Pucinskaite, l'addio alle corse di una grande atleta

| 13/11/2010 | 12:14
Edita Pucinskaite ha chiuso ufficialmente la sua carriera ciclistica da professionista iniziata nel 1994 e gli sportivi di Stabbia le hanno fatto dono – quale prima donna nella storia di questo ambito riconoscimento – del Chiodo d’Oro, in occasione della serata di gala per il Trofeo Tandem. Sposata dal 9 novembre del 2001 con Roberto Rossi, Edita ha ottenuto la doppia nazionalità lituana/italiana e da oltre 10 anni abita a Monsummano Terme, dove può vantare una folta schiera di amici e tifosi. Nel suo curriculum agonistico figurano 97 vittorie da professionista e ben 18 gare a tappe che attestano le sue eccezionali doti di passista scalatrice. Gli highlights sono stati i successi nel Tour de France 1998 indossando la maglia gialla dalla prima all’ultima tappa, due Giri d’Italia e il campionato mondiale su strada a Verona nel 1999.
Ecco l’intervista che ci ha rilasciato per commentare il suo addio alle competizioni.

Un addio con rimpianti e nostalgia?
«Assolutamente no, erano due anni che mi preparavo mentalmente e sto vivendo l’addio alle gare in un modo molto sereno».
Come hai vissuto le tue prime giornate da…pensionata?
«Cercando di attuare i progetti che già avevo in mente e di distrarmi partecipando alle numerose feste che si svolgono in questo periodo; finalmente ho poi fatto visita al mio nipotino e a mia sorella, che vivono in Belgio. Dal punto di vista…atletico ora pratico con assiduità il podismo, senza però dimenticare del tutto la bicicletta».
In famiglia come è stata valutata la tua decisione?
«Mia madre è stata la più felice, poiché quando correvo stava sempre in ansia pensando ai possibili incidenti; l’unico ad accusare un po’ di nostalgia è mio marito Roberto, che mi avrà ripetuto mille volte “Ma sei proprio convinta?” Io però non cambierò idea, nonostante le pressioni che sto ricevendo dalla mia squadra, la Gauss-RDZ-Ormù e dai dirigenti della nazionale lituana»,
97 vittorie da Pro sono un bel bottino?
«Per me è sempre contata di più la qualità che non il numero delle corse che ho vinto».
La tua prima gara?
«Fu una corsa podistica al mio paese e mi piazzai quarta; mi arrabbiai perché volevo il podio, ma alla seconda corsa ho poi vinto…».
La tua ultima gara?
«Quella non ufficiale è stata la cronocoppie di Cittiglio, dove mi sono piazzata terz’ultima; mentre l’ultima gara ufficiale è stata il mondiale di Geelong, dove sono giunta 33a».
La vittoria più bella?
«Sono due quelle indimenticabili: il mondiale a Verona nel 1999 e l’insperato trionfo nella tappa del Ghisallo al Girodonne del 2006, che mi permise di vincere per la prima volta la massima gara a tappe femminile italiana e fu un’emozione incredibile».
Il giorno più brutto?
«Quando, per motivi politico-sportivi, non fui convocata nella nazionale lituana alle Olimpiadi di Atlanta 1996 nonostante avessi ottenuto degli ottimi risultati».
Cosa hai dato al ciclismo?
«Una buona immagine di professionalità, di tenacia e di attaccamento a questo sport; peccato che sia servito a poco poiché il ciclismo femminile è in grave crisi di sponsor e viene spesso mortificato dal maschilismo serpeggiante, come ho potuto riscontrare per l’ennesima volta al recente Gala di Conegliano, quando l’iridata di Geelong Giorgia Bronzini è stata quasi ignorata…».
Ci sono in giro delle eredi di Edita Pucinskaite?
«Vedo poche atlete con le mie caratteristiche, ma tra le lituane la più promettente è Rasa Leleyvite, mentre in Italia le migliori sono Tatiana Guderzo e Giorgia Bronzini».
Quali sono i tuoi progetti futuri?
«Uno dei più famosi registi lituani mi ha chiesto di fare la co-autrice per un documentario riguardante lo sport professionistico e io penso di accettare; inoltre continuerò le collaborazioni giornalistiche con alcune riviste specializzate di ciclismo e curerò l’ufficio stampa e pubbliche relazioni del team Gauss. Infine sono entrata con entusiasmo a far parte del team cicloturistico allestito dall’AVIS di Pistoia».
Hai qualche sogno nel cassetto?
«Avere un figlio e scrivere un libro sulle mie esperienze nello sport e nella vita, come mi ha consigliatoAlfredo Martini».
Un tuo pensiero su Franco Ballerini?
«Mi manca tanto, era sempre così disponibile, aperto con tutti. Ormai mi ero abituata a ricevere da lui le informazioni sui percorsi dei campionati mondiali e le ultime “dritte” me le aveva date su Geelong, nel novembre scorso; “Quel circuito potrebbe essere per te…”mi diceva sempre».

LA SCHEDA.
Edita Pucinskaite Rossi è nata a Naujoji Akmene in Lituania il 27 novembre 1975, ha debuttato nello sport a 8 anni ed è stata professionista dal 1994 al 2010 collezionando 97 successi tra i quali figurano un campionato mondiale, un Tour de France, due Giri d’Italia, 6 campionati di Lituania tra crono e strada, un Giro della Toscana, un Tour de l’Aude (F) e 4 prove di Coppa del Mondo femminile. Risiede a Monsummano Terme (Pistoia) dall’ottobre del 1998.

Stefano Fiori
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