I TEMI DEL TOUR. Quando si parla di volate...

| 29/06/2011 | 08:55
Di volate quest'anno alla Grande Boucle ce ne sono poche, a differenza di tanti altri Tour, di pretendenti alle vittorie negli sprint di gruppo molti, come in tutti gli altri Tour.
E se anche, per la seconda volta dal 1967, la Grande Boucle non inizia con un prologo, nessun velocista puro può ambire alla prima maglia gialla, duri come sono gli ultimi chilometri della tappa iniziale.
Gli organizzatori, particolarmente crudeli quest’anno con gli sprinter, hanno pensato di riservare loro solo sei tappe comode comode.
Si inizia a Redon, terza frazione, per un arrivo inedito della Grande Boucle; si prosegue, vento permettendo, a Cap Frehel, quinta tappa, altro arrivo mai toccato dal Tour; poi, per le ruote veloci, ecco la settima, con arrivo a Chateauroux, città in cui vincono solo i fuoriclasse (Cipollini nel 1998 e Cavendish dieci anni dopo); l’undicesima, a Lavaur, dove nel 2001 è arrivato da solo Rik Verbrugghe; la quindicesima con arrivo a Montpellier, terra cara a McEwen, vincitore nel 2005, e Hunter, che ha trionfato nel 2007; prima del gran finale, naturalmente sui Campi Elisi di Parigi, giardino di casa Cavendish, che ha vinto sul traguardo più prestigioso nelle ultime due edizioni.
Proprio intorno all’inglesino ruotano le ambizioni degli altri velocisti. L’impressione è che se Cannonball è in forma e i meccanismi di squadra non falliscono sarà quasi impossibile batterlo, altrimenti in molti possono avere la chance della vita.
I rivali più accreditati sono la coppia in maglia Garmin Farrar e Hushovd, il nostro Alessandro Petacchi e l’ex compagno dell’inglese, quell’Andre Greipel che per molti non ha ancora mostrato tutto il suo valore e si presenta al Tour per la prima volta come velocista principe della Omega Pharma-Lotto.
Se si considera che il treno HTC ospita due potenziali avversari di Cav come Mark Renshaw, l’uomo più fidato, e Matthew Goss, il vincitore della Milano-Sanremo, si capisce la distanza siderale fra l’inglesino e il resto del lotto.
Poi ci sono le possibili, e improbabili, sorprese. Dal russo Galimzyanov (Katusha) al neo campione spagnolo Rojas (Movistar), da Boom (Rabobank) a Boasson Hagen (Sky), da Vaitkus (Astana) a Bozic (Vacansoleil), fino ai francesi Feillu (Vacansoleil, già a segno otto volte n questa stagione) e Bonnet (FDJ) e all’altra ruota veloce italiana presente, Fabio Sabatini.
Senza dimenticare Tom Boonen, che al Tour vuole dimostrare di valere ancora i migliori al mondo.

Francesco Cerruti
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