Valori anomali nel sangue: toh, anche il calcio è dopato

| 26/08/2010 | 09:35
Le analisi del sangue di alcuni giocatori della Francia prima dei Mondiali vinti nel 1998 presentavano ''anomalie'' nei livelli di ematocrito. Lo rivela, in nel libro-confessione «L'implosione» in uscita oggi Oltralpe, l'ex medico dei Bleus Jean-Pierre Paclet, testimone privilegiato della vita da spogliatoio della nazionale transalpina.
«Dico quel che tutti sanno - racconta in un'intervista al quotidiano Le Parisien - Non m'invento niente. Avere un tasso di ematocrito elevato non dimostra che avessero preso Epo. Siccome non c'erano prove, non li abbiamo disturbati».
Paclet non fa nomi, ma si limita a spiegare, allusivo, che «si potevano avere forti sospetti conoscendo le squadre in cui giocavano alcuni calciatori, in particolare quelle del campionato italiano».
Parole che fanno convergere i sospetti su due delle stelle dei Bleus in quel Mondiale, l'allora capitano Didier Deschamps e Zinedine Zidane. «Il mio collega della Juventus Agricola è pur sempre stato condannato dalla giustizia italiana, prima di essere prosciolto - rincara la dose il medico scrittore, che ha lasciato la nazionale nel 2008 per dissidi con Raymond Domenech -E' di dominio pubblico che ci fossero pratiche quanto meno al limite nella Juventus dell'epoca».
Dichiarazioni che non vogliono essere accuse di doping, sottolinea piu' volte Paclet, anche se il sospetto e' piu' che legittimo. «Non vuol dire che i giocatori fossero dopati. E' un fatto che deve far riflettere» ribadisce all'agenzia Francen Presse, spiegando che «all'epoca nessuno aveva voglia di fare questo genere di indagini, che fosse la stampa, i giocatori, gli allenatori o i poteri pubblici». Ciononostante, aggiunge, «parlare della Juventus quando si parla di doping mi pare legittimo, ma sono due righe su 200 pagine».
La Federcalcio francese non ha finora voluto fare commenti, a differenza di Jean-Michel Ferret, medico ufficiale della nazionale maggiore francese nel Mondiale incriminato, che dice di essere ''caduto dalle nuvole'' dopo le dichiarazioni di Paclet. «Abbiamo fato decine di analisi approfondite - spiega al Parisien - Abbiamo cercato Epo e altre sostanze illecite. Non abbiamo trovato niente. C'erano solo due leggere anomalie a livelo di tasso di ematocrito, ma erano legate alle fatiche del campionato». Respinta al mittente dunque l'accusa di aver coperto i risultati sospetti per 'ragion di Stato': «Non mi hanno imposto nulla, ho la coscienza tranquilla. Che Paclet guardi al proprio orto».
Quanto al periodo in cui la nazionale maggiore fu affidata a lui, Paclet racconta nel libro alcuni episodi relativi a Germania 2006. Come quello di Patrick Vieira, infortunato che non riusci' a recuperare ma che insiste' a lungo con lui per una puntura di Actovegin, un farmaco dopante che il medico si sarebbe rifiutato di praticargli. E, infine, la drammatica finale di Berlino con gli azzurri: lui, Paclet, era in campo a rimettere a posto la spalla uscita a Zidane, in uno scontro nel secondo tempo. Ad intervento - dolorosissimo - concluso, Marco Materazzi, sostiene l'autore, lo avrebbe insultato con queste parole: «tu non servi a niente, medico di merda. Lo capisci che il vecchio è morto... è morto».
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COMMENTI
Calcio vs Ciclismo...
26 agosto 2010 10:30 The rider
Epo o non epo, nel Ciclismo gli atleti con ematocrito alto li sospendevano quindici giorni per la prevenzione sulla salute, nel calcio invece.... non fanno nemmeno i controlli antidoping, oppure sono pilotati.

DENIGRATORI, dove siete? Ha si, sono denigratori solo del Ciclismo.

Maurizio Ponti.

26 agosto 2010 11:46 Vincent
E si solo in ITALIA si e visto la più grande vergogna di fermare PANTANI al giro a un giorno dal arrivo e la che per lui e stato la fina e abbiamo visto poi che fina che fatto.
Altri sport non sarebbe mai successo solo qui si poteva vedere una cosa così siamo tutti noi che non dovevamo accettare questo e bloccare il giro senza nessuno che vince .
La lotta al doping chi paga chi niente ho tutti i sport nella stesa lotta ho smettiamo fare i buffoni .

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