PADANIA. L'intervento di Silvano Antonelli

| 08/09/2011 | 09:38
Caro Direttore,
ieri ho letto il suo intervento apparso su www.Linkiesta.it e la ringrazio infinitamente per avere detto con semplicità e stile il suo pensiero sul Giro di Padania e di avere denunciato anche che: «Non è tollerabile che si rinunci a pensare».
Io però, più semplicemente, le scrivo solo per focalizzare una questione che al Giro di Padania sta assumendo una valenza inconsueta: la sicurezza.
Sotto il profilo prettamente del principio, il codice della strada obbliga una gara ciclistica ad arrestarsi di fronte ad un  qualsiasi corteo o assembramento presente sulla strada pubblica, anche nel caso quest’ultimo non fosse autorizzato.
La sicurezza infatti si lega innanzitutto al principio dell’agire con prudenza e con perizia ogni qualvolta si ha la percezione di un possibile pericolo.
In ragione di ciò, ho quindi forti dubbi che a Mondovì, ma soprattutto a Savona, si sia agito nel modo migliore sia da parte dei responsabili della corsa, che da parte di quelli dell’ordine pubblico.
In altre condizioni, con altri organizzatori forse, o per una qualsiasi corsa, nel caso di  luoghi interessati da possibili disordini o contestazioni, il questore ed il prefetto sarebbero intervenuti tempestivamente non autorizzando il passaggio della corsa, oppure per garantirne la sua deviazione, per poi dedicarsi, con  pazienza e sensibilità, al controllo della manifestazione per impedire che questa possa procurare danni indesiderati. Quello che in altri termini viene definito un modo intelligente per sedare i conflitti sociali. Lo stesso criterio che abbiamo visto più volte quando si sono bloccate le autostrade per contestare le quote latte, occupate le stazioni ferroviarie per impedire l’insediamento di una discarica, oppure ancora, e non una volta soltanto, bloccare una tappa del Giro d’Italia per ottenere visibilità sulle ragioni di una determinata vertenza sindacale.
Nel caso invece del Giro di Padania, ho come l’impressione che le autorità pubbliche non abbiano agito tempestivamente e che, in particolare, gli organizzatori, a cui compete la sicurezza della competizione, non abbiano fermato la corsa per tempo come avrebbero dovuto, neutralizzandola un attimo, tenendo lontano i corridori dai manifestanti, per evitare danni ai corridori, così come la sciocchezza che questi premano con le loro ruote contro le gambe dei manifestanti.
Ma a Savona abbiamo visto di più. Abbiamo visto i poliziotti formare un improvvisato servizio d’ordine, non per ristabilire l’ordine e le condizioni di sicurezza, ma per consentire comunque il transito di una corsa la cui velocità e la cui consistenza non era compatibile con l’ordine ambientale.      
Con vetture ufficiali che sfrecciavano dribblavano manifestanti e poliziotti, fino a che, uno di questi, non è stato addirittura scaraventato a terra.
Fortunatamente le conseguenze non sono state tragiche, ma il solo fatto che ciò sia accaduto deve fare riflettere, perché attraverso episodi di questo genere potrà pure svolgersi il Giro di Padania, ma potrebbe anche incrinarsi di brutto la tolleranza dei cittadini e delle istituzioni verso il ciclismo.
Una vera iella per tutti noi che amiamo questo sport e per gli organizzatori di questa discussa competizione, gestita comunque da gente di provata esperienza e capitanati nientemeno che dal Sottosegretario agli Interni, al quale non fanno certo difetto le possibilità di proteggere la propria corsa quanto la condizione dei poliziotti e di chi esercita il diritto a manifestare.
Caro Direttore, questo è quello che ho pensato subito dopo aver letto il suo invito a «non rinunciare a pensare». E desidero concludere sottolineando che le mie osservazioni prescindano dal rispetto che in ogni caso provo sinceramente per quanti  hanno il difficile compito di condurre una corsa, di garantire l’ordine pubblico, ed anche, se mi è concesso, la necessità di contestare una manovra governativa che ritengono pesante ed  iniqua.   

