BANI e AMORE&VITA. Il no allo stage e un caso tutto da studiare

| 06/08/2011 | 14:32
Di Eugenio Bani abbiamo parlato tanto e la sua storia la conoscete tutti. Pochi sanno, però, degli sviluppi della vicenda. Che vede il corridore impossibilitato a sostenere uno stage tra i professionisti e patron Ivano Fanini pronto a chiedere un risarcimento milionario al Coni. Vi proponiamo un viaggio negli incartamenti, partendo da un articolo pubblicato ieri dal Corriere dello Sport per cercare di capire l'intera vicenda.

L'ARTICOLO. Quando i dirigenti della società che lo dopava furono squalificati, la Federciclismo annunciò trionfante: «Sentenza storica per lo sport italiano: accolte la tesi della Procura federale contro la medicalizzazione nello sport». Era il 4 marzo 2011.
Eugenio Bani fu trovato positivo alla gonadotropina corionica in un controllo effettuato il 24 giugno 2009 ai campionati italiani di Imola e squalificato per due anni. A quei tempi era minorenne, dilettante e correva per la squadra toscana Ambra Vangi Cavallini.
Il 20 dicembre 2010 il TNA (Tribunale Nazionale Antidoping) del Coni gli riconosceva una collaborazione fattiva e gli riduceva la squalifica di sei mesi. Bani ha ricominciato a correre da dilettante all’inizio di stagione. L’Amore & Vita di Ivano Fanini ha chiesto di tesserarlo come stagista. In data 15 luglio Paolo Pavoni, referente antidoping della Federciclismo scrive alla società: «Eugenio Bani non può essere ammesso all’esercizio dell’attività professionistica in quanto sanzionato per doping».
Ricordato che Mattia Gavazzi passò pro’ dopo una squalifica per doping (14 mesi con l’impegno a seguire un programma di riabilitazione), la FCI poteva dire un anno fa a Bani che avrebbe dovuto tesserarsi all’estero per passare pro’.

Nando Aruffo
Corriere dello Sport-Stadio



IL COMUNICATO. Ancora una volta vengono compiute delle ingiustizie nel ciclismo. A Bani tolgono il diritto di fare il prof. Con quale stimolo continua a correre tra i dilettanti quando a 20 anni un vero talento passa professionista?
A 20 anni Saronni ha vinto il Giro d'Italia, Cipollini vinceva tappe al giro. Bani è un talento puro ed è stato sacrificato per colpa della sua ex squadra Ambra Cavallini Vangi, a non correre il campionato italiano in sardegna che poteva anche vincere. Poteva debuttare come stagista al gp Camaiore e poi l'anno prossimo avrebbe debuttato tra i prof. con l'amore & Vita.  L'Ambra Cavallini Vangi è stata squalificata e non ha corso ma mi risulta che sta già facendo la squadra per l'anno prossimo. Mentre i personaggi di cui era composta, una volta scontata la pena, può tranquillamente continuare a fare ciclismo e magari continuando ad insegnare pratiche sbagliate ad altri corridori. triste sorte è toccata a Bani che di fatto è stato tagliato fuori ed è come fosse stato radiato.
Se l'avessimo tesserato in Ucraina lo scorso anno, oggi sarebbe alle corse, mentre essendo tesserato FCI, con i nuovi discutibili regolamenti fatti da Di Rocco, è escluso da tutto.
Ironia della sorte, Di Rocco prima ha elogiato il ragazzo per la collaborazione che ha fornito nel caso in cui è stato coinvolto  e subito dopo lo ha bastonato a morte. Forse Di Rocco è rimasto contrariato dal suo caso perchè in conseguenza al giusto polverone che ho sollevato per l'assurda squalifica a lui comminata, il presidente FCI è stato costretto a squalificare una squadra intera (pur esclamando che si trattava di una sentenza storica che puniva i giro farmaci tra i dilettanti. E probabilmente con questo comportamento si è vendicato, inserendo questo nuovo regolamento fatto ad hoc per escludere solo questo corridore e di riflesso danneggiando fortemente anche la mia squadra che, dopo 35 anni dalla scoperta di Cipollini, aveva trovato un nuovo futuro campione perchè gli somiglia parecchio.
Visto che le lettere e le richieste di deroga da parte del padre di Eugenio, vengono snobate dalla FCI, a questo punto Amore & Vita e Bani chiedono ufficialmente a Di Rocco di sbloccare questa situazione entro una settimana e permettergli di finire la
 tagione come stagista, altrimenti chiederanno i danni al CONI per non aver preso provvedimenti verso il presidente Fci che fa dei regolamenti a suo uso e consumo, ed in questo caso rovinando la carriera al corridore più talentuoso oggi in Italia.
Sono sempre stato promotore per far inserire severi regolamenti antidoping ma applicare la retroattività della norma per colpire solo Bani, mi sembra vergognoso, come è successo con Petacchi ed altri che sono stato eslcuso dal campionato italiano. invece sono daccordo che chiunque, Bani compreso, non possa vestire la maglia azzura se squalificato ma da qui a privargli del tutto il passaggio tra i pro mi sembra un abuso.

