Savoldelli: sento che miglioro di giorno in giorno
| 21/05/2005 | 00:00 Paolo Savoldelli è l’uomo del giorno e spiega così la sua impresa: »La CSC ha lavorato molto, sapevo che la corsa si sarebbe conclusa sull’ultima salita. Sono andato dietro a Simoni, ho risposto bene e ho visto Basso staccarsi, così ho accelerato forse troppo forte perché negli ultimi 500 metri della salita mi sono un po’ piantato. La squadra? I gregari devono esserci quando servono, come Padrnos che mi ha aiutato quando in salita un corridore mi è venuto addosso e mi ha rotto una scarpa. Alla vigilia non avevo un piano, ma oggi forse ne avevo io più degli altri e allora ho attaccato. Domani vedremo chi ne avrà di più perché questo è il bello del ciclismo. Sto facendo più di quanto mi aspettassi, mi sembra di migliorare ogni giorno e sono contento perché il mio obiettivo ero quello tornare competitivo. E credo di aver avuto una rispossta positiva. Miglioramenti? In salita sono sempre andato bene, ma ora forse ho imparato a gestire meglio l emie energie».
Danilo Di Luca: «Direi che oggi sono stato veramente molto bravo, sono riuscito a gestirmi molto bene in ogni fase della corsa e non ho sbagliato praticamente nulla. Sì, mi sento molto contento, anche se mi vien paura a pensare alla tappa di domani...».
Gilberto Simoni: «È andata così... Il Giro è ancora aperto e Savoldelli è andato molto forte».
Ivan Parra: «È stata una fuga lunghissima, è la quarta vittoria della mia carriera. Oggi c’erano mia moglie e mio figlio e la vittoria la voglio dedicare a loro. Io e Rujano abbiamo collaborato bene, abbiamo fatto un grande lavoro e per noi l’importante era riuscire a vincere: ho provaato io per primo a scattare, nessuno mi è venuto dietro e sono andato fino alla vittoria».
Biarne Riis: «Oggi Ivan è stato male tutto il giorno, adesso è andato subito in albergo. Probelemi di stomaco per lui, che è comunque stato aiutato da una grande squadra. Direi che per come stava siamo stati fortunati di aver perso così poco terreno e speriamo già domani di essere neelle condizioni di giocarci la taappa».
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