Da «Avvenire». Uci al lavoro contro le bici motorizzate

| 19/05/2010 | 09:17
BITONTO. Il Giro sempre più giù, non si tira su. Nemmeno a Bitonto, punto più a sud della corsa rosa, il ciclismo italiano riesce a tirare su la testa. Ennesima vittoria forestiera, la nona in dieci tappe (solo la Liquigas ha vinto a Cuneo la cronosquadre, ndr). Vince l’americano Farrar (seconda vittoria dopo quella di Utrecht) davanti a Fabio Sabatini e Julian Dean. Nella generale non cambia nulla. Vinokourov sempre maglia rosa, con 1’12” su Cadel Evans, 1’33” su Vincenzo Nibali e 1’51” su Ivan Basso. Oggi il Giro risale, da Lucera a L¹Aquila: 256 chilometri. È la tappa più lunga, senza un metro di pianura e lo spauracchio dell’ennesima giornata sotto la pioggia. Al Giro si guarda il cielo e si parla di una tappa che non può essere sottovalutata. Ma non solo.
 
Non è passata sotto silenzio la notizia che vi abbiamo proposto ieri. La bicicletta “motorizzata” ha suscitato curiosità. Stefano Allocchio, direttore di corsa, si è limitato a dire: «non mi risulta che qui al Giro ci siano biciclette di questo tipo». In verità non risulta neanche a noi e per il momento nemmeno alla “unità materiali” dell’Uci (il governo mondiale della bicicletta), che sta svolgendo però approfondite indagini sull’argomento.
A confermarcelo è l’ingegner Marco Bognetti, da anni componente della commissione materiali e oggi consulente di Jean Wauthier, responsabile dell’“unità materiali” Uci, da noi contattato sull¹argomento.
«È tutto assolutamente vero ­ ci ha detto l’ingegner Bognetti -. Il sospetto che ci siano in gruppo squadre e corridori che abbiano fatto ricorso o ricorrano a biciclette dotate di “pedalata assistita” c’è. La segnalazione ci è giunta nel mese di luglio dello scorso anno, in pieno Tour de France. Una segnalazione che ci è arrivata dagli Stati Uniti, e che ci ha subito messi in all’erta».
Preoccupazione. Questo è il sentimento più vivo e diffuso negli uffici tecnici dell’Uci. Lo spettro dell’inganno c’è, e da più parti giungono elementi di preoccupazione. Da Aigle, dove ha sede l’Uci, sembra siano già partiti ispettori in direzione Giro: meglio un controllo in più che uno in meno.
«Il problema esiste ­ ci spiega Bognetti -. Si sta indagando, si sta studiando per fare in modo che questo tentativo di doping meccanico venga fugato sul nascere».

da Avvenire del 19 maggio
a firma di Pier Augusto Stagi
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