Il Resto del Carlino. Spunta il tricolore nel Giro della fatica

| 21/05/2010 | 08:59
Porto Recanati (Macerata). Finalmente sventola il tricolore. A portarlo in cima al podio è Pippo Pozzato, che abitualmente indossa la nostra bandiera come maglia: primo centro in carriera nella corsa rosa per lui, primo centro individuale per un italiano in questo Giro. È già una notizia, come fa notizia il risveglio dei nostri uomini copertina: per farsi perdonare la sciagurata dormita dell’Aquila, Basso e compagnia vanno all’attacco su una rampetta nel finale.
Nel tranello cade quel Sastre che il giorno prima era scappato sotto il naso di tutti: ci rimette dieci secondi, niente in confronto allo schiaffone da tredici minuti rifilato a tutti il giorno prima. Però è un segnale: che il clima è cambiato e da qui alla fine agguati e dispetti saranno all¹ordine del giorno.
«Per riscattarci siamo condannati a dar spettacolo»: che aria tiri adesso in corsa lo fa capire proprio Basso alla partenza. Per l’immediata conferma, basta mezza salita. Non c’è altra scelta: ora bisogna attaccare e non parlare, anche perché di chiacchiere dopo il gigantesco pasticcio d’Abruzzo i ciclisti e i loro illustri strateghi ne hanno fatte persino troppe. La maggior parte a vanvera.
Dice la strada che Vinokourov sta facendo il furbo: nel trenino che prende la scorciatoia per il traguardo sale anche lui. Liberissimo di farlo, ma almeno si metta d¹accordo con se stesso: se il giorno prima il Giro non aveva forze per difendere la sua maglia rosa, chissà perché di colpo le ritrova per restare con i migliori, provando persino a vincere la tappa. La strada dice pure che a Evans cominciano a saltare i nervi: sarà perché i big lo abbandonano per strada con Sastre, sarà perché alla lunga è logorante inseguire senza compagni accanto, ma l’iridato sfiora la rissa con Righi che sta facendo il suo sporco mestiere, rallentando la rincorsa del gruppo al suo capitano Cunego. Si alzano pugni minacciosi e volano spintoni: finisce con una multa per i due litiganti, altro segno che non ci saranno più giorni tranquilli.
Sale la tensione: va di pari passo con le tossine che intossicano i muscoli. Lo conferma anche Pozzato, che all’emozione per la prima vittoria al Giro abbina una riflessione sul momento della bici: «Che il ciclismo sia cambiato è sotto gli occhi di tutti: si vede la fatica vera e stanno venendo fuori i giovani. In tanti hanno sbagliato, ma siamo stati gli unici ad aver accettato ogni tipo di controllo: se ora questo sport gode di ottima salute, è merito nostro». E se questo significa un Giro combattuto tutti i giorni, tanto meglio.

da Il Resto del Carlino del 21 maggio
a firma di Angelo Costa
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COMMENTI
due pesi e due misure
21 maggio 2010 12:36 runner
A proposito della breve scazzottata in corsa che ha visto protagonista Evans.
Come spesso accade nel mondo del ciclismo, si usano due pesi e due misure.
Facciamo un piccolo sforzo di memoria al Giro di un po' di anni fa, quando Wladimir Belli (che si trovava in classifica a ridosso della maglia rosa) venne squalificato dal giro per aver istintivamente reagito con uno schiaffo, ad un "tifoso" che lo stava disturbando ed insultando durante una salita.
Allora il bergamasco venne mandato a casa senza appello, mentre Evans - che ha volontariamente alzato le mani contro un altro corridore, rischiando anche di provocare una caduta di gruppo - è stato semplicemente sanzionato.
Ma ai due pesi e due misure nel mondo del ciclismo, ormai, ci stiamo abituando vero?

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