Ufficio stampa Amore&Vita

PAPA’ BANI SCRIVE ALLA FCI.
Egr. Sig. Sommariva , sono il padre di Eugenio Bani ; Ivano Fanini mi ha detto di averla già contattata in merito alla vicenda di mio figlio che sicuramente conoscerà.  Mio figlio non solo è assolutamente innocente nel reato attribuitogli ma ha sempre fattivamente collaborato con tutti gli organi inquirenti al punto tale che anche il TNA gli ha dato ragione. Ora si vede precluso, con una norma che di fatto è retroattiva, la partecipazione a stage e addirittura il passaggio al professionismo. Mio figlio ha già abbondantemente pagato ma ora si trova a dover subire un'altra e più pesante condanna che non merita. Le invio una lettera che mio figlio ha inviato sia al presidente Di Rocco sia agli organi antidoping della FCI dopo aver ricevuto un primo ok agli stage dal Sig. Bezzi seguito a pochi giorni di distanza da una posizione negativa del Sig. Pavoni, sia una lettera di richiesta al Consiglio Federale con la richiesta di rivedere la posizione assunta. Questa mia è per richiederLe un Suo cortese interessamento alla vicenda.
Ringraziondola per la cortesia porgo Distinti saluti
Fabrizio Bani

EUGENIO SCRIVE ALLA FCI. Egr. Presidente
è con enorme sconcerto, amarezza, costernazione che prendo visione della Sua risposta . Apprezzai la lettera che mi inviò a suo tempo,quando anche Lei riconosceva che gli atleti sono l'anello più debole della catena e bisognava spezzare il muro di omertà dietro cui si nascondono stregoni e trafficanti e quando mi esortava ad avere coraggio perchè avrei avuto il pieno supporto della Federazione; ho lottato per affermare con coraggio e dignità la mia innocenza fino al punto in cui il TNA ha sospeso la mia pena non solo perchè ho collaborato ma soprattutto perchè ha riconosciuto che le mie dichiarazioni erano pienamente attendibili. Ricevere quella Sua lettera personale mi fece piacere perchè pensavo che la Federazione mi fosse vicino e anche questo mi ha aiutato a superare momenti di angoscia e a non demordere mai dall'affermare la verità dei fatti. Ho sempre fatto il mio dovere confidando nella giustizia , sono ripartito a testa alta ma con umiltà e sacrificio e non mi aspettavo certamente medaglie per questo ma neanche di essere condannato per la seconda volta proprio da quella Federazione che avrebbe dovuto supportarmi. Presidente Di Rocco, io ho scontato la mia pena fino alla sospensione da parte del TNA dovuta, ripeto, anche al fatto del riscontro sulla piena attendibilità delle mie dichiarazioni; Lei, ora, mi condanna di nuovo comminandomi una ulteriore e più grave sanzione impedendomi il passaggio al professionismo e a vestire, eventualmente, la maglia azzurra; sanzione che, tra l'altro, non era contemplata al momento del mio caso, ma ciò che più mi turba è il fatto che, per quanto riguarda il passaggio al professionismo, nella realtà dei fatti, con la Sua ultima delibera, condanna solo me in quanto non ci sono altri ciclisti nelle mie condizioni.
Mi è stato impedito, anche, di partecipare a stages in squadre professioniste con la motivazione che  questa partecipazione poteva essere un preludio ad un eventuale passaggio tra i prof. quando pochi giorni prima avevo avuto il nulla osta dal segretario Dr. Bezzi dove dichiarava che non esisteva alcun tipo di veto ; mi scusi ,Sig. Presidente, ma non riesco proprio a capire. Lo stage è semplicemente una iniziativa formativa e non certamente il preludio certo al passaggio ai professionisti. Sono tornato a correre, dopo aver scontato la pena prevista, con il proposito di impegnarmi a fondo per dimostrare il mio valore e Lei mi impedisce di continuare a coltivare un sogno con una delibera che produce effetti retroattivi. Mi sembra che anche il Professor Sandulli,nelle proprie conclusioni sostenga tutto questo.
Non sono certamente un esperto in diritto , so solamente che non ho nulla da nascondere ma tutto quello che ho fatto, tutto quello che ho detto, le norme che, in qualche modo, ho contribuito a far emanare con le mie denuncie, il mio impegno e sacrificio nel ricominciare sono gettati completamente al vento perché, Egr. Presidente, mi indichi una sola ragione per cui, a questo punto, dovrei continuare a correre; ogni atleta si sacrifica per migliorare e per cercare di arrivare al top e nel mio caso al professionismo, per cui, a questo punto, non mi resta che inviare un ultimo caloroso e disperato appello a Lei e a tutti gli Organi della Federazione competenti affinchè possa essere rivalutata questa posizione.
Con ossequio
In fede
Eugenio Bani

LETTERA DI RICHIESTA DI UN NUOVO PARERE
All’Egr. Sig. Presidente Federazione
Ciclistica Italiana
Renato Di Rocco

Spett.le
Consiglio Federale FCI

Oggetto:  Richiesta revisione del provvedimento su stage e passaggio al professionismo


Egr. Presidente Renato Di Rocco
Spett.le  Consiglio Federale
La presente per richiedere ufficialmente che il Consiglio Federale FCI ed il Presidente FCI Renato Di Rocco prendano nuovamente visione della posizione del sottoscritto in merito alla partecipazione a stages in squadre professionistiche ed all’eventuale passaggio al professionismo stesso.
Questa richiesta nasce, come già detto nelle mie precedenti lettere, dalla consapevolezza di aver già sufficientemente scontato una pena  per un reato che non ho mai commesso, come lo stesso TNA ha  riconosciuto. Conosco perfettamente la nuova posizione deliberata dal Consiglio Federale ma, credo, che sia lo stesso Consiglio, sia Lei Sig. Presidente, non possiate che essere d’accordo sul fatto che il mio caso, per come è emerso, per come si è sviluppato e per come si è concluso, meriti un diverso approccio ed un ulteriore approfondimento. Vi assicuro che essere condannati per qualcosa che non si è commesso non solo è alienante ma è come un tarlo che ti distrugge mente e corpo. Io ho cercato di reagire dichiarando sempre la mia inconsapevolezza e totale innocenza, collaborando fattivamente sia con la procura CONI , sia con la magistratura ordinaria e tutto questo l’ho fatto perché credo nella giustizia , perché volevo dimostrare che le mie dichiarazioni corrispondevano al vero e perché volevo continuare a praticare lo sport che amo.
Per tutto questo chiedo al Consiglio Federale , nella persona del suo Presidente Renato Di Rocco, di riesaminare il parere espresso sul mio caso in merito al passaggio al professionismo, valutandolo non solo in punto di diritto ma soprattutto a livello umano , auspicando una revisione della posizione che mi porti a poter continuare in quello che, spero, possa essere la mia attività professionale.
Confidando nell’accettazione della domanda, resto in attesa di Vostre comunicazioni.
Con ossequio
Eugenio Bani

