DILETTANTI. Continua il diario della Colpack al Nettarine

| 27/05/2011 | 13:05
Ciao a tutti sono Rossella e oggi sono “incazzata nera” ma poi……..vi spiego il perché. Sveglia ore 7.30 e quando i nostri sono arrivati per fare colazione alle 8 il buffet era già tutto trasparente e come potete capire la gara inizia anche prima della partenza e chi tardi arriva male alloggia…comunque nulla di grave…..si fa una leggera colazione e poi il pranzo gara alle 10.30 e partenza dall’hotel in direzione Faenza alle ore 12.

Oggi qui fa molto caldo e visto che anche alla partenza arriviamo per ultimi ci tocca un bel posto al sole. In compenso quando ci avviciniamo al quartier tappa abbiamo come tutti gli anni la sorpresa di trovare a nostra disposizione bibite, piadine con prosciutto e formaggio e ravioli eccezionali….

 
Oggi tappa che parte da Faenza ed arriva a Castel San Pietro dopo aver percorso 160 km che…..non sono pochi; il percorso è pianeggiante fino al 127 km dove inizia la salita chiamata Cima Casoni di Romagna…sono 5 km e 200 metri e i primi 2,5 km sono duretti, anzi rettifico duri con pendenze fino al 12%...poi tutta una picchiata fino all’arrivo con una discesa tecnica.

Ma ripartiamo dall’inizio cioè dal momento in cui  vi ho parlato del mio momento di giornata…allora……9 atleti in fuga con un vantaggio di 2 minuti e 40 secondi, davanti abbiamo a rappresentare la nostra squadra, il Team Colpack, Giorgio Bocchiola e perciò chiediamo alla giuria di poter sorpassare il gruppo e far rifornimento al nostro atleta, ma soprattutto chiedere come sta. Chiediamo come sempre il permesso alla giuria che ci dà il consenso e iniziamo con tutta sicurezza ad avanzare suonando il clacson come consuetudine…….i primi atleti si spostano e arriviamo quasi alla testa e li succede ……..non so nemmeno che parola usare….succede che non ci fanno passare anzi rallentano e ci bloccano il passaggio…attendiamo ancora e continuiamo a suonare ma è a quel punto che da dietro arrivano borracce contro l’ammiraglia e addirittura insulti e parole pesanti….io al mio fianco, a due centimetri dalla mia porta, ho Colbrelli della Zalf che cerca in qualche modo di gridare ai compagni e dice loro di spostarsi, ma poi mi sorridere perché capisce che il loro atteggiamento non è del tutto normale. Sapete oggi siamo noi ad avere bisogno di andare davanti, ma domani potrebbero avere bisogno loro e allora capiranno che certi atteggiamenti sono del tutto insulsi e servono solo a creare pericoli.

Io non mi lamento mai ma, tutti in gruppo sanno che come ammiraglia Colpack siamo sempre pronti a dare una mano a tutti gli atleti in caso di guasti e cadute e non penso proprio di aver potuto meritare un atteggiamento tale da parte di molti atleti del gruppo.
SE LE AMMIRAGLIE PASSANO VUOL DIRE CHE HANNO IL PERMESSO DELLA GIURIA E VOI DOVRESTE PER RISPETTO DI TUTTI SPOSTARVI E LASCIAR PASSARE IN TEMPI BREVI I MEZZI CHE VANNO A DARE ASSISTENZA AI VOSTRI ATLETI.

Ho da dire anche all’atleta N° 172 Giradini che certe parole e insulti se li può tenere per sé perché comunque la gente in ammiraglia lavora per gli atleti che come lui fanno fatica e comunque prima di tutto bisogna avere rispetto per tutti…….noi non possiamo conoscere il percorso metro per metro e lui comunque non si può permettere di apostrofare persone che non conosce e magari hanno anche qualche anno più di lui. Punto…..ha ragione Scinto  Punto!

Questo è un problema che nei giri a tappe quando ci sono poche possibilità per i furgoni di fare rifornimento succede spesso e soprattutto visto che ora non ci sono più le radioline in caso di fuga è fondamentale andare a parlare con gli atleti davanti…..bisognerebbe in primis insegnare agli atleti a lasciar il passo alle macchine ma visto che sono un po’ sordi o tonti, bisognerà trovare un sistema……..una bella multa da parte della giuria?...una moto come al Giro che con bandiera annuncia il passaggio mezzi?.....non so ma qualcosa bisognerà sicuramente fare per evitare incidenti inutili. Anche se detto fra di noi…basterebbe solo un po’ di buon senso.

Per concludere la giornata, dopo l’arrivo mi accorgo che Davide Orrico è caduto…e mi dispiace tanto perché purtroppo eravamo davanti e nessuno ci ha detto nulla della sua caduta….niente di grave ha una forte botta alla spalla e una ferita alla gamba e tanto tanto dolore..mentre lo porto a piedi all’ambulanza il direttore del Giro, Selleri, mi chiede dove è caduto e chiede al pubblico sotto il palco di fare un applauso per questo atleta che nonostante la botta e le ferite è arrivato all’arrivo e continuerà la gara…….grazie mille..un grande gesto che dimostra una forte sensibilità verso gli atleti e tutte le loro fatiche.

