Guardando in Giro. «Attenti, c'è il vampiro Gianni»
| 12/05/2010 | 09:05 Dura la vita dei corridori al Giro: nulla al confronto di quello che deve sopportare Gianni Meraviglia, che li deve controllare. Sessantotto anni, milanese, ex impiegato di banca, oggi Gianni Meraviglia è coordinatore degli addetti all¹antidoping qui al Giro d’Italia. È considerato l’uomo pipistrello, che si aggira di notte per alberghi, alla ricerca di prede e bari da stanare. I corridori lo chiamano in gergo «il vampiro», perché Meraviglia ai corridori preleva gocce di sangue e non solo. In carovana è uno dei primi che si alza, alle prime luci dell¹alba. Ed è uno degli ultimi ad andare a letto. Controlli dopo corsa al vincitore, alla maglia rosa, più a quattro/cinque sorteggiati in ogni tappa. Poi i controlli a sorpresa: al mattino presto e a notte fonda. Cerca di viaggiare in incognito, ma appena mette piede in un albergo, le voci corrono veloci: più di internet. Lui fa di tutto per apparire quello che è: un distinto signore, elegante e pacato, ma i corridori lo guardano terrorizzati come noi guardavamo la professoressa intenta a scorrere con il dito il registro di classe prima di un’interrogazione. Vaga di notte con la faccia triste e cupa di chi non è per niente cattivo: è solo un po’ assonnato e stremato per la fatica.
«Guardando in Giro» da Il Giornale dell'11 maggio a firma di Pier Augusto Stagi
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