Fci, la giustizia del ciclismo fa conoscere il suo lavoro

| 03/12/2010 | 16:22
Trasparente e innovativo: così è stato l’incontro stampa che ha gli Organi di Giustizia della Federazione Ciclistica Italiana per la  prima volta uniti insieme nel dialogo-confronto con i media.

“Gli Organi di Giustizia della Federciclismo in  questi anni hanno svolto una funzione insostituibile ed estremamente obiettiva, in sintonia con gli altri enti  preposti all'osservanza delle leggi, nel rispetto delle  regole  e della persona, a garanzia di tutti i soggetti  interessati, secondo i principi guida della trasparenza, dell'equilibrio e  della professionalità esprimendo, con le proprie decisioni, una qualità, che ci ha permesso di far fronte a situazioni difficili. La Federciclismo – ha sottolineato il Presidente Di Rocco – è sempre più determinata nella sua lotta contro il doping e allo stesso modo, la stessa determinazione ed attenzione per il tema della sicurezza che ci porterà tra poco a realizzare una convenzione con il Ministero degli Interni”.

Il primo intervento da parte dell’avv. Jacopo Tognon (Presidente Corte Federale) riguardante “l’Evoluzione del Diritto dello Sport” ha messo in evidenza come la Corte Federale sia un organo consultivo che si è adeguato all’evoluzione che il Diritto Sportivo ha avuto negli ultimi anni: “La Corte Federale è il custode dei regolamenti ed il garante dell’interpretazione corretta di questi. Con l’evoluzione del Diritto Sportivo e della sua specificità gli Organi di Giustizia hanno dovuto adeguarsi” - sottolinea l’avv. Tognon.

Significativa la tesi dell’avv. Salvatore Minardi (Presidente Commissione  di Appello Federale) sul “Giudizio di secondo grado”: “La CAF è un organo di secondo grado che però si occupa di alcuni casi di Doping. L’evoluzione  della CAF è il fenomeno più sorprendente. Grande professionalità anche nella stesura della motivazioni che accompagnano un giudizio ed una attenzione profonda ad ogni singolo caso. Il dialogo costante con la Procura Antidoping del Coni ha spinto questo organismo a realizzare richieste di deferimento in casi particolarmente delicati e la CAF a volte ha espresso giudizi molto più pesanti proprio per la sua determinazione, unita ad una attenta analisi di ogni singolo caso, che avviene in assoluta autonomia rispetto alla Federciclismo e in collaborazione agli altri Organi di Giustizia, della lotta al doping”.
Enzo Conte, Componente effettivo Commissione di Appello Federale, ha completato l’intervento del Presidente della CAF mettendo un accento sulla “Presenza sempre più costante e qualificata della difesa che è stata una ulteriore spinta al progresso e alla specificità anche da parte della CAF.

L’ avv. Vincenzo Ioffredi (Presidente Commissione  Disciplinare  Nazionale) ha esposto una tesi sul “Giudizio di Primo Grado”: “Noi continuiamo a lavorare perché il momento sanzionatorio sia anche un momento educativo. Basilare il dialogo con la Procura Antidoping del Coni che ha accolto anche alcune nostre sollecitudini a modificare delle normative. Spinti anche a colmare quel vuoto normativo che mette, ancora oggi, in evidenza alcuni casi di disparità”.

Il Procuratore Federale l’avv. Gianluca Santilli ha subito posto l’accento sulla: “Stretta collaborazione con la Procura Antidoping del Coni che è l’ente preposto per tutti i casi di Doping”, finalizzata, soprattutto, all’individuazione di quei “soggetti” che, spesso, ruotano intorno alle vicende degli atleti, i quali, il più delle volte, possono ritenersi “l’anello” più debole della catena, ne è testimonianza, l’istruttoria condotta a corollario del “caso” Bani. Un importante accenno, anche riguardo , una auspicata, futura, uniformità regolamentare, concernente le attività degli Enti di Promozione Sportiva”.
 
