Striscia, ecco le parole di Ruggiero Torraco

| 17/12/2010 | 21:54
Intendiamoci: ogni rivelazione nel campo del doping merita di essere ascoltata. Ma ci sono rivelazioni e rivelazioni. E c'è modo e modo di presentarle.

UN CAMPIONISSIMO. Testuale di Max Laudadio in apertura di servizio: «Stavolta a parlare con il volto scoperto è un grandissimo ciclista, ex professionista per tantissimi anni». Va bene tutto, ma nemmeno Ruggiero Torraco ce ne può volere se diciamo che alla storia del ciclismo non è passato come un "grandissimo" e se sottolineiamo che i suoi "tantissimi anni" di professionismo sono solo due, peraltro privi di risultati significativi.
Una considerazione: se presentate a mia mamma - ascoltatrice media della tv - Torraco come un grandissimo, lei ci crede pure. E viene bellamente presa in giro.

SPACCIATORE. «Ho iniziato a prendere l'Epo per la prima volta nel 1996 e da lì mi si è aperto un mondo. Ma ho pagato sulla mia pelle quello che ho fatto perché sono stato ricoverato in rianimazione per una miopericardite tossica e solo un miracolo mi ha salvato. Vendevo sostanze dopanti e per questo sono stato condannato dalla giustizia ordinaria ad un anno e sette mesi di carcere. Fornivo le sostanze al medico della BEEP e al preparatore della BEEP. E al direttore sportivo della BEEP ho fornito 30 milioni di sostanze». Ricordiamo che Torraco ha smesso di correre nel 2000, quindi i prezzi che cita sono ancora in lire.

SISTEMI PER OCCULTARE. «Andriol assunto con olio d'oliva per farlo sparire entro sei giorni, occultamento dell'urina pulita nelle sale dell'antidoping, autoiniziezioni di urina pulita nella vescica». Tutti sistemi che probabilmente sono stati usati ma che ora nel mondo del professionismo non possono più essere utilizzati per occultare nulla, come ben sa chi ha visto cosa succede sul traguardo di una gara. Dicono niente gli chaperon?

APPROVIGIONAMENTO. «Ci sono tre sistemi per procurarsi sostanze dopanti. Il primo è il farmacista compiacente che "ruba" sostanze a chi le deve prendere, consegnandone magari la metà del dovuto ai vecchietti che devono prendere e accantona il resto per chi si dopa. Il secondo sistema è la provenienza ospedaliera con infermieri compiacenti che somministrano la metà delle dosi ai pazienti e mettono da parte il resto. Il terzo sono le farmacie svizzere dove puoi comprare di tutto: noi andavamo là in bicicletta, mettevamo i prodotti nella borraccia e ripassavamo la frontiera salutando i doganieri».

PERCHE' PARLO. «Parlo per far prendere consapevolezza del problema. Io vorrei che parlassero tanti ragazzi che conosco e che hanno fatto anche un percorso di droga come me, c'è anche chi è morto».
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COMMENTI
17 dicembre 2010 22:18 ciclismodelsud
Parla perke' avra' guadagnato qualke euro a dire cose ke aveva detto anke a maurizio costanzo qualke anno fa.Ora con questa dichiarazione dormira' piu' tranquillo di sicuro .

spacciatore
17 dicembre 2010 23:54 LORY
....dovrebbe vergognarsi!!! spacciava allora per guadagnare e si vende oggi per quatro soldi... fa veramente pena!!!!!!!! uomo di M.....
lory

torraco.....
18 dicembre 2010 01:27 maxmari
sono stato compagno di squadra del signor ruggero nelle categorie dilettanti, gia a quei tempi era un brocco non andava avanti in nessun terreno. passato professionista x pura amicizia o ma senza meriti nessun tipo di risultato positivo x meritarsi il passaggio al professionismo.mi chiedo come un programma come striscia possa dare spazio ad asini che pur pieni e dopati ad arte x quello che dicono, sono rimasti asini senza mai ottenere risultati, con tutto rispetto x gli asini . il problema era solo il fatto che non erano portati .e che non si vince col doping , ma con le qualita che il signor torraco era proprio sprovvisto.

