Granfondo Giordana, il fascino dell'avventura

| 26/02/2011 | 16:08
Viaggiare nel tempo? Il 26 giugno sarà possibile, grazie alla Granfondo internazionale Giordana, già Granfondo Marco Pantani, al via dall’Aprica (SO).
Una Granfondo che senza dubbio profuma di storia, non solo per il tributo al “Pirata”, evocato dalla precedente denominazione, ma anche e soprattutto per i suoi tracciati, che realizzano un vero e proprio tour nelle “mecche” del ciclismo. Nel percorso “Granfondo” (175 km e 4.500 metri di dislivello) si ripercorrono le orme dei “grandi” del passato, attraversando il Passo Gavia, il Passo Santa Cristina e, soprattutto, il Passo Mortirolo, che dal ’90 è entrato nelle tappe del Giro d’Italia e nella leggenda del ciclismo. É senza dubbio indelebile nella memoria degli appassionati la fuga solitaria dell'allora emergente Marco Pantani, che nel 1994 distaccò avversari “d’alto rango” come Miguel Indurain, Evgenij Berzin e Claudio Chiappucci.
La Granfondo internazionale Giordana, organizzata dal team GS Alpi di Vittorio Mevio, si presenta con un curriculum di tutto rispetto, con il Gavia, il Mortirolo e le storiche imprese di Marco Pantani a fare da richiamo per migliaia di adepti. L’anno scorso sono stati in circa 3.000 a calcare le scene della granfondo lombarda, e chiaramente l’obiettivo per il 2010 è di migliorare sempre di più. La strada finora imboccata è senza dubbio quella giusta, e anche se la manifestazione ha cambiato look (quantomeno nel nome), gli smaliziati appassionati del pedale hanno capito che, mutatis mutandis, la sostanza della celebre granfondo rimane una certezza. Ne è una prova la profusione di iscrizioni, maturata fin dall’apertura delle prenotazioni, e in continuo aumento anche in questi giorni. Dalla piattaforma web sono infatti arrivate centinaia di richieste, soprattutto da parte di ciclisti olandesi, belgi e spagnoli. Se le iscrizioni “d’oltralpe” continueranno a procedere a spron battuto, Mevio & C. non avranno problemi a veder realizzato il loro pronostico, cioè il superamento del migliaio di stranieri al via. La tavola internazionale è già stata imbandita, e dopo il successo dello scorso anno (con oltre 650 partecipanti esteri, circa il 20% del totale), è chiaro che la granfondo dell’Aprica sia destinata sempre più a parlare ad un vasto pubblico “mondiale”.
La granfondo lombarda mette a disposizione di tutti gli appassionati tre tracciati, e oltre al già citato “Granfondo” ci sono anche un “Mediofondo” (155 km e 3.600 metri di dislivello) e un “Fondo” (85 km e 1.850 metri di dislivello). A fare da comune denominatore alle tre diverse distanze ci sarà il Mortirolo, unico dei tre “passi” mantenuto in ciascuna delle tre diverse lunghezze, e il cui nome è più che sufficiente per evocarne tutta la suggestione, tant’è che dire “Mortirolo” è diventato d’uso comune per identificare una fatica impegnativa.
Soltanto pochi mesi fa la celebre “scalata” del Mortirolo è stata onorata dalle gesta del varesotto Ivan Basso, poi trionfatore del Giro d’Italia 2010, che proprio nella tappa Brescia – Aprica si era aggiudicato la maglia rosa. E a proposito di Mortirolo è d’obbligo citare anche il campione che più lo rappresenta nell’immaginario collettivo, e cioè il romagnolo Pantani. Nel mese di maggio 2006 è stata posta all’8° km della salita, in località “Piaz de l'acqua”, una scultura realizzata da Alberto Pasqual, e raffigurante proprio il “Pirata”. Pantani è immortalato nell’atto di compiere uno dei suoi celebri scatti, con le mani basse sul manubrio e il viso voltato a scrutare gli avversari, in un’immagine che ne celebra la carriera ed anche il legame con i luoghi in questione.
L’appuntamento con la storia del ciclismo, dunque, è per il prossimo giugno. Le iscrizioni sono già attive sul sito ufficiale della gara, e la quota d’iscrizione, comprensiva di pacco gara, ristori, docce, pasta party, assistenza meccanica e sanitaria, è di 40 euro.

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