Il Dott. Simonetto, nell’esporre le attività della propria Commissione e relativi dati analitici, conferma l’assoluto impegno nel tutelare la salute degli atleti ciclisti con una attenzione particolare, come ribadito dal Presidente Di Rocco, ai giovani corridori. Simonetto ha voluto sottolineare l’evoluzione scientifica della materia e gli sforzi fatti dalla Federazione per essere in linea con le conseguenti modifiche normative. Un accenno, non ultimo in ordine di importanza, ai tanti e capillari controlli effettuati, ed all’attenzione nell’individuare le professionalità da inserire in organico, con specifico riferimento ai ruoli dei medici sociali.
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COMMENTI
QUALCHE RIFLESSIONE ANTIDOPING.....
3 dicembre 2010 18:48 renzobarde
QUALCHE RIFLESSIONE ANTIDOPING...

In linea di principio, queste “rendicontazioni” vanno giudicate in modo positivo. Quando si tratta della FCI e , particolare, del suo presidente Di Rocco, non si può non diffidare e volerci vedere chiaro : in sostanza la credibilità di costui come convinzione di una VERA lotta al doping non esiste, a nostro parere, perchè sono noti da anni ormai i tentativi di smussare ogni iniziativa che tenda ad intraprendere una SERRATA lotta al doping che peraltro abbisogna di una DISTINZIONE di fondo che prima o poi dovrà pur essere fatta :
1)i controlli del mondo ciclistico professionistico ;
2) i controlli delle categorie ciclistiche giovanili
I controlli nel ciclismo professionistico
Si continua a colpire SOLO i corridori, pur se tutti sanno bene come dietro ad ogni corridore che si dopa, esiste una fitta rete di “complici” o comnque di persone che “sanno”, a partire dai medici.
Proprio la figura del medico andrebbe chiamata in causa : ricordo che “imparai”, proprio assistendo negli anni '90 ad un convegno dei medici sportivi ( AIMEC) che “dietro ogni corridore che si dopa, c'è sicuramente un medico disosneto”, parola di uno dei medici più noti.
Frase che ho riportato con dovizia di particolare nel mio libro “Mondo Doping- Angeli demoni e furbetti nello sport”, libro “boicottato” da tutta la stampa sportiva (ovviamente !), cosi com'era stato boicottato il libro “Generazione Epo- Chi e come ha distrutto il ciclismo” con cui pur vinsi il premio CONI nel 2005 ( grazie alla commissione giudicatrice !), ma poi, guarda caso !, quello è stato l'unico anno in cui il CONI NON svolse (sic !) la solenne cerimonia di premiazione ( di solito coi massimi esponenti del Governo nazionale e del Coni stesso) : ebbi i 2500 euro di premio ma ben 3 mie lettere di richiesta di chiarimenti sono cadute nel nulla.
Mi sembrano particolari significativi : o no ?
I controlli nel ciclismo giovanile
Sono pochissimi. Sarebbe interessante che fosse fornito qualche numero. E certo che quel che trapela da alcune inchieste di alcune sezioni dei NAS dei Carabinieri fa emergere tanto “marcio” e tanta necessità di intensificare i controlli VERI, con modalità appropriate e ben finalizzate.
In ogni caso, è nel mondo giovanile che si deve operare con fermezza contro LA LOGICA DELLA VITTORIA PURCHESSI, CON QUALUNQUE MEZZO ecc. ecc.
E' qui che la politica della FCI è scadente .
Il caso Bani, che, dopo un anno, “grida vendetta”, è esemplificativo : punito solo lui che ha confessato, NON ANCORA assunta alcuna decisione verso TUTTI I PERSONAGGI chiamati in correo !
Che la stampa sportiva non parli di questi “casi” mi pare grave ed indicativo.
O no ?
Questo documento della FCI , in sostanza, come appare dallo stringato comunicato ufficiale, non dice molto e comunque lascia aperti tutti gli interrogativi che contano .
Come considerazione collaterale, per analogia, sollevo un interrogativo che meriterebbe da chi di dovere i dovuti chiarimenti :
perchè da oltre un anno, ormai, sul sito del Coni NON VENGONO PIU' PUBBLICATI i testi integrali delle sentenze emesse dagli organi di giustizia sportiva ?
Per qualche tempo, si è scritto che si “attendevano indicazioni del garante della privacy” ; poi è sparita anche questa frase, e NULLA PIU' è stato scritto.
Mi chiedo : il mondo del ciclismo, e dello sport, in senso più lato, è giusto che accetti, nel silenzio generale, una decisione la quale ha ovviamente delle “ragioni” ( in chi l'ha presa) ma solleva contrarietà e perplessità in chi vorrebbe conoscere una topologia informativa COMPLETA.
Renzo Bardelli www.renzobardelli.it




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