18 dicembre 2010 10:33 bloom
Torraco è stato bravo a rinfrescare le idee sui problemi del doping.
Se per tanti era un brocco quando correva, ha comunque vestito una maglia di campione del mondo. Se è professionista senza meriti, in realtà lui stesso non si è vergognato a dirlo ed anzi ha aggiunto che era tra i prof perchè era un fornitore di doping.
Pur avendo parlato di fatti accaduti 10 anni fa, alcuni personaggi coinvolti in quei racconti sono ancora in gruppo e magari fanno le stesse cose se non peggio.
Da 10 anni a questa parte quanti corridori sono morti? Quanti ancora in futuro possono lasciarci visto che i veleni che girano negli ultimi anni sono ancora più micidiali per la salute? Ben vengano queste trasmissioni perchè l'obbiettivo per ripulire il ciclismo è arrivare a 4 anni di squalifica al primo caso di doping e la radiazione al secondo per atleti e staff coinvolti.

Torraco: vittima o carnefice?
18 dicembre 2010 11:03 Bartoli64
Posto il fatto che un giornalista che realizza servizi per una trasmissione televisiva, che vanta uno share così alto come Striscia la Notizia, NON doveva commettere delle imprecisioni come quelle profferite da Max Laudadio (“grandissimo ciclista”, “ex professionista per tantissimi anni”), resta sempre una domanda: Ma questo Torraco è un carnefice o una vittima di un certo mondo del ciclismo?

Ieri e oggi ho letto di commenti non proprio positivi su questo ex corridore, però una cosa è certa: seppur al riparo da eventuali “noie” (a causa dei tempi di prescrizione), questo ragazzo ci ha “messo la faccia” dicendo chiaramente qual’era allora la sua figura di assuntore, nonché procacciatore, di sostanze dopanti e quali erano i ruoli ricoperti all’interno del “sistema” da parte di medici, farmacisti e infermieri ma ANCHE di persone che lavoravano (e chissà se lavorano ancora) nel ciclismo professionistico.

Non voglio commentare altri post che hanno additato la testimonianza di Torraco come prezzolata…..… se va gente a volto coperto è pagata dalla Redazione di Striscia, se ci va volto scoperto è sempre gente pagata.

Ma insomma diciamolo a chiare lettere che nessuno deve più andare in TV a parlare di queste cose no!

Torraco, probabilmente, non è un semplice infame ma solo un ragazzo a cui un ambiente putrido e colluso ha tolto il suo sogno riducendolo ad uno spacciatore prima e poi, a temine carriera, ad assuntore di sostanze stupefacenti.

C’è bisogno di ricordare quanti siano, specialmente tra i ciclisti, i ragazzi che hanno avuto problemi di tossicodipendenza o che sono stati vittime della più atroce delle sconfitte personali come quella del suicidio?

Attenzione anche a dire che rispetto a 10/15 anni fa le cose sono molto cambiate in quel mondo…… (30 casi - TRENTA - di doping accertati in Italia negli ultimi due anni).

Se da una parte le cose sono davvero cambiate (protocolli Adams, Passaporti Biologici, ecc.), dall’altra ricordiamo ciò che già successe con “Tangentopoli” degli anni ’90.

Di quella maxi-inchiesta si disse che aveva posto fine ad un sistema marcio e corrotto all’interno della politica e della Pubblica Amministrazione ma poi, negli anni a seguire, vennero a ruota le varie “Sanitopoli”, “Affitopoli”, “Vallettopoli”, “Affaropoli” e tante altre “Poli” di cui in Italia, purtroppo, siamo maestri riconosciuti a livello mondiale.

Se i tempi bui e tristi del ciclista professionista Torraco sono fortunatamente passati non illudiamoci troppo e non diamo bovinamente fiducia alle ipocrisie di gente interessata, perché la guerra al doping è ancora ben lungi dall’essere vinta.

La storia (seppur con le sue differenze) è destinata a ripetersi…. sempre.

L’importante, però, è saperlo!

