FIGURE E FIGURINE. Riis, lo scaricatore

| 22/05/2011 | 17:58
di ANGELO COSTA   -
 
Fischi alla maglia rosa: anche se accade in uno stadio, come è considerato lo Zoncolan, non è una scena di ordinario ciclismo. Non è nemmeno costume dei tifosi italiani della bici prendersela con Contador: lo spagnolo viene quotidianamente incoraggiato e applaudito. Successe già nel 2008, quando l’Imbattibile arrivò direttamente dalla spiaggia e finì nell’albo d’oro. Un atteggiamento che il buon Alberto apprezza e non manca di sottolineare: ‘Non sono italiano, ma qui vengo trattato come se lo fossi’, è il ritornello da quando guida la corsa. Sembra essersela chiamata: sullo Zoncolan, Contador viene accolto a insulti e berci, come se al posto della maglia rosa avesse quella del Milan o della Juve. Si rassegni: in Italia di solito funziona così quando si entra in uno stadio.
Povero Contador: contestato per colpe che non ha. A lui, infatti, viene attribuita l’imboscata che ha portato alla cancellazione del Crostis e della sua temutissima discesa. E’ vero che avrebbe preferito non farla, come è successo, ma è vero anche che, come gli altri suoi colleghi, aveva accettato di correre l’intera tappa. E’ il caso di dirlo: lo spagnolo prende insulti per conto terzi. Il vero destinatario ce l’ha in casa: Bjiarne Riis, il suo direttore sportivo. Uno che ha guidato i team nel blitz per evitare il Crostis, uno che ha persino la forza di sorprendersi davanti alla protesta popolare: ‘Gli hanno urlato di tutto. Non è giusto, Alberto non merita questo’. Ha ragione, Riis: di prender dei nomi lo meritava solo lui.
Sono bravissimi, i grandi manager del ciclismo: quando ne combinano una grossa, sono subito pronti a dirottare l’attenzione altrove. Come nella vicenda delle spinte sull’Etna: lì il problema non era che qualcuno avesse infranto il regolamento, ma scoprire chi avesse fatto le foto a chi si era fatto trainare dalle ammiraglie. Così adesso: il problema non è aver sfregiato una grande tappa e offeso la folla di appassionati che aspettava da settimane una giornata così, ma la rabbiosa reazione di chi ha subìto un torto. Complimenti a Riis, per come butta le colpe addosso agli altri: il ciclismo è un grande porto di mare, lui un ottimo scaricatore.

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