Silvano Antonelli (CO.DI.CO - Comitato Direttori di Corsa)

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COMMENTI
Giro di Padania - povero ciclismo - povera Italia
8 settembre 2011 10:34 bestviolet
Credo l'ultimo rigo spieghi tutto. E' colpa di tutti, MA NON DI CHI LIMITA SENZA ALCUNA AUTORIZZAZIONE LA LIBERTA' ALTRUI. Complimenti avanti così, vediamo dove terminiamo la nostra (come nazione) corsa

Condivido
8 settembre 2011 11:03 FrancoBui
Condivido l'articolo e anche quello originale commentato. Domanda, perchè i simpatici padani invece di organizzare una corsa ciclistica tutta loro non hanno collaborato con quelle storiche in difficoltà che si corrono nelle loro terre e che sono a risorse zero e che meritavano di sopravvivere? Risposta: perche cercavano pubblicità!

Funzionari di P.S. in un Paese NON normale
8 settembre 2011 11:34 Bartoli64
Il ragionamento esposto dal Sig. Antonelli non fa una piega o meglio..... non “farebbe” una piega in un Paese normale.

Non credo che si possano obiettare altre ragioni di fronte a problematiche che ineriscono la sicurezza dei corridori e, proprio in tal senso, i regolamenti di corsa parlano molto chiaro.

Tuttavia non credo che nel caso di Savona o di Mondovì ci siano state particolari negligenze da parte delle Autoritò di Pubblica Sicurezza, considerato il non certo imponente numero di manifestanti presenti in quelle occasioni.

In altre parole, il numero di poliziotti e carabinieri presenti era sufficente a garantire un minimo di ordine e di sicurezza, anche se in quei fragenti gli uomini a disposizione non si può mai dire che siano troppi.

Però, egregio Sig. Antonelli, provi Lei a mettersi nei panni dei Questori di Cuneo o di Savona....... si, insomma, Lei capisce chi è capo dell’organizzazione di corsa e che ruolo occupi all’interno del Ministero presso il quale gli stessi Funzionari di Polizia dipendono?

Lei immagina quale “figura” avrebbero arrischiato nel caso in cui (sia pur nel rispetto della Legge) non fossero riusciti a consentire il passaggio della corsa all’interno dei propri territori di competenza?

Per questi Funzionari, nei casi in cui non riescano a “compiacere” al potere politico, sa quali belle prospettive di carriera si profilano? E’ già successo..... purtroppo.

Bartoli64

8 settembre 2011 11:43 velenoso
il compagno Antonelli ha perso un'altra occasione per tacere !

troppi se e troppi ma!
8 settembre 2011 12:33 bestviolet
Che la gara sia "attaccabile" sotto un piano politico è lampante, però, visto e considerato che siamo su un sito sportivo, credo che dovremmo limitarci all'aspetto squisitamente sportivo. Orbene vorrei dirlo chiaro, perchè da tanti, troppi, ho sentito mezze frasi e mezze denuncie, talvolta quasi di compiacimento: Chi attacca una manifestazione sportiva regolarmente autorizzata, per impedirne lo svolgimento, alzando anche le mani contro indifesi corridori, in un paese normale DOVREBBE andare in GALERA senza passare dal via !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Punto. Nessuna giustificazione a chi limita la libertà altrui. Il giudizio politico poteva essere espresso senza andare a toccare la gara in mille altre modi. Personalmente sono disgustato, pensata a cosa riporteranno a casa i vari atleti stranieri................

Meno parole più fatti
8 settembre 2011 18:01 TorrazzaForever
Riprendo un giusto commento di Filippo Borrione a proposito della sicurezza sui fatti della Lunigiana, ma che funziona anche qui. Ci sono in giro troppi paladini della sicurezza in cerca di visibilità.
Avvocato, con tutto il rispetto, abbiamo bisogno di meno primedonne e più uomini di buona volontà, pertanto non colga ogni occasione per dire la sua.
Se nevica sul Block Haus, lo prenda come un dato di fatto e ci risparmi ogni volta il suo illuminato parere. L'eccessiva vetrina mediatica storpia.

per velenoso
8 settembre 2011 19:38 sorpeppe
Vedo che chi la pensa in modo diverso da te è definito compagno. Meglio essere un compagno che un avvelenato.

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