Come vedete …ogni giorno è particolare e domani come diciamo sempre è un altro giorno. Zardini partirà con la maglia del GPM e Orrico con un mucchio di acciacchi…..ma domani è un’altra storia…vai Davide a te la penna!


Ciao a tutti, come vi ha già anticipato Rossella sono ancora io … immagino già le vostre faccie  … Davide Orrico (nella foto Rodella, a lato) che vi scrive qui dal Giro Delle Pesche Nettarine per raccontarvi la mia giornata, direi non troppo positiva, e quella dei miei compagni che oggi come sempre nell’ultimo periodo sono stati protagonisti.

Tutto inizia questa mattina alle 8.20 con la sveglia e la colazione a base di crostata (che non manca veramente mai ) qualche fetta biscottata e del latte freddo, successivamente intorno alle 10.30 abbiamo mangiato prima della gara, un pranzo anticipato diciamo a base di pasta, alcune fette di prosciutto crudo, mozzarella e del grana poi in camera a prepararci per lasciare l’albergo in quanto il via della tappa è alle 13.30 e su indicazione di Gianluca il nostro direttore sportivo dobbiamo trovarci alle 12 meno dieci al furgone per partire alla volta di Faenza la sede della partenza.

Una tappa apparentemente semplice il solito piattone con una sola asperità a 30 km dal traguardo, una salita non impossibile ma che affrontata dopo 120 km a ritmi forsennati si è fatta sentire nelle nostre gambe.
Come già anticipato la tappa non era dura ma subito dal primo km l’elevata velocità ha frazionato più volte il gruppo anche grazie alle strade strette e tortuose che ogni volta allungavano il plotone. La gara è diventata molto selettiva infatti dopo 40 km e numerosissimi tentativi di fuga “scappa” la fuga decisiva composta da 7 corridori tra i quali riesce ad infilarsi il mio compagno Giorgio Bocchiola che come ha dimostrato domenica scorsa a Garlasco sta pedalando davvero forte.

Dopo pochi km di tranquillità in gruppo tutti vogliono provare a rientrare sui fuggitivi ma solo in 2 ci riusciranno e ahi noi uno dei due sarà il vincitore di tappa, infatti Trentin e il suo compagno Monteiro dopo un lungo inseguimento solitario riescono a rientrare sulla fuga che piano piano prenderà il largo.
Dietro torna un apparente tranquillità io e il mio compagno Mauro Locatelli abbiamo cercato di stare più vicini possibili ai nostri leader di giornata fino a quando al km 119 succede quello che nessun ciclisti si augura mai che  gli accada … una caduta, ma non una semplice scivolata una caduta di quelle che lasciano il segno o i segni se preferite.

Per me sembra un deja vu, una scena già vista come al Giro Della Valle d’Aosta di 2 anni fa. Infatti come accadde nella valle dopo un prologo perfetto oltre le aspettative la seconda tappa (in quel caso semitappa) mi è stata fatale. In gruppo la tensione era palpabile dopo numerosi sbandamenti arriviamo su un piccolo ponticello senza apparenti difficoltà e come accennato ecco la caduta. Se devo essere sincero è la prima volta in 15 anni in cui corro in bici che mi sono davvero spaventato, un corridore della Gavardo cade davanti a me non potendolo evitare sbando sbattendo contro il guard rail e con la schiena ci scivolo sopra fino a quando non sbatto violentemente con la spalla contro una giunzione di ferro e rimbalzo in strada , apparentemente

una botta come tutte le altre, mi rialzo subito, ma sono stato costretto a risedermi poco dopo il dolore alla spalla era davvero troppo forte quindi aspetto qualche minuto prima di ripartire … ma … il gruppo non aspetta nessuno quindi qui finisce la mia gara mentre davanti Edo e Zilio (Zardini e Zilioli) si scatenano in salita e riescono a scollinare tra i primi in salita e Edo coglierà un terzo posto che gli vale la maglia di miglior scalatore.

Non sembra passare più la strada per portare la bici al traguardo ma fortunatamente trovo un piccolo drappello di “colleghi” che mi aiutano ad arrivare piano piano al traguardo … tappa finita FINALMENTE e dentro di me penso “Che calvario”, ma a sangue freddo ripenso che sono stato davvero fortunato oggi.

Scortato da Rossella vado in ambulanza per controllare la spalla e qui una sorpresa che mi ha fatto tornare il sorriso, eheh… infatti mentre i paramedici mi disinfettano il profondo taglio alla spalla affianco a me sull’ambulanza c’è un signore con la maglia del giro che non si sente molto bene. Il motivo lo volete sapere? “E’ alticcio”. le testuali parole di una delle ragazze all’interno dell’ambulanza… beh si può proprio dire che oggi le abbiamo viste proprio tutte e dopo questa sorpresa torniamo in albergo con il morale risollevato.
La spalla va meglio, noi stiamo bene, siamo in forma e pronti per riprovarci nei prossimi giorni.
Un saluto a tutti!

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COMMENTI
Scusi
27 maggio 2011 15:13 Fra74
Sig.ra DI LEO, perchè ha ragione SCINTO?!? In merito a cosa?!?
Poi, se non sono troppo invadente, Manuel Senni e Giuseppe Fonzi hanno in previsione qualche Giro lungo questa stagione? E Michele Senni, il prossimo anno sarà della Vostra squadra?!?

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