 53x13
....ahh haha la mattina da ferrari in svizzera e la sera al centro mapei a fare i test !! gia' un certo ricco' usava la stessa metodologia......pagliaccio !

POVERI INGENUI
21 settembre 2011 13:54 ewiwa
Tutti quelli che scrivono su questo blog scemenze sul ciclismo pulito dovrebbero sparire e non scrivere più ovvero iniziare ogni loro intervento con la parola "scusate"!!!!! e dopo chiedere un milione di scuse a Riccò che come vedete non è il male del ciclismo è solo un gran campione ma un po' fessacchiotto e che una federazione prona non ha saputo difendere e poi ci meravigliamo che noi italiani non vinciamo più e ti credo gli altri con la Ferrari sottop il c...o e noi con la biciclettina .Non parliamo poi della Vuelta di quest'anno che grida vendetta.....ed in molti nonostante tutto continuano a credere alla befana.Non dimenticate che l'UCI ha preso centomila dollari da Armstrong per la lotta al doping....intanto frequentava certi medici......ma che ridere!!!!

FUORI GLI ALTRI NOMI E COGNOMI
21 settembre 2011 15:28 Paolo53
Dell'aquilotto di Filottrano lo sapevamo già....ma adesso fuori anche tutti gli atri Nomi e Cognomi.

Ignoranza e squallore IMPERANTI!
21 settembre 2011 16:24 Bartoli64
“Scemenze di ciclismo pulito”.

“Riccò grande campione”.

“Piena assoluzione per indagati a nostre spese”.

“Gli altri vanno con la Ferrari sotto il c**o e noi andiamo con la biciclettina”.

“Grazie Ferrari. E’ stato il più meritevole nello sport negli ultimi 30 anni”.

Questo è il livello culturale palesato da tanti “tifosi” allorquando si tratta di esprimere un loro parere al riguardo del problema o di una vicenda di doping.

Il problema per questa gente, evidentemente, è che non si vince più come prima.
Eeehhh, capisco, è un bel problema della vita questo!

Mamma mia, quanta ignoranza e quanto squallore fra la gente che segue il ciclismo......

Ma dove potrà mai andare questo sport se questa è la filosofia (dell’imbroglio e dell’ipocrisia) che seguono e approvano i loro appassionati?

Ma si, dai! Facciamolo diventare uno sport da baraccone! Una sorta di wrestling a pedali dove un pubblico di beoti sarà pronto ad esaltarsi per le imprese (finte e dopate) dei loro beniamini in braghini e magliette tutte colorate......

Bartoli64

Comunque
21 settembre 2011 23:30 Monti1970
Con tutti i controlli che ci sono,il ciclismo è lo sport più pulito di tutti

Se son rose ...
22 settembre 2011 00:54 cyrano
Spero vivamente che l’inchiesta del dott. Roberti possa portare a punire i colpevoli di tutti i reati.
Purtroppo, ho l’impressione che sappiamo poco di tutta la storia, tanto da doverla infarcire di chiacchiere per renderla interessante.
Io a differenza di Andrea Pasqualetto ho il grave difetto della concretezza, e per capire quali sono le notizie nel suo articolo ho dovuto provvedere ad estrapolarle dalla pur gradevole trama romanzesca.

Di seguito l’articolo completo con la mia umile traduzione in carattere maiuscolo per facilitare la lettura.
Mi sono permesso cinque osservazioni che ho riportato tra parentesi ().

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Aveva una giacca elegante, il volto pallido e nella borsa le banconote ancora fasciate di una banca di Locarno. I finanzieri l'hanno trovato così al valico svizzero di Monte Olimpino. Non uno spallone, né un tycoon della finanza. No, un campione dello sport e di uno sport considerato povero: il ciclismo. È successo che gli inquirenti, dopo aver notato uno strano andirivieni dal Canton Ticino, lo stessero monitorando.

UN CICLISTA È STATO FERMATO DALLA FINANZA AL VALICO DI MONTE OLIMPINO. I FINANZIERI, CHE SEGUIVANO I SUOI MOVIMENTI LO HANNO TROVATO IN POSSESSO DI BANCONOTE PRELEVATE IN UNA BANCA DI LOCARNO.
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Come hanno monitorato un altro atleta mentre eseguiva un anomalo prelievo di contante da uno sportello di Chiasso, appena al di là del confine; e un altro ancora, questo medico sportivo, intercettato dagli agenti delle Dogane Svizzere all'uscita da un istituto di credito di Sankt Moritz con un sacchetto, scrivono, pieno di soldi.