CORRISPONDENZA TRA TEAM AMORE & VITA - E FEDERAZIONE ITALIANA
Egregio dr Pavoni,
faccio seguito alla Sua del 15 Luglio in riferimento all’autorizzazione - da noi richiesta - per l’atleta Eugenio Bani al fine di prendere parte allo stage con il nostro team Amore & Vita.
Teniamo conto delle Sue considerazioni, tuttavia non posso esimermi dal farle presente che in data 7 Luglio, una vostra e-mail firmata dal Segretario C.D.F.N. F.C.I. Sig. Alessandro Bezzi, rendeva noto che non sussisteva alcun tipo di veto che potesse impedire ad Eugenio Bani di svolgere la propria attività di atleta ciclista.
Tale comunicazione poteva sicuramente essere intesa come delibera per Bani allo stage tra le file delle nostra formazione ciclistica UCI Continental.
Non è mio proposito entrare in polemica o contestare quanto da Lei messo per iscritto, la mia volontà è esclusivamente quella di chiarire la posizione del mio Team e quella di Eugenio Bani, il quale a sua volta, non ha nel modo più assoluto intenzione di contrastare le regole da Voi disposte, ne tantomeno contravvenire l’Art. 3 dello Statuto attuale.
Per quanto ci riguarda invece, è necessario precisare che non vi è volontà alcuna di far passare al Professionismo l’atleta in questione.
In conseguenza, la Sua preoccupazione è da ritenersi infondata. Considerato questo nostro impegno, oltre al fatto che, comunque uno stage altro non è che una verifica di qualità dell’atleta fine a se stesso, Le chiedo di rivalutare quanto da Lei deliberato.
In attesa voglia accettare i miei migliori saluti ed i segni della mia massima stima.

Cristian Fanini | Team Manager

LETTERA AL SETTORE ANTIDOPING
In relazione alla richiesta in oggetto si precisa che l’atleta Eugenio Bani, in base alle deliberazioni in merito del Consiglio Federale della FCI, non può essere ammesso all’esercizio dell’attività professionistica in quanto è stato sanzionato per doping.****
Ciò perche la sospensione della sanzione è un beneficio condizionale di sospensione dell’esecuzione della sanzione ma non è un revoca, annullamento o riduzione della sanzione. E’ un provvedimento che può, a norma dei Codice WADA e delle Norme Sportive del CONI, essere revocato.
Di quanto sopra è già stato informato l’atleta stesso. In conseguenza  di ciò,  poiché gli stages presso Società professionistiche hanno come finalità l’eventuale passaggio al professionismo (che non sarà possibile in applicazione di quanto sopra richiamato) lo stage dell’atleta non può essere autorizzato.
Paolo Pavoni
Vice Segretario Generale
Referente Federale Antidoping
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COMMENTI
E nà miseria...
6 agosto 2011 14:55 Fra74
...hanno permesso a SCARPONI, BASSO, REBELLIN, DI LUCA di poter tornare a correre...ed a BANI impediscono il passaggio tra i PROF?!? Vero, proprio vero..PAESE che vai...legge che trovi!!! Spero che Bani possa passare PROF attraverso un'altra affiliazione...così come fece FABIO FELLINE che si trasferì in SPAGNA...e pare che la FCI gli abbia applicato una sanzione di 5.000euro quest'anno...non conosco bene la vicenda..l'ho letta nella intervista sull'ultimo BICISPORT....

Sono d'accordo nel non permettere, eventualmente, a BANI di non vstire l'azzurro...ma NEGARGLI il passaggio tra i PROF...mi pare troppo....eccessivo...scusate FCI....ma TRENTIN MAURO, ora alla QUICK STEP, non fu squalificato allorquando correva nel ciclocross^?!? - NO Doping nel 2007 mi pare?!?

SENZA VERGOGNA
6 agosto 2011 16:45 jaguar
Una federazione ( minuscolo perchè di più non merita) senza vergogna rovina del ciclismo italiano con un comportamentoo a seconda se sei figlio ( Basso, Scarponi, Di Luca, non parliaamo poi a livello internazionale dove tutte le federazioni che contanto fanno una politica di protezione dei loro campioni) ovvero figliastro ( Bani e Riccò ).

Una vergogna dopo l'altra.
6 agosto 2011 16:56 warrior
Dopo la vergogna di eliminare Petacchi quest'altra contro Bani. Ma quando li squalificano questi dirigenti?

Dimissioni!!!!
6 agosto 2011 17:52 valentissimo
Il suo vecchio team continua l'attivita' (sotto mentite spoglie), tutti i dirigenti continuano l'attivita' e la vittima viene punita. Continuo a chiedere un atto di onesta' intellettuale: Organi FCI (TUTTI) DIMETTETEVI!!!!!!!!

6 agosto 2011 19:50 tex
Le lettere inviate da Bani alla FCI mi sembrano ,allo stesso tempo, di una umiltà e di un orgoglio incredibili. Questo ragazzo ,che ha scontato una pena ingiusta, chiede solamente di avere la possibilità di continuare a fare ciò che ama e lo chiede con una dignità che gli fa certamente onore. Di Rocco dovrebbe tenere presente questo appello e rivedere quella sciagurata delibera per non avere sulla coscienza il peso di aver condannato per la seconda volta , ed ancora ingiustamente, un ragazzo che ha già scontato abbastanza per qualcosa che non ha commesso. Non scordiamoci ,poi, che queste delibere , checché se ne dica , sono incostituzionali in quanto producono effetti retroattivi ; nella stessa seduta del consiglio federale è stato deliberato anche che- DA ORA IN POI – chiunque sarà trovato dopato non potrà svolgere gare sul territorio italiano. Questa impostazione va bene ma perché non è stato fatto lo stesso con le altre norme riguardanti il passaggio al prof. e la partecipazione ai tricolori ?