Bartoli64

Passato presente e futuro
18 dicembre 2010 11:15 falco
Il doping nel ciclismo c'era, c'è e forse non ci sarà.
Torraco e Laudadio asini erano, sono e sicuramente saranno.

bartoli64, basta con le VITTIME
18 dicembre 2010 12:55 excalibur
Caro Bartoli64, le dice tante cose giuste, ma una inaccettabile, gravissima e ai limiti dell'incredibile:
«Torraco, probabilmente, non è un semplice infame ma solo un ragazzo a cui un ambiente putrido e colluso ha tolto il suo sogno riducendolo ad uno spacciatore prima e poi, a temine carriera, ad assuntore di sostanze stupefacenti».

questa storia delle VITTIME è inaccettabile, questo ragazzo faceva lo spacciatore, prendeva per i fondelli i finanzieri, era colluso con malfattori negli ospedali ed è stato codannato dalla giustizia ordinaria! non è una VITTIMA del sistema, è stato un delinquente!
Io faccio fatica ad arrivare a fine mese, ma il sistema non mi costringe a RUBARE, RUBO o SPACCIO solo se decido di farlo! Basta con la pietosa bugia delle VITTIME! Quelli veraamente vittima, hanno smesso di correre e cambiato mestiere, non hanno fatto gli SPACCIATORI!. Assurdo, inaccettabile, vergognoso.

Non vittima e non carnefice
18 dicembre 2010 15:14 Bartoli64
Ho letto il risentito commento dell’ottimo excalibur e vorrei subito sgombrare il campo dagli equivoci, anche perché ho qualche dubbio che il blogger indicato abbia ben compreso il significato reale del mio precedente intervento, nonché letto gli altri miei numerosissimi post (pubblicati su questo stesso sito) a riguardo del problema-doping.

Considero il buonismo (e i buonisti) come una delle peggiori iatture della civile convivenza, ma proprio non me la sento di “buttare la croce” addosso a Torraco.

Intendiamoci, ciò che ha fatto è assolutamente riprovevole…… ma quanti sono i bravi ragazzi che si sono piegati al “sistema doping” sino ad assumere, all’interno dello stesso, le posizioni più miserabili come quella dello spacciatore?

Io ne ho conosciuti più di qualcuno (anche un minorenne) e posso dire che chi fra gli atleti spaccia sostanze dopanti lo fa attraverso questa semplice equazione (piazzo due/tre dosi per farmene una) e non certo perché vuol intraprendere una carriera criminale alla Scarface.

So altrettanto bene che se c’è “una mano che dà”, ce n’è un'altra che “riceve” e personalmente NON considero quella stessa “mano che riceve” come del tutto scevra da colpe.

All’epoca del Ruggiero Torraco professionista, d'altro canto, i tempi della D.D.R. erano già belli che tramontati e nessuno, certamente, avrà costretto quel giovane atleta italiano a soggiacere a quello schifo.

Ruggiero Torraco, però, non era nemmeno quel brocco che ora si vorrebbe dipingere (dal momento un cui è stato Iridato della 70 km. a squadre juniores) e non si arriva alla nazionale italiana così facilmente se non hai almeno un po’ di “numeri” (es. Mario Cipollini è stato Iridato della 70 km. a squadre).

Ecco perché ho scritto che, in fondo, un po’ vittima Torraco lo è stato e non c’è dubbio che qualcuno (o qualcosa) gli abbia tolto i sogni che magari avrà fatto da bimbetto vendendosi grande in sella ad una bici da corsa in mezzo ad altri campioni.

Quanto al resto del post non posso che concordare (al 1.000 x 1.000) con quanto l’amico excalibur ha voluto (giustamente) far presente attraverso il suo intervento, perché è vero che si fa presto a “perdonare” e “comprendere” chi ha sbagliato quanto presto si fa ad ignorare di chi conduce la propria e spesso anonima esistenza nel lavoro, nell’onestà e nella rettitudine.

Ci tenevo a precisarlo.

Bartoli64

perchè...
18 dicembre 2010 18:10 Fra74
Perchè il presente articolo di tuttobiciweb non è firmato?!? l'Ironia da parte di un giornalista non sempre è sinonimo di professionalità. Torraco ha fatto delle dichiarazioni, gli si può credere o no, metterla sulla ironia non mi pare di buon gusto.
Peccato, qui tuttobiciweb non mi è piaciuta: la professionalità va sempre dimostrata, in modo equo, obiettivo e giusto.
Francesco Conti (mi firmo a scanso di equivoci).

FAATEMI CAPIRE
18 dicembre 2010 20:53 ewiwa
un corridore confessa lo massacrate, lo fa a viso coperto idem,lo fa a viso scoperto non cambia nulla lo stesso, il Dott.Torri ci riporta quello che gli confessavano i corridori scoppia un pandemoni....scusate mi potete dire come volete combattere il doping?
Per il direttore: è la seconda volta che scrivo questo commento che non pubblicate...forse vi danno fastidio le voci critiche alle vostre tesi?

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