La Csc scheda i giornalisti. Nygaard: «Non è assolutamente vero»
| 11/06/2005 | 00:00 Giornalisti schedati, con tanto di archivio fotografico, per imparare a riconoscere gli 'amici' dai 'nemici'. E' l'iniziativa che avrebbe preso la squadra danese della Csc, il team di Ivan Basso che dopo un Giro sfortunato ma da protagonista si appresta a tentare l'avventura Tour, secondo la denuncia di Gilles Le Roc'h, presidente dell'Associazione internazionale dei giornalisti del ciclismo, al seguito del Giro del Delfinato. Le Roc'h ha detto di aver appreso della schedatura da una fonte interna alla squadra stessa, diretta da Bjarne Riis, vincitore del Tour de France nel 1986. ''Quest'ultimo ha ideato un archivio per permettere ai membri del team di farsi un'idea sui giornalisti con i quali entrano in contatto e distinguerli tra 'amici', 'rompiscatole' e 'pericolosi'. Naturalmente si tratta di una distinzione del tutto arbitraria, per di piu' contraria alla legge francese che vieta la creazione di archivi sugli ordini professionali''. Dell'iniziativa, apparentemente tesa a penalizzare soprattutto le testate che si sono occupate piu' da vicino di doping, e' stato informato telefonicamente anche il presidente dell'Uci Hein Verbrugghen.
Intanto non si è fatta attendere la replica da parte del responsabile delle comunicazioni del team danese. «Non abbiamo mai preso un'iniziativa del genere, ne' certamente abbiamo intenzione di attuarla in futuro». E' categorica la smentita di Brian Nygaard, addetto stampa della Csc, alla notizia diffusa da Gilles Le Roc'h, presidente dei giornalisti del ciclismo, secondo il quale la formazione danese avrebbe schedato i giornalisti distinguendoli in 'amici' e 'nemici'. «Quello che va dicendo Le Roc'h e' molto grave e dovro' parlare con lui - aggiunge Nygaard -. La Csc ha sempre avuto ottimi rapporti con la stampa, mai problemi con nessuno. Siamo davvero dispiaciuti che circolino certe notizie. Oltretutto io ho partecipato ad una riunione con Le Roc'h durante il Giro d'Italia per preparare l'organizzazione del Tour e quella sarebbe stata l'occasione per affrontare l'argomento, invece... Eppure lui ha il mio numero e credo di essere la persona piu' disponibile nel mondo del ciclismo. Proviamo grande amarezza, comportarsi cosi' e' davvero scorretto».
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