Ho un dubbio
6 agosto 2011 23:28 Monti1970
Ma siete sicuri che la fci non lo fa' gareggiare nei prof per il problema doping? Io penso che lui non ha ancora l'età per passare,secondo le regole italiane. Vedete che nel 2012 potrà correre nei prof.

LA MONARCHIA DI ROCCO : un REGIME DA ELIMINARE
7 agosto 2011 10:15 renzobarde
Ecco l'ennesimo esempio di un modo di gestire questo povero ciclismo ! Il Di Rocco incapace se la prenda pure con chi lo critica : egli NON sa cosa sia la democrazia e la libertà di opinione e quindi può essere, del tutto paradossalmente, "GIUSTIFICATO" !!! Ma quando si tratta di applicare le minimali regole sportive, per favore sig. Di Rocco, rispetti questi giovani atleti che hanno avuto solo la sfortuna di nascera in un paese , l'Italia, dove c'è un monarca incompetente come Lei. Ella non può compiere un misaftto come quello di cui si sta macchiando verso Eugenio Bani,la cui storia riflette la buona fede di un giovane che è stato indotto in errore, si è redento, è una PERSONA APPREZZABILE ed AMMIREVOLE, e ha DIRITTO di fare le sue scelte sportive. Invito l'Italia sportiva a farsi sentire e a far prevalere il buon senso per evitare che sia compiuto l'ennesimi sfregio a questo ciclismo. Renzo Bardelli- Pistoia

Si pero'
7 agosto 2011 16:05 Monti1970
Se ci sono delle regole devono essere uguali per tutti. Se verra' chiuso un occhio per Bani,allora dovrà esser chiuso per tutti gli altri coinvolti, e sono tanti

7 agosto 2011 19:00 tex
caro Monti 1970, il problema sta proprio nelle regole emanate in barba ad ogni più elementare norma giuridica. Le delibere presidenziali producono effetti retroattivi e quindi , come dice anche il prof. Sandulli , sono incostituzionali ( e questo anche in campo sportivo) .Nel caso specifico ,poi, mi sembra che la vicenda Bani debba essere letta in modo completamente diverso per come è nata e per come si è sviluppata . Per il resto fammi un solo nome di atleti coinvolti che si trovino nella sua situazione...io non ne ho trovati . O meglio..uno esiste ( e riprendo quanto detto da Fra74) un certo Matteo Trentin , ora campione italiano under 23, trovato positivo ad una gara di ciclocross a fine anno 2007 e squalificato dal coni per 2 mesi. Il punto è che lui è passato prof. il 1.08.2011 . Vorrei che qualcuno mi spiegasse come mai per Trentin la delibera presidenziale non vale e per Bani invece si . Faccio notare che la delibera ( che io considero incostituzionale sia per retroattività sia per un problema di diritto al lavoro) ha eliminato il periodo temporale dei due anni per cui chiunque sia stato trovato dopato, in qualunque epoca e per qualunque periodo non può passare prof. Figli e figliastri , come dice Jaguar, oppure i famosi due pesi e due misure. Attendo cortesi risposte.

TEX perfetto !
7 agosto 2011 22:08 renzobarde
Caro Tex, sei stato perfetto. Il "nocciolo" quindi sta nella palese ingiustizia che si abbatte su Bani e allora chi, come noi, ha una visione ETICA della vita e dellao sport NON PUO' Ne' DEVE FERMARSI QUI. Purtroppo l'interlocutore è "cieco, sordo ed insensibile" alla RAGIONE e alla GIUSTIZIA SPORTIVA e SOCIALE e quindi il "tasto" che dobbiamo battere è quello della dura critica alla FCI . Insomma, chi ha responsabilità deve accettare il confronto dialettico, misurarsi su un anche duro dialogo e, alfine, trarre CONCLUSIONI EQUE. Quesro sito può assumere una valenza decisiva. Renzo Bardelli-Pistoia

7 agosto 2011 22:24 nando61
non sono d'accordo che bano non possa più passare professionista allora dovrebbe smettere anche basso e via dicendo. sulla sua ex squadra secondo me c'è da precisare che sono stati squalificati non per il prodotto trovato a bani per per altri prodotti leciti che a quei tempi non c'era nessun divieto.

X tex
7 agosto 2011 23:47 Monti1970
Sono pienamente d'accordo con te ma per quando riguarda Trentin,non vorrei sbagliarmi,ma credo che lui sia stato sospeso per ematocrito alto e non squalificato per doping

Finalmente Di Rocco sarà costretto a dimettersi
8 agosto 2011 11:08 pietrogiuliani
Su questa storia c'è solo da dire che Fanini e Bani hanno ragione.
E il Coni ha il dovere di intervenire e sbloccare subito questa nuova brutta pagina del ciclismo. Qui c'è in ballo il futuro di un possibile campione ed i danni sono ingenti sia per lui che per la squadra.
Forza Coni, forza Fanini e forza Bani!

