Il Resto del Carlino. Basso, è qui la festa

| 30/05/2010 | 09:41
Piccoli fuochi d’artificio salutano il Giro di Ivan Basso: un allungo all’arrivo e un abbuono mettono definitivamente in freezer la maglia rosa più attesa. Un paio di tocchi di pennello, gli ultimi colpi di un artista che consegna al popolo del ciclismo un quadro giusto, oltre che onesto.
Arrivano in fondo a una giornata che la prudenza e la stanchezza rendono noiosa, riservando il meglio nella coda: tre chilometri finali da salto sulla sedia. È la conferma di un Giro mai tradito dalle emozioni, che oggi regalerà a Basso la degna passerella, nella cornice più affascinante e degna per chi sta completando un’opera: la breve crono che si conclude dentro l’Arena di Verona.
Temendo il Gavia e ancor di più la sua picchiata, Basso blinda la corsa con la sua armata: ai vari Vinokourov e Sastre che scappano per fargli saltare i nervi regala una gloria effimera, come tutte quelle che non superano mai i limiti di guardia. Vien così fuori la tappa senza pericoli che il signore in rosa e la sua banda avevano preparato a tavolino. Volendo, anche migliore del previsto: negli ultimi chilometri, facendo lo stopper di lusso su Scarponi che tenta di sfilare il podio all’amicone Nibali, Ivan scava un altro po’ di margine fra sé e Arroyo. E quel che serve per affrontare l’ultimo giorno con qualche ansia in meno e cominciare ad annusare il sapore della festa.
Festa Basso: l’appuntamento è oggi. Al termine di un cammino che al campione adesso abbina anche un uomo più forte. Come tutti quelli che sanno risalire dall’inferno con l’umiltà e il pentimento. A tutto ciò, Ivan adesso abbina una qualità che lo ha riportato più vicino alla gente: la trasparenza. L’ha scelta dal primo giorno in cui ha ricominciato a pedalare, a castigo ancora da scontare: per questo il rosa che lo decorerà questo pomeriggio sarà il più candido di tutti.
Di candore ne mostra parecchio anche questo Giro: a rendere meno elettrica la tappa sono pure le tossine incamerate il giorno prima, andando su e giù dal Mortirolo. È un segnale che rende migliore la vittoria di Basso e onora anche la corsa di chi lo ha sfidato. Su tutti, Cadel Evans, che fino all’ultimo insiste per ritagliarsi un posto sul podio: nessun dubbio, lo meriterebbe. Ci prova con uno scatto sulla rampa che porta al Tonale, dimostrando buona salute oltre che tenacia: non gli basta per vincere la tappa, che premia il coraggio dello svizzero Tschopp in fuga fin dal via, ma serve per capire che l’iridato ha ancora abbastanza forza per finire nei primi tre. Dove farà di tutto per restare Arroyo, dove cerca il sigillo alla sua definitiva consacrazione Nibali, dove può ancora arrivare il testardo Scarponi: c’è ancora molto da fare, oggi, all’ombra di Basso.

da Il Resto del Carlino del 30 maggio
a firma di Angelo Costa
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