LA GUARDIA DI FINANZA HA SEGUITO I MOVIMENTI DI UN ALTRO ATLETA ACCERTANDO UN PRELIEVO ANOMALO (CHE SIGNIFICA?) DA UNA BANCA DI CHIASSO. UN MEDICO SPORTIVO È STATO FERMATO DALLE DOGANE SVIZZERE CON UN SACCHETTO DI SOLDI, ALL’USCITA DI UNA BANCA DI SAINT MORITZ.
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Tre esempi. Ma sono decine i fatti e i nomi finiti in un fascicolo tenuto molto riservato dagli inquirenti italiani e del quale si scopre oggi la consistenza, dopo la risposta della Svizzera a una rogatoria avviata dall'Italia. Una trentina gli indagati fra ciclisti, procuratori sportivi, medici, avvocati, faccendieri e pure dei funzionari di banca, uno in particolare, della Bsi di Locarno. Per la prima volta vengono coinvolti gli istituti di credito. Pesanti le accuse: riciclaggio (in associazione un funzionario di banca di Locarno, un procuratore e un faccendiere), truffa, frode fiscale e doping.

C’È UN FASCICOLO, MOLTO RISERVATO (PER FORTUNA !!) IN CUI RISULTANO INDAGATI UNA TRENTINA TRA CICLISTI, PROCURATORI, MEDICI, AVVOCATI E FUNZIONARIO DI BANCA IN CUI SONO IPOTIZZATI I REATI DI: RICICLAGGIO, TRUFFA, FRODE FISCALE E DOPING. IL FASCICOLO COMPRENDE LA RISPOSTA DALLA SVIZZERA AD UNA RICHIESTA DI ROGATORIA.
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L'inchiesta, aperta dalla procura di Padova e condotta sul campo dalla Guardia di Finanza della città veneta insieme ai Nas di Brescia e Firenze e alle autorità elvetiche, per la prima volta ipotizza il riciclaggio di denaro illecito frutto di prestazioni sportive.

L’INCHIESTA È STATA APERTA DALLA PROCURA DI PADOVA.
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Per il pm Benedetto Roberti esiste un'associazione a delinquere, attiva fra Italia Montecarlo e Svizzera, che nella sostanza crea campioni usando il doping, per poi spartirsi i proventi delle vittorie versandone una buona parte nei depositi anonimi delle banche. Come se tutti, procuratori medici manager e pure avvocati, lavorassero per trasformare il ciclista in una sorta di macchina da soldi. Una macchina capace di generare decine di milioni di euro all'anno. «Poiché l'ingaggio economico aumenta con l'aumentare di vittorie e piazzamenti — si legge nei documenti italiani mandati in Svizzera — il ricorso illegale all'uso di sostanze dopanti diventa il mezzo più facile per il raggiungimento dei punteggi necessari all'atleta e alle squadre di fascia alta (Pro Tour e Professional) e i conseguenti robusti ingaggi. Questo percorso illecito è un risultato economicamente molto vantaggioso sia per l'atleta, sia per il medico che così può aumentare la propria parcella, sia per il procuratore sportivo che è pagato in percentuale sull'ingaggio, oltre al collegio di difesa, cioè gli avvocati».

PER IL PM BENEDETTO ROBERTI ESISTE UNA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE INTERNAZIONALE CHE AUMENTA I GUADAGNI DEI CICLISTI CON PRATICHE DOPANTI E POI ESPORTA ILLEGALMENTE I GUADAGNI DEI SUDDETTI CICLISTI (STRANO CHE IL REATO ASSOCIATIVO NON RISULTI TRA QUELLI ELENCATI IN PRECEDENZA ).
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Per alcuni indagati il doping non è stato però provato e in questi casi l'accusa si limita al 648 ter del codice penale: impiego di denaro proveniente dalla frode fiscale, cioè somme nascoste all'Erario attraverso società anonime.

AD ALCUNI DEGLI INDAGATI È CONTESTATO IL SOLO REATO DI FRODE FISCALE. (I REATI NEL NOSTRO ORDINAMENTO SONO “PROVATI” DOPO LA SENTENZA DEFINITIVA)
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Abbastanza comunque per indurre il magistrato a disporre il sequestro di una decina di milioni. Fra i ciclisti finiti sotto inchiesta ci sono nomi illustri.
A partire dal russo Denis Menchov, vincitore di due Vuelta di Spagna e di un Giro d'Italia, quello del centenario. A Menchov sono già stati bloccati 2,4 milioni, in soldi e titoli. Sul suo conto è in corso una rogatoria con la Spagna per far luce sull'apertura di vari conti di deposito. «Una pratica resa possibile — scrivono — grazie al metodo della valigia che consente a molti ciclisti, in virtù dei frequenti spostamenti garantiti dalla disciplina praticata, di muovere capitali occulti all'interno di valigie nascoste nei mezzi di trasporto usati anche in occasione delle gare ciclistiche».