8 agosto 2011 14:00 nando61
ora bani futuro campione è tutto da vedere. sono daccordo che se uno ha la possibilità di passare prof è giusto che passi e come ho detto allora gli altri cosa dovrebbero fare. comunque bani futuro campione la vedo dura. su fanini meglio stendere un velo lasciamo fare dai. basta chiedere nell'ambiente chi è fanini e poi uno avra tutte le risposte che vuole.

x Monti1970
8 agosto 2011 16:18 tex
Ho trovato la sentenza n° 22/07 e , come puoi vedere , la squalifica è per doping . Tra l’altro , leggendo attentamente il comunicato , mi sembra di vedere molte similitudini con il caso Bani.
Trentin ha disputato, giustamente , i tricolori perché la sua squalifica era inferiore ai 6 mesi ma la squalifica inferiore ai 6 mesi vale solamente per la partecipazione ai tricolori mentre ,avendo Di Rocco abolito il periodo temporale dei due anni per il passaggio al professionismo , automaticamente non sarebbe possibile il passaggio a chiunque abbia subito squalifiche in qualsiasi periodo e di qualsiasi durata. Preciso che non ho, ovviamente, nulla contro Trentin che stimo e ammiro e ha cui invio i miei migliori auguri , ma qualcuno mi deve spiegare il perché di questo accanimento contro Bani .

ORGANI DI GIUSTIZIA
C.D.F.N.
COMUNICATO N. 11
DEL 27 SETTEMBRE 2007
Nella riunione collegiale, ritualmente
convocata, svoltasi a Roma,
presso la sede federale, presenti il
Presidente Avv. Vincenzo Ioffredi, i
Componenti, Avv. Alba Ronca, Avv.
Pietro Pergolari, assistiti dal Segretario
della Commissione Sig.
Alessandro Bezzi (Funzionario
F.C.I.), la C.D.F.N. ha assunto le seguenti
decisioni:
DECISIONE n. 22/07
La CDFN così composta: Avv. Vincenzo
Ioffredi (Presidente), Avv. Alba
Ronca (componente-relatore),
Avv. Pietro Pergolari, a seguito dell’udienza
tenutasi in data 27 settembre
2007 ed in base alle, successive,
risultanze emerse dalla
Camera di Consiglio, ha assunto la
seguente decisione;
visto il provvedimento di deferimento
(procedimento di indagine n°
22/07), disposto dalla Procura Antidoping
del C.O.N.I., concernente la
posizione dell’atleta Matteo Trentin
(categoria Juniores - Team C.S.
Spercenigo Società Sportiva Dilettantistica),
deferito per violazione
dell’art. 262 del Regolamento Antidoping
U.C.I., per positività in relazione
alla presenza di Salbutamolo
(in concentrazione pari a 144 ng/ml)
riscontrata in occasione del controllo
antidoping disposto, dalla Unione
Ciclistica Internazionale, al termine
della “Coppa del Mondo Juniores”,
svoltasi a Hofstade (Belgio) in data
26 dicembre 2006; nonché per positività
in relazione alla presenza di
“Budesonide Metabolita” e di “Formoterolo”,
riscontrata in occasione
del controllo antidoping disposto al
termine dei “Campionati Italiani di
Ciclocross”, disputati in data 6 gennaio
2007 in località S. Anna (LU);
accertata la regolarità delle convocazioni;
presente il difensore dell’atleta,
Avv. Giuseppe Napoleone;
sentito il relatore, Avv. Alba Ronca, il
quale ripercorre l’iter della vicenda,
con riferimento al provvedimento
emesso dalla Procura Antidoping
del C.O.N.I.; sentito l’Avv. Napoleone
il quale, richiamandosi alle fattispecie
già evidenziate, quali esimenti
della posizione disciplinare del proprio
assistito, nella precedente
udienza del 3 aprile 2007 (udienza
tenutasi prima della restituzione
degli atti da parte della Commissione
all’ufficio della Procura Federale
per ulteriori accertamenti), ribadisce
l’assoluta estraneità dell’atleta
Trentin, in ordine alla contestazione
sollevata, invocando, contestualmente,
una assoluzione con formula
piena ed in via subordinata, una
sanzione pari al periodo di sospensione
cautelare già sofferto; nel merito,
il difensore sottolinea, nuovamente,
come il comportamento del
giovane atleta, nell’ambito della vicenda
de qua, sia stato sempre coerente
e responsabile, come testimoniato
dalle dichiarazioni dallo
stesso fornite in sede di controllo
antidoping ed avvalorato, peraltro,
dall’esistenza di una patologia ampiamente
documentata; l’Avv. Napoleone,
in conclusione, rileva come
le, eventuali, responsabilità vadano
ricercate nei comportamenti assunti
da terzi e non dal Trentin ed ai
quali lo stesso ciclista faceva pieno
affidamento; sentiti i Rappresentanti
dell’Ufficio di Procura Antidoping
del C.O.N.I., Dott. Ettore Torri e Avv.
Franco Cosenza, i quali si riportano
alle conclusioni espresse nel provvedimento
di deferimento del 13
marzo 2007 e ribadite, a seguito dell’ordinanza
emessa dalla Commissione
Disciplinare in data 3 aprile
2007, nel provvedimento datato 11
giugno 2007, ovvero la richiesta di
sospensione dall’attività agonistica
per mesi tre (tre); la Commissione
Disciplinare; esaminati gli atti; all’esito
dell’udienza di discussione ritiene
che l’atleta debba essere sanzionato
per violazione della normativa
antidoping. Ogni atleta, infatti,
anche quando affida a terzi adempimenti
obbligatori connessi alla pratica
sportiva, e relativi essi ad ottenere
particolari e delicate autorizzazioni
(come quella dell’esenzione
ai fini terapeutici) non deve considerarsi
sollevato dal controllo personale
a che detti adempimenti vengano
non solo effettuati ma anche
correttamente effettuati.
Sussiste, quindi, nel caso di specie
la responsabilità dell’atleta anche
se il proprio comportamento possa
essere ascritto a semplice negligenza.
Lo stesso, invero, pur avendo affidato
a terzi la cura dello svolgimento
delle pratiche necessarie
per ottenere le particolari autorizzazioni
per l’assunzione di farmaci
vietati, non si è adoperato per verificare
che dette pratiche fossero
effettivamente attuate e correttamente
portate a termine.
Così, l’assenza delle autorizzazioni,
seppur la pratica per l’ottenimento
delle stesse, è dal ciclista rimessa
a terzi, non può consentire l’assunzione
di sostanze vietate.
Quanto sopra è da considerarsi valido
anche allorquando dovesse
emergere che il comportamento in
violazione della normativa antidoping
non era finalizzato all’alterazione
dell’attività agonistica.
Come noto, infatti, le norme relative
al doping sono stabilite non solo
per evitare l’alterazione dei risultati
sportivi e garantire una par condicio
tra gli atleti ma anche e soprattutto
per salvaguardare la salute
degli stessi.
Affermata, quindi, la responsabilità
dell’atleta, quanto all’entità della
sanzione, la Commissione ritiene
che la stessa possa essere commisurata
nei limiti di cui in dispositivo.
Ciò anche in conformità dei precedenti
provvedimenti adottati dalla
Commissione Disciplinare, in casi
analoghi al presente
P.Q.M.
La Commissione Disciplinare,
commina all’atleta Matteo Trentin,
ai sensi dell’art. 263 del Regolamento
Antidoping dell’UCI, nonché
dell’art. 10.3 della normativa antidoping
vigente all’epoca della contestazione,
la sanzione della squalifica
dall’attività federale per mesi
2 (due), pari al periodo di sospensione
cautelare già scontato.
°

