TOUR. Oggi si torna sull'Alpe del mito

| 22/07/2011 | 10:11
Dopo il Galibier ecco l’Alpe d’Huez, in tutti i sensi. Perché ieri si è arrivati in cima al Galbier e oggi all’Alpe d’Huez, e perché, prima di scalare l’Alpe, si sale di nuovo il gigante alpino.
La diciannovesima e terzultima tappa del Tour porta la carovana da Modane all’Alpe d’Huez dopo 109 chilometri. Sommati a quellli che si affronteranno domani a cronometro e domenica nella passerella sui Campi Elisi alla fine del Tour ne mancano 244, più o meno una frazione lunga.
Oggi il Galibier viene scalato dl versante nord, quello più duro, che dura 16.7 km e ha una pendenza media del 6,8% ed è anticipato dal Telegraphe, 11.9 km al 7,1%: fra i due 5 km per rifiatare.
Dopo aver detto addio al mostro inizia la marcia di avvicinamento all’Alpe d’Huez. A Bourg d’Oisans la strada comincia a salire, e i corridori a intravedere i 21 terribile tornanto che li dividono dalla linea d’arrivo. L’Alpe è stata la montagna degli olandesi negli anni ’70-’80, e quella degli italiani negli anni ’90, quando per ben sei volte hanno vinto nostri connazionali.
Il primo a vincere nel 1952. è stato Fausto Coppi che ha anticipato di quasi quarant’anni l’inizio della serie di vittorie Made in Italy. Gianni Bugno nel 1990 e ’91, Roberto Conti nel 1994, Marco Pantani nel 1995 e ’97 e Giuseppe Guerini nel 1999, quando un incauto spettatore lo fece cadere all’ultimo chilometro rischiando di privarlo della più grande soddisfazione della carriera.
L’ultima volta che il Tour è arrivato all’Alpe è stato deciso: è qui che, nel 2008, Sastre ha attaccato e vinto la sua unica Grande Boucle. Nel 2006 un altro uomo in maglia CSC ha esultato, era Frank Schleck, fratello di quell’Andy che oggi farà il possibile per vestirsi di giallo e allontanare a distanza di sicurezza Cadel Evans.
Quella volta secondo è arrivato Damiano Cunego, che, fin qui impeccabile, potrebbe provare a regalare il primo sorriso di questo Tour agli appassionati italiani.

da Bourg d'Oisans, Francesco Cerruti
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