Professional: proteggiamole!

| 18/02/2011 | 11:08
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«Ma che senso hanno squadre come Ac­qua&Sapone o An­droni, come Col­na­go, De Rosa o Farnese?». Quante volte avete detto, sentito o pensato questa frase, magari leggendo la protesta di questo o quel team che chiedeva maggiori attenzioni, che reclamava spazio e che so­prattutto puntava ad un posto al Giro d’Italia?
Eppure le squadre Professional hanno un senso importante, al punto da essere diventate addirittura un patrimonio da difendere, da tutelare, in assoluto da non disperdere. E la tutela deve arrivare dall’alto, tanto a livello internazionale quanto a livello nazionale, e passa per la definizione precisa di doveri e speranze.

Vivaio. Nell’organizzazione del ciclismo moderno che, anno dopo anno, va definendosi - anche se con estrema fatica - le formazioni Professional stanno assumendo in Italia il ruolo di vivaio e di rampa di lancio, soprattutto per i corridori più giovani ma anche per chi ha qualche esperienza in più. Siccome numeri ed esempi concreti valgono più di qualsiasi teoria, pensate che nel 2010 la De Rosa Stac Plastic ha portato ben tre atleti al ProTour (Cristiano Salerno e Damiano Caruso alla Liqui­gas Cannondale e Matteo Montaguti alla AG2r La Mondiale). E altri quattro elementi hanno fatto un salto di qualità più piccolo ma indiscutibile accasandosi alla Androni di Gianni Savio e all’Acqua&Sapone di Palmiro Masciarelli. Sette corridori su sedici portati alla ribalta, un piccolo capolavoro per la formazione di Fabio Bor­do­nali e Giovanni Fidanza.
I fatti dicono che dai team Professional italiani sono riusciti a fare un salto di qualità 25 corridori, senza contare gli ucraini che hanno seguito lo sponsor Isd passando alla Lampre Isd di Pro­Tour. Venticinque corridori, una squa­dra che potrebbe disputare il ProTour e, leggendo i nomi, avrebbe di che far divertire i tifosi. Alla luce di questi passaggi, è quindi un segnale d’allarme che due di queste formazioni - Carmio­oro e Flaminia - abbiamo chiuso i battenti, riducendo di fatto le possibilità a disposizione di chi vuol conquistare la serie A del ciclismo.

Certezze di programma. Cosa fare per aiutare queste squadre a proseguire nel loro lavoro? La prima soluzione dovrebbe essere la certezza del programma, necessità che ha una duplice valenza: sportiva e sponsorizzativa. Dal punto di vista sportivo, in un’epoca di estrema specializzazione come quella che stiamo vivendo, è evidente che co­no­scere in anticipo il calendario che si andrà ad affrontare permetterebbe ai corridori dei team Professional di preparare al meglio gli avvenimenti. In­vece accade che troppo spesso queste formazioni siano letteralmente in balia degli inviti, in particolare per quanto riguarda i grandi appuntamenti. Dal punto di vista sponsorizzativo, invece, gioverebbe alla chiarezza dei rapporti fra team e aziende sapere in an­ticipo quale calendario si potrà seguire. La buttiamo lì: siamo sicuri che, se avesse avuto la certezza di partecipare al Giro la Ceramica Flaminia avrebbe ugualmente deciso di fare il secondo sponsor alla De Rosa e non avrebbe invece pensato ad incrementare il proprio in­vestimento? O, con più concretezza e me­no dietrologia, non è sbagliato pensare che se avessero la certezza di essere al via della corsa rosa la Androni e la Acqua&Sapone avrebbero già trovato un secondo sponsor ufficiale, aldilà di quello che portano oggi sulle maglie.

Palestra. Quest’anno, Lampre ISD e Liquigas Cannondale si presentano al via senza nemmeno un professionista. Certo, entrambe le formazioni italiane ne hanno tesserati molti all’inizio del 2010 e hanno organici decisamente giovani, ma il dato resta ovviamente si­gnificativo. E allora ecco che le formazioni Professional diventano molto im­portanti proprio come palestra per i più giovani, che hanno la possibilità di misurarsi con il grande ciclismo senza dover sopportare le pressioni di un top team. In seconda divisione, poi, c’è an­che maggiore pazienza e ci sono chance in più per tutti, oltre al fatto che tutte le squadre in questione hanno tecnici preposti proprio al lavoro con i giovani, cosa che non sempre avviene tra i top team. Formazione simbolo di questo discorso è la Colnago CSF: ogni anno il team della famiglia Reverberi fa passare quattro o cinque ragazzi che spesso vanno lontano.

Ripartenza. Non solo, le formazioni Professional rappresentano un’occasio­ne importante anche per corridori che, per vari motivi, sono stati costretti a “ripartire”. Evidenti sono - nell’elenco che vi abbiamo proposto - i casi di Mi­chele Scarponi che dalla Androni di Gianni Savio ha ricevuto la spinta per riscoprirsi campione e nel prossimo Gi­ro sarà addirittura il capitano della Lampre, oppure di Luca Paolini, che torna nel grande giro con la Katusha dopo anni di onestà militanza nel­l’Acqua&Sapone. Ma ci sono anche Bertagnolli che ritrova il ProTour e Ventoso che finalmente ci approda e deve ringraziare Lorenzo Di Silvestro per l’opportunità che gli ha offerto con la Carmiooro. Così come Riccardo Riccò e Giampaolo Caruso devono essere grati alla Ceramica Flaminia.

di Paolo Broggi da tuttoBICI di Febbraio 2011
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COMMENTI
Era ora
18 febbraio 2011 14:38 discesaesalita
Era ora che si cominciasse a parlare di questo problema, squadre che non sanno che gare potranno fare durante l'anno, sempre in bilico quindi , perchè tutti sappiamo l' inportanza di partecipare a certe manifestazioni, ma è nosrmale che siano in mano a Organizzatori e regolamenti stupidi e fantasientifici.
Un appassionato che ora si metterà davanti alla tv per vedere la Tirreno ma così anche il Giro, dopo 10 minuti se và? tutti stranieri, pochissimi Italiani appena una trentina, alla faccia del rinascimento del nostro movimento, qui si sta affondando.
Poi si fara il mia culpa, il ciclismo non è in grado di organizzare un circuito chiuso come la F!, l'UCI non vuole ammettere il fallimento del pro-Tour in questo modo, gli organizzatori si credono padri eterni, ma chi sono gli attori ? svegliatevi e fatevi sentire, se qualche gara non partisse vedrete che si sveglieranno. SVEGLIA e w il ciclismo nazionale, quello che piace a noi Italiani

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