per nando 61
8 agosto 2011 17:41 pietrogiuliani
Non capisco le critiche verso Fanini. Non sarà mica uno di quei personaggi toccati dalle denunce del sig. Fanini?
Se lei avesse il coraggio di firmarsi come me e dire una sola cosa che possa disturbare il sistema sicuramente chiedendo nell'ambiente tue informazioni, avremo tutte le risposte che io penso già di lei.
Fanini è l'unico che ha il coraggio di affrontare qualsiasi problema a testa alta è logico che poi uno che disturba così tanto dicendo la verità per il bene del ciclismo sia invidiato e discusso. E poi dire "su Fanini è meglio stendere un velo" ti dico di andare a cercare il suo nome su wikipedia, così ti rendi conto di chi stai parlando.
Forza Fanini, sono sicuro che anche questa volta vincerai

Mille grazie Tex
8 agosto 2011 23:06 Monti1970
Addirittura il comunicato completo,grazie! Io vado a memoria quindi alcune cose mi sfuggono. Comunque mi sembra un peccato,diciamo,"veniale"

Parole, parole, parole . . . . soltanto parole . .
9 agosto 2011 15:21 DoctorJekyll
La vicenda Bani è la più fosca degli ultimi anni. La verità (quella vera) nessuno l'ha veramente ricercata. Egli è stato trovato positivo per un prodotto dopante ormonale. Nessuno ha mai avuto il coraggio e la volontà di scoprire come e perchè quell'ormone fosse nelle urine di Bani. Chi glielo aveva consigliato? Chi glielo ha somministrato? Il ragazzo ha fatto tutto da solo? La famiglia davvero non sapeva proprio nulla? Nessuno lo sa. Il Team (dirigenti e medici) è stato solo punito per uso eccessivo di prodotti leciti. Quindi nessuno ha mai detto (attenzione!!!) che il Team fosse responsabile della somministrazione di quel prodotto dopante. Questa è la verità dei fatti. Questa sola.

Fanini ha cavalcato la vicenda. Ne è nato un caso politico. Di Rocco ancora una volta, come in tutte le occasioni precedenti, ha mostrato le sue enormi mancanze e debolezze. La FCI ha deciso secondo politica e non secondo raziocinio. Ne è venuto fuori un disastro. Enorme.

Perché ora sono contento? Perché Fanini, come sempre, prevarrà su Di Rocco e costringerà il malcapitato presidente a ritrattare la norma retroattiva (!!!) che non consente di far passare al professionismo o di vestire la maglia azzurra agli atleti puniti in passato per doping.

Ci riuscirà Fanini, ne sono certo. Fanini piegherà Di Rocco. Come sempre. Fanini riuscirà dove anche l’ACCPI per ora ha fallito. Fanini ridarà la maglia azzurra a Di Luca, Riccò, Basso etc. Purchè sia fatta giustizia, in un mondo di deboli (quello del ciclismo), ben venga quindi anche Fanini.

Ma non ditemi che quando la vicenda sarà risolta Bani diventerà professionista. Le squadre Continental dovrebbero essere abolite. Non hanno nulla a che vedere con il professionismo né per garanzie economiche, né etiche né mediche. Ecco perché non sto neanche con Fanini.

Povero ciclismo!

9 agosto 2011 16:05 tex
Caro Monti1970 , posso essere anche d’accordo con te ma non mi sembra che la Commissione disciplinare faccia distinzioni tra “doping veniale” e “ doping non veniale” ; e non mi sembra ne faccia nemmeno Di Rocco nella sua delibera. A proposito di quest’ultima , ma una delibera presidenziale ,ancorché ratificata dal consiglio federale , dal momento che formalmente modifica lo statuto non ha necessità della approvazione dell’assemblea federale per essere valida ?
Tornando alla vicenda in esame ,dal momento che per l’antidoping non esiste doping “veniale” ( scusa Monti1970 se prendo in prestito il tuo aggettivo) e non esiste nemmeno per Di Rocco , perché Trentin si e Bani no ? Possibile che non ci sia un blogger o lo stesso direttore di Tuttobici in grado di darmi una risposta su questi due quesiti ? Attendo fiducioso.