IL MAGISTRATO HA DISPOSTO IL SEQUESTRO DI UNA DECINA DI MILIONI, 2,4 DEI QUALI A DENIS MENCHOV.
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Fra gli italiani c'è Michele Scarponi, l'aquila di Filottrano, secondo all'ultimo Giro d'Italia e primo degli italiani dietro lo spagnolo Alberto Contador.
Nell'indagine è finito pure Lance Armstrong, il texano delle sette vittorie al Tour de France, più di tutti, di Merckx, di Indurain, di Hinault. Per i francesi, le Roi Americain.
Armstrong non è indagato in Italia per il semplice fatto che la sua società ciclistica ha sede negli Stati Uniti, ad Austin. Le autorità di Los Angeles hanno fatto comunque pervenire all'Italia una rogatoria chiedendo lumi sul suo conto, dopo che l'Fbi aveva incontrato gli investigatori padovani in Francia per un primo scambio d'informazioni.

NELL’INDAGINE È COINVOLTO MICHELE SCARPONI. LANCE ARMSTRONG NON PUÒ ESSERE INDAGATO IN ITALIA PERCHÉ LA SUA SOCIETÀ CICLISTICA HA SEDE NEGLI USA. (DENIS MENCHOV NON HA MAI MILITATO IN UNA SOCIETÀ CICLISTICA ITALIANA).
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Dall'indagine sono emersi i suoi pagamenti a una società di Neuchatel (Svizzera), la Health & performance. Società anonima ora in liquidazione dietro la quale, sempre secondo gli inquirenti, si nasconde il medico sportivo Michele Ferrari, «inibito a vita dalla federazione Ciclistica Italiana alla frequentazione di atleti e di impianti sportivi». La ragione dell'inibizione? In passato avrebbe «somministrato e venduto sostanze dopanti a vari atleti per garantire loro migliori prestazioni atletiche», ricordano aggiungendo che «la pena del ciclista che frequenta Ferrari in Italia e all'estero è la squalifica».

SONO EMERSI PAGAMENTI DI ARMSTRONG A FAVORE DI UNA SOCIETÀ ANONIMA DI NEUCHATEL CHE SECONDO GLI INQUIRENTI FAREBBE CAPO A MICHELE FERRARI, MEDICO SPORTIVO INIBITO A VITA DALLA FCI PER DOPING.
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Alcune telefonate, effettuate prima del suo ultimo Tour, testimonierebbero poi i rapporti diretti di Armstrong con il figlio di Ferrari, figlio cioè di «Number One» come lo chiama il texano, il quale lavorerebbe per conto del padre. «Ferrari ha posto in essere una serie di stratagemmi, come reti informatiche all'estero, l'utilizzo di cellulari stranieri, incontri in luoghi inusuali, che gli consentono di seguire i ciclisti». Come studio medico si è inventato un camper con il quale si sposta da una montagna all'altra, da un Paese all'altro. L'hanno intercettato ovunque: sulle colline dell'Appennino tosco-emiliano, vicino a Sankt Moritz, sui colli Euganei.

PRIMA DEL SUO ULTIMO TOUR ARMSTRONG HA TELEFONATO AL FIGLIO DI FERRARI. FERRARI HA UN CAMPER E LO USA.
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I ciclisti lo chiamano, lo raggiungono, lo ascoltano. È il loro punto di riferimento. Lo è per Vladimir Gusev, già campione russo della cronometro, e per il suo connazionale Vladimir Karpets, oltre a vari italiani.

VLADIMIR GUSEV, VLADIMIR KARPETS ED ALCUNI CICLISTI ITALIANI SONO IN CONTATTO CON FERRARI.
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Regista dell'associazione un procuratore sportivo: Raimondo Scimone, il quale avrebbe messo in contatto atleti, sponsor, team, società di sfruttamento dell'immagine e banche.

RAIMONDO SCIMONE HA FATTO CIÒ CHE FA UN PROCURATORE SPORTIVO.
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Per quanto riguarda Armstrong, la palla passa ora agli Stati Uniti dove gli investigatori devono decidere cosa fare del loro campione. Oltreoceano tutto ruota attorno a contratti assicurativi che pretendono la moralità dell'atleta. Le Roi Americain è ancora un esempio ma il suo trono, un pochino, scricchiola.

NON SAPPIAMO SE NEGLI USA VORRANNO INQUISIRE ARMSTRONG.
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Cyrano

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