Gli avvocati di Pellizotti: «Pronti a intervenire»
| 02/07/2010 | 17:11 Dopo aver sentito Franco Pellizotti, il cuo stato d'animo non è certo dei migliori, chiediamo lumi legali ai suoi avvocati: Cristina Lancellotti e Rocco Taminelli
A che punto è la procedura di Franco Pellizotti? «La Procura antidoping, dimostrando la massima disponibilità, aveva sentito Pellizotti già il 17 maggio scorso, a quindici giorni dall’apertura della notifica del procedimento da parte dell’UCI. In quella data avevamo chiesto che l’UCI producesse dei documenti che potevano aiutare a chiarire la nostra posizione, e sappiamo che la Procura antidoping ne ha immediatamente richiesto all’UCI la trasmissione. Incredibilmente, a oggi, non sono ancora stati trasmessi, per questa ragione la Procura Antidoping non ha ancora potuto prendere alcuna decisione».
Per quale motivo l’UCI non ha dato seguito a queste richieste? «Francamente ci sfugge. Un dato che però rimane incontrovertibile è che in questa procedura la tempistica e i tempi hanno dei connotati molto sospetti: l’ultimo valore ematologico di Pellizotti che sarebbe sospetto, risale al 2 di luglio 2009 (esattamente un anno fa…), ma Pellizotti è stato confrontato per la prima volta con queste supposte anomalie solo il 1° marzo di quest’anno, e guarda caso l’apertura del procedimento gli è stata notificata alla vigilia della partenza del Giro d’Italia…».
Pellizotti, che al momento non è sospeso, potrebbe correre? «Formalmente sì, ma con la pressione mediatica che una simile situazione genera su di lui e i suoi compagni e con il rischio che dopo un qualche giorno di gara giunga una decisione di deferimento dell’UPA, accompagnata da una sospensione, come si può pretendere da una squadra che lo iscriva alla partenza di una gara? Quali legali di Pellizotti non vorremmo poi che una sua partecipazione possa essere letta come una pressione nei confronti dell’UPA, la quale deve poter decidere serenamente e liberamente».
Ma se la situazione non si sblocca cosa intendete fare? «Come già fatto in altre situazioni, faremo intervenire la giustizia civile Svizzera per richiamare l’UCI alle sue responsabilità di autorità antidoping neutrale e indipendente».
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