9 agosto 2011 17:35 nando61
io non c'entro nulla con che è stato indagato sono solo un appasionato che segue le corse io non ho nulla contro fanini l'ho visto si e no una volta di vista ho solo scritto cosa sento dire di lui nell'ambiente poi per me puà essere la persona più perbene al mondo

10 agosto 2011 17:04 tex
Sono in ferie , sono sotto l’ombrellone e, in modo un po’ snob, mi dedico alla navigazione sul mio portatile. Sono andato a vedere cosa dice Wikipedia di Fanini e devo ammettere che parla assai bene : che Fanini sia azionista di Wikipedia . Lo si accusa di avere sede in Ucraina per evadere le tasse ; ma quante sono le squadre prof. con sede legale in Italia ? non mi sembra molte. La cosa su cui sono d’accordo è con chi lo critica perchè non stipendia i corridori , se fosse vero andrebbe anche contro gli ideali a cui si ispira. Caro Nando 61 , cosa fai . Prima critichi Fanini e poi dici di non aver nulla contro di lui e scrivi solo quello che senti dire in giro. Non mi sembra un atteggiamento corretto.
Caro DoctorJekyll , al contrario di te trovo la vicenda Bani molto chiara anche se sono d’acccordo che qualcuno non è voluto andare fino in fondo. Spero vivamente che la famiglia Bani , o chi per loro, pubblichi i verbali di interrogatorio perché credo che scopriremmo cose interessanti. Per il resto spero che Fanini riesca a far annullare quella sciaugurata norma perché oltre che incostituzionale fa veramente male a tutto il mondo del ciclismo.
Qualcuno dirà che non ho cose migliori da fare ; probabilmente è vero per cui torno al mio post precedente e chiedo nuovamente che qualcuno possa rispondere alle domande che ho posto. Grazie

Per tex e c.
11 agosto 2011 18:13 roger
Ho seguito il caso Fanini Bani, fin dall'inizio e proprio posso dire chiaramente che il presidente Di Rocco deve vergognarsi e dimettersi. Non serve dire altro. Fanini e Bani farebbero bene a chiedere i danni al Coni.
SOno nell'ambiente dei pro da una vita ed ho lavorato per molte squadre. So come si comporta Fanini con i corridori e personale. Credo che la maggioranza del gruppo abbia avuto rapporti con lui. Per quanto ne so io, quello che promette lo mantiene e penso che nessun corridore abbia nulla da avere da lui.
Nella sua storia ha avuto campioni che hanno fatto la storia da Baronchelli, Gavazzi, Chioccioli, Sorensen per non dire che ha scoperto il velocista più forte di tutti i tempi come Cipollini, Bartoli, il più grande vincitore di classiche.
Da quando lavora contro il doping, Fanini è alla scoperta di giovani talenti o disposto ad aiutare chi ne ha bisogno, ultimo Riccò. Certo i corridori sono al minimo di stipendio, stanno nel suo ritiro e non comprano medicine perchè i soldi gli servono per mangiare. Questo è il vero ciclismo e se poi diventano campioni penseranno anche ai soldi ed a correre puliti, altrimenti è giusto che vadano a lavorare.

12 agosto 2011 17:15 bloom
Se volessimo risolvere i problemi del ciclismo e non solo quello di Bani, ci vorrebbe al posto di Di Rocco, uno che non fa ciclismo per interesse ma per passione e che non ha problemi di prendere posizioni chiare e non false.
Uno di questi potrebbe essere proprio il sig. Ivano Fanini ma non è il tipo.
Ha sempre lavorato da solo perchè non vuole intorno falsità e leggendo proprio nei passaggi di questo articolo che è stato cercato anche Sommariva. Conosco queest'ultimo e so della sua grande dedizione al ciclismo lo vedrei proprio bene al posto di Di Rocco e da vice presidente FCI, dovrebbe essere il candidato più giusto alla Presidenza. Io appoggio Sommariva che senz'altro sbloccherà anche questo incredibile caso creato proprio da presidente federale.
Che vergogna!

13 agosto 2011 11:02 tex
una cosa è certa : Di Rocco non è mai stato in grado di dirigere la federazione e la dimostrazione ultima l'abbiamo avuta quando ,dietro al pressing di Petrucci , ha emanato due delibere assurde e inique dhe ora stanno avendo un effetto boomerang su di lui. Credo che questo sia il momento giusto per far sentire la voce dei tanti appassionati che non tollerano più l'inefficenza di Di Rocco e per scardinarlo dalla sua poltrona. Bloom fa il nome di Sommariva ,io mi accodo in attesa che altri facciano nomi da poter presentare già nell'assemblea della FCI a Dicembre.

articolo su repubblica del 15 agosto
18 agosto 2011 11:33 roger
Invito tutti a leggere questo articolo di Eugenio Capodacqua.
E' veramente lodevole la posizione di un giornale importante come Repubblica che si schiera a favore di Bani e mette in risalto le gravi "mancanze" della FCI.
Finchè ci saranno certi dirigenti nel ciclismo che conta, non si andrà da nessuna parte, come molto spesso dice giustamente il sig. Ivano Fanini. Ma io sono ottimista e penso che alla fine chi sta dalla parte del giusto e della correttezza vincerà. Vai Eugenio, il tuo talento verrà fuori e la tua tenacia verrà premiata!

18 agosto 2011 16:33 tex
Ho letto l’art. su Repubblica e lo condivido interamente. Mi sembra ,poi, incredibile che un Presidente di federazione faccia quelle dichiarazioni offensive su Bani e bene ha fatto il giornalista a puntualizzarlo. Vorrei sapere chi sono gli altri due atleti nella stessa posizione di Bani perché mi sembra di capire che neanche il giornalista li sappia. Io credo che non ci siano ,altrimenti non mi spiego il perché non escano allo scoperto, a meno che non siano atleti già passati prof. o in odore di passaggio e la stessa federazione si trova in un imbarazzo totale. Il primo riferimento che mi viene in mente è , come ho già detto nei precedenti post, un certo Trentin squalificato per doping ed ora passato prof. Chiedo ancora a chi mi può rispondere : perché lui si e Bani no ?

