| 30/05/2010 | 09:41 Il tappone del Gavia dice poco solo apparentemente, perché dice tutto quello che doveva dire: Ivan Basso è il vincitore della 93° edizione del Giro d¹Italia. Non vince la tappa, ammette al sicuro in cassaforte la maglia rosa, rosicchiando abbuoni (8”) e secondi allo spagnolo Arroyo, che scivola da 51” a 1’15” dal varesino. Oggi crono conclusiva all¹ombra dell’Arena di Verona. 15 km contro il tempo per decidere il podio, ancora tutto da disegnare, meno il primo gradino. Su quello ci salirà Ivan, per la seconda volta, nella sua seconda vita sportiva. Vince con forza e autorità, supportato da una squadra super e contrastato da avversari che non gli hanno dato tregua. «Il più è fatto, ma per scaramanzia lasciatemi dire che il Giro finisce domani sera, a Verona», spiega il varesino in rosa nel dopocorsa. «Mi accosterò a questa ultima fatica come se in classifica avessi solo un secondo da difendere: guai abbassare la guardia», assicura. Il tappone del Gavia si anima solo negli ultimi km, con una fiondata di Evans che, alla ricerca del podio, crea scompiglio nel gruppo dei migliori. Ci prova anche Scarponi a scrollarsi di dosso tutti, ma Basso gli resta in scia e alla fine è solo lui a guadagnarci qualcosa. Per il resto schermaglie fin dai primi km, con l’attacco di un gruppo di 13 corridori, poi di Stefano Pirazzi e infine dell’irlandese Dan Martin, che in breve viene raggiunto da un gruppo di 19 contrattaccanti, fra i quali Cunego e Pinotti. All¹inizio della salita verso la Forcola di Livigno i 20 battistrada hanno 1’09” di vantaggio sul gruppo maglia rosa. Lungo la salita si scatena l¹attacco di Sastre e Simoni, che in breve raggiungono i 20 fuggitivi. A loro più tardi si aggrega un altro uomo di classifica, il kazako Vinokourov. Intanto si ritirano Stefano Garzelli, in difficoltà dopo la caduta di venerdì, e lo spagnolo Xavier Tondo. In cima alla Forcola di Livigno, Matthew Lloyd va a prendersi i punti del Gpm per riprendersi la maglia verde strappandola a Basso. L¹australiano passa in testa anche sul Passo di Eira (tutte e tre le maglie sono australiane: rossa di Evans, bianca a Porte, verde a Lloyd, ndr), dove i fuggitivi fanno segnare un vantaggio di 1’07” sul gruppo maglia rosa, nel quale rientra Cunego. Sulla salita verso il Passo di Foscagno, Pirazzi se ne va da solo e svetta con 50” sugli inseguitori e 1’45” sul gruppo. All’attacco del Gavia, Cima Coppi di questo Giro con i suoi 2.618 metri di altitudine, Pirazzi rientra nei ranghi, mentre Simoni allunga seguito da Tschopp. Il trentino, al suo ultimo Giro e corsa vuole tentare l’impresa per chiudere la carriera. In cima al Gavia lo svizzero però lo batte senza tanti problemi. Gibo si rialza e si lascia risucchiare dal gruppo. «Ci ho provato, ma dietro non ci hanno mai dato spazio. Mi sarebbe piaciuto lasciare con un segno importante la mia carriera, ma a me è sufficiente il calore del pubblico», dirà il trentino. I Liquigas di Basso controllano con autorità. Tschopp va a prendersi la vittoria più che meritata, alle sue spalle Vinokourov, Righi e Karpets vengono risucchiati da un Evans scatenato. L’australiano scatta alla caccia della vittoria di tappa e in un amen supera Vinokourov e si piazza secondo a 16” dallo svizzero. Dal gruppo se ne va anche Scarponi, che nella generale ha solo 19” di ritardo dal terzo posto occupato da Nibali. Basso cerca di portare su il compagno di squadra per salvare il suo posto sul podio, ma il messinese non ce la fa e allora è il varesino, in prima persona, ad andare a riprendere Scarponi, e batterlo nella volata per rubargli l¹abbuono e consentire a Nibali, seppure per un secondo, di mantere il terzo posto nella generale. Scosse di assestamento, dopo il terremoto del Mortirolo. Basso dice che lui il Giro non l’ha ancora vinto. Non dice però che gli altri non riusciranno più a farglielo perdere.
da Avvenire del 30 maggio a firma di Pier Augusto Stagi
Sicuramente il più forte , ma dire che è stata una ottima gestione fa un po' ridere, fate un po' i conti Basso e Nibali potevano essere primi e secondi con 15 minuti di vantaggio , invece solo per a 15 km da Aprica avevano perso il Giro ed ora sono con fiato sospeso gli ultimi 15 km sperando nella sorte favorevole e da chi? Arroyo chi è? mi dispiace squadra bocciata nettamente , incapace di gestire, poi direi anche troppo forte di un'altro pianeta, speriamo bene.
Complimenti a Basso
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