I VOTI DEL DIRETTORE. Nibali piace, Contador un po' meno

| 21/05/2011 | 20:19
di PIER AUGUSTO STAGI   -


Gianluca BRAMBILLA. 7. All'uscita di Silian attacco del giovane scalatore della Colnago CSF in compagnia di Matteo RABOTTINI (7) e dell’esperto Bram TANKINK (6). I tre fanno davvero una gran bella gara. Gianluca, poi, dà tutto fino alla fine. Ci prova, si misura, poi viene respinto dallo Zoncolan. Ne esce sfigurato ma fa bella figura.  

Alberto CONTADOR. 5. Destino dei fuoriclasse: andare a cercare il pelo nell’uovo. Stacca Nibali, poi viene ripreso ed è lui ad attaccarsi al siciliano. Sempre al suo fianco, come una mosca tze tze. Non gli dà un solo cambio, poi alla fine lo attacca anche. Lui è innegabilmente un fuoriclasse, ma la forma, per gente come lui, è anche sostanza.

Igor ANTON. 8. Era la sua salita, e si fa trovare al posto giusto nel momento giusto. Il suo Giro è tutto in discesa, perché c’è ancora tanta salita.

Vincenzo NIBALI. 8. Dopo il Grossglockner pensavamo in negativo. Ci ha smentito, e siamo i primi ad esserne contenti. Calmo, riflessivo, lucido come pochi. Fa quello che sa di poter fare. Non solo una mossa azzardata. Nel dopocorsa, davanti al microfono poi è semplicemente perfetto: da dieci. Non sarà un fuoriclasse, ma dimostra di essere un campione.

Michele SCARPONI. 6,5. Testa dura, quanto i rapporti che tira. Non è brillantissimo, ma si difende con tenacia e caparbietà. Paga alla fine qualcosa, ma il Giro è ancora lungo e lui è sempre pronto allo scontro. Indomabile.

Denins MENCHOV. 6. E’ certamente in crescendo, ma paga qualche dolorino di troppo alla schiena e una preparazione fatta di tanti chilometri in allenamento e pochi in corsa. Poco spettacolare, diciamo pure invisibile.

Carlos SASTRE. 4. E’ arrivato al Giro poco allenato, in chiaro ritardo di preparazione. Ora si è anche ammalato: il cerchio si è chiuso. Anche il Giro.

Joaquin RODRIGUEZ. 5. Anche oggi paga dazio: undicesimo a 2’24” da Anton. E’ venuto al Giro per puntare al podio. Invece è spuntato.

John GADRET. 7. Ha vinto una tappa, si è piazzato sul podio in cima al Grossglockner, oggi è sesto a 1’38”. La vera rivelazione di questo Giro.

José SERPA. 4. Da dopo la tappa di Ravenna, da quando sono cominciate le salite, lamenta una forma allergica che lo sta limitando. Basta guardarlo: è gonfio. Non è certamente il Serpa che doveva puntare ad un posto nei dieci. Va troppo piano per essere quello vero.

José RUJANO. 5,5. Oggi ha corso a difendersi, perché una brutta giornata può capitare a tutti. Paga i sei minuti persi nella tappa dello sterrato (Orvieto). E forse oggi ha anche pagato una cattiva alimentazione. Poteva pagare molto di più, è stato in ogni caso bravo a non colare a picco. Undicesimo a 2’11”: nella top ten può entrarci.

Roman KREUZIGER. 5. Dispone di una squadra fortissima (a proposito, bravi Tiralongo, Masciarelli e Kiserlovski), lui fa vedere cose accettabili, niente di più. Solo sedicesimo a 3’32”. Come dice Beppe Martinelli, «Bisogna avere pazienza…». Tanta.

Matteo CARRARA. 7. Sta facendo un ottimo Giro d’Italia. Ora è tredicesimo nella generale, a 8’09” da Contador. E’ venuto al Giro non per vincere, ma per fare bene. E non si può dire che non ci stia riuscendo.

Dario CATALDO. 5,5. Altalenante, ma c’è. Ora è quindicesimo nella generale. Può fare di più.

Przemyslaw NIEMIEC. 8. La Lampre sta correndo un grandissimo Giro d’Italia. Squadra attenta e compatta: giovani e vecchi. Il polacco è la vera guida. Lavora come pochi e alla fine è anche ben messo in classifica generale: diciannovesimo a 12’56”. Inesauribile.

Domenico POZZOVIVO. 4. Malato, malaticcio, ma anche quando stava bene non ha dato l’impressione di esserci. Nella generale è laggiù a 49’10”. Già è piccolo, ora è invisibile.

Andrea NOE’. 8. Sognava Milano, il suo ultimo traguardo, prima di appendere definitivamente la bicicletta al chiodo. Sognava di correre e finire il suo ultimo Giro d’Italia: si è dovuto arrendere in Austria. Quindici chilometri e Andrea oggi è stato costretto ad alzare bandiera bianca. Un virus maligno l’ha messo KO, svuotandolo di energie preziose. L’8 che gli diamo è alla carriera. Diciannove anni di serio professionismo, al servizio dei più grandi campioni. Tre giorni in maglia rosa, due vittorie, una al Giro, a San Marino, con la maglia della ASICS-CGA. In gruppo sono in tanti a volergli bene, nonostante i suoi continui brontolii. Oggi quando è stato costretto a mettere piede a terra, ha fatto il segno della croce, come a dire: finito. Poi si è lasciato andare ad un soliloquio pieno di rammarico. Brontolone fino alla fine: Brontolo per sempre.


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COMMENTI
Pensate se fosse fatto a voi stessi
21 maggio 2011 23:19 tanev
attenzione a concentrare astio e malumori su Contador...bisogna ricordarsi quello che ha sofferto Marco Pantani quando è stato fatto oggetto dello stesso attegiamento.
Il corridore è un uomo solo perche spende in bici la sua giornata, la sua vita ed è solo sempre con se stesso, fa fatica, sente perennemente il fisico al limite e con esso la mente.
Che giustizia sia fatta quindi, ma senza pena di morte, nelle sedi dovute e se un atleta vince DEVE essere applaudito tanto lui tanbto quanto l'ultimissimo del gruppo. Vorrei tanto al centro del ciclismo rientrasse il CORRIDORE e non la politica dell'UCI e degli interessi che ruotano attorno al ciclismo. Firmato:Un appassionato

Pagella Contador
22 maggio 2011 10:11 TIME
Caro direttore, personalmente il comportamento di Alberto Contador a 300 metri dall’arrivo è uno dei tanti che lasciano da discutere quando da polemizzare, sta correndo in Italia e non in Spagna e sapeva benissimo che tutti i tifosi italiani proprio in quei frangenti erano tutti per Nibali, e imili affronti per avergli cercato un cambio qualche istante prima, appaiono esagerati e fuori luogo. No ! carissimo Alberto, sarai pur forte e gentile con Andy Schleck, ma da ieri quel fuori programma di finta attesa e ripartenza per ridicolizzare maggiormente Nibali non ce l’aspettavamo proprio da un campione di Clenbuterolo.

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