21 agosto 2011 22:02 tex
credo proprio che la federazione si stia trovando in grosse difficoltà e non sappia che pesci prendere e come uscire dal pantano in cui si è invischiata permettendo il passaggio di Trentin e "dimenticandosi" che non avrebbe potuto permetterlo. Ribadisco la mia stima per trentin ma quì si tratta di far applicare una norma che deve valere per tutti. Vedo qualche bella poltrona a rischio di saltare a meno che non si voglia interpretare la norma nel giusto modo : chiunque sarà trovato positivo ,da ora in poi, non potrà passare prof.
Ma è possibile che anche il direttore di questo sito non prenda posizione su questa faccenda.

bravo tex
24 agosto 2011 10:46 roger
ho trovato anche sul sito repubblica.it l'articolo di cui indico il link
http://www.repubblica.it/sport/ciclismo/2011/08/15/news/bani_non_pu_passare_pro-20463626/index.html?ref=search

e riporto il testo integrale affinchè tutti possano leggerlo:


La beffa di Eugenio Bani
"Niente professionismo"
Cambiata la norma sul passaggio tra i pro: punito il 'piccolo Cipollini' che denunciò il doping. "Vogliono impedirmi di lavorare, anche se ho aiutato Coni e federazione". Di Rocco, n.1 Fic: "Lui ha fatto il furbetto"
di EUGENIO CAPODACQUA

ROMA - Dopato pesantemente, con gli ormoni a soli 17 anni. Sanzionato, la pena ridotta per collaborazione e già scontata. Tornato felicemente alle corse nel dicembre scorso con una formazione giovanile toscana, la Danton Cafarrini. E adesso in odore di professionismo. Un professionismo che Eugenio Bani, velocista che qualcuno giudica già il nuovo Cipollini, può solo sognare, perché gli sarà vietato per sempre da una recente delibera della Federciclismo.

"Pensavo fosse finito tutto e invece eccomi di nuovo nei casini: mi vogliono impedire di diventare professionista; mi vogliono impedire di lavorare e di realizzare quello che ho sempre sognato. Non me l'aspettavo proprio dopo che ho dato all'inchiesta del Coni e della Federciclismo tutta la collaborazione possibile". Un'inchiesta, rivelata da "Repubblica" nel gennaio scorso, che, se non ha potuto accertare con certezza che i dirigenti della squadra dopavano i giovani corridori (ma il procedimento penale è ancora in corso...), ha portato tuttavia la Disciplinare della Fci a sanzionarli per eccesso di medicalizzazione. Imbottivano gli atleti come "polli da batteria" (definizione del Procuratore Santilli, ndr), sia pure di prodotti leciti, al solo scopo di migliorarne la prestazione. Una sentenza da tutti definita storica. Eppure adesso a Bani è precluso perfino l'accesso come stagista presso l'Amore & Vita di Ivano Fanini, che lo vuole nella sua formazione.

Al centro del dibattito una delle ultime delibere della Fci impegnata, dopo anni di oscurantismo bacchettato di recente anche dal presidente del Coni Petrucci, a dimostrare che si sta facendo qualcosa nella lotta al doping. E che, cancellando i due anni di attesa per i sanzionati per doping prima di poter passare al professionismo, praticamente impedisce a chiunque abbia subito una condanna di accedere al mestiere. Coincidenza o combinazione, questo provvedimento finora colpisce il solo Bani, il "collaboratore". Un provvedimento ad personam, insomma, per colpire indirettamente Fanini da sempre nemico giurato di Di Rocco?

"Fanini fa solo confusione. La delibera è nel solco dei regolamenti del Cio" spiega il presidente Fci, "ma non c'è solo Bani a scontarne le conseguenze, ci sono altri due atleti. L'atleta ha collaborato? Non più di tanto. Ha fatto il furbetto. Se ha preso prodotti illeciti li ha presi lui, i dirigenti della squadra sono stati sanzionati non per doping, ma per violazione del regolamento di disciplina". Strane parole sulla bocca del massimo dirigente ciclistico che in una lettera del 20 gennaio 2010 parlava di atleti "che sono l'anello più debole" e scriveva: "Ho apprezzato molto la Tua decisione di collaborare (...) Il Tuo atto di coraggio (...) Confida sempre nel pieno supporto della Federazione (...) Potrai tornare a correre nel gruppo a testa alta".

"Neppure il segretario Pavoni mi ha saputo dare i nomi degli altri sanzionati come Eugenio" spiega Fabrizio Bani, battagliero padre dell'atleta. "Ho inviato lettere a Di Rocco; al presidente del Coni; ho chiesto al consiglio federale di revisionare questa norma, che reputo incostituzionale (parere sostenuto anche dal noto costituzionalista Sandulli, ndr) e che colpisce solo mio figlio. Finora non ho ricevuto risposte. Ma andrò fino in fondo: ricorrerò anche al Tar, se necessario: la regola mi sta bene, la sottoscrivo, ma non c'era quando Eugenio è incappato nell'antidoping e non può avere valore retroattivo. Non si possono distruggere i sogni di un ragazzo che ha già pagato tantissimo".

Come dice tex spero che vengano presi provvedimenti verso la FCI perchè non è giusto che succedano certe cose

25 agosto 2011 19:47 harlock
In tutta questa vicenda non ci sono parole per l'assurdo comportamento della FCI e con l'approvazione del Coni.
Di Rocco per farsi bravo contro il doping, secondo me ha perso la testa.
Qui ci vuole davvero qualcuno che lo faccia ragionare altrimenti è bene che Bani e Fanini, con i migliori legali sulla piazza, si muovano opportunamente per richiedere un congruo risarcimento danni.

Fanini vincerà
26 agosto 2011 16:37 ruben
E' una bella lotta con la FCI per l'affermazione di un giusto principio. Ma sono certo che anche stavolta il sig. Ivano Fanini ce la farà. Di solito quando punta ad un risultato lo ottiene e qui è in gioco la vita e la carriera di un talento puro, quindi a maggior ragione, lo scopo che lo muove è davvero nobile.
Bravo Fanini e bravo anche Bani che si è affidato a lui per cercare di ottenere giustizia.

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