Da Il Resto del Carlino. Ecco gli italiani di montagna

| 23/05/2010 | 08:48
E gli italiani? Eccoli qui: nel primo grande esame di montagna, tirano fuori una giornata di ciclismo come da un bel pezzo non se ne vedevano. Di italiani ce ne sono tre nella fuga che sul monte Grappa comincia a cambiare i connotati al Giro, una sbornia che regala felicità a chi guarda e manda nel fosso tanti primattori, veri o presunti: applausi a Basso, a Scarponi  soprattutto al magnifico Vincenzo Nibali, che a 25 anni si consegna al grande pubblico con un acuto finale da fuoriclasse consumato. Tocca a lui firmare una tappa memorabile, alla quale manca soltanto un tocco di rosa: sarebbe arrivato se non ci fosse stato quell’originalissimo peccato dell’Aquila, che adesso costringe lui e Basso a rincorrere e non a limitarsi a correre.
Giornatona a forti tinte tricolori, sulla quale incombe come una minaccia l’arcobaleno: i tre che scrivono la storia della tappa seminano per strada tutti, ma non riescono a togliersi di dosso Cadel Evans. Inutile nasconderselo: il canguro iridato è il peggior cliente da portare in Giro, perché ha un motore che raggiunge il massimo dei giri in salita e lo sa far funzionare anche a cronometro. Cartine alla mano, di qui alla fine tutto parla a suo favore: per chi cerca una grande vittoria, non c’è avversario migliore.
Il migliore che il nostro ciclismo poteva incontrare sulla strada di un roseo futuro è Vincenzo Nibali: giovane, con un ricco serbatoio di talento, adesso si dimostra anche capace di grandi imprese. Da incorniciare la sua giornata sul Grappa: è splendido nello sbriciolare il gruppo in salita con un ritmo infernale insieme all¹amico Basso, è spettacolare nel buttarsi da
solo in discesa, pennellando le curve come Valentino Rossi, è bello da vedere mentre si beve la pianura con l’abilità di chi da del tu al cronometro. Cinquanta chilometri d¹autore, nei quali Nibali dimostra di essere un ciclista forte, ma soprattutto completo. Ha tutte le qualità per vincere questo Giro, nel conto mette anche un morale straordinario: vittorie così sono un elisir per tutti, figuriamoci per chi doveva essere a casa a
preparare il Tour.
È solo l’inizio: un grande inizio. C’è ancora tanto da fare per rimediare alla Caporetto dell’Aquila: si continua oggi, domenica di tremenda fatica che come dessert servirà lo Zoncolan con le sue pendenze da arrampicata.
«Correrò così da qui alla fine del Giro», promette Basso: se lo farà anche Nibali, sarà una settimana di fuochi d’artificio.

da Il Resto del Carlino del 23 maggio
a firma di Angelo Costa
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