Doping: Rogge chiede più controlli, Pound vuole più soldi

| 18/04/2005 | 00:00
Rogge contro la Wada, e già questa è una notizia. Al dirigente numero dello sport mondiale scende di nuovo in campo nella lotta al doping e critica la decisione dell’agenzia mondiale antidoping di diminuire i controlli sugli atleti. «I test anti-doping a sorpresa sono il punto di partenza, e la pietra miuliare, per la lotta alle droghe nello sport e per fare dello sport stesso una cosa pulita», ha detto Rogge oggi a Berlino, dove domani è in programma l’Esecutivo del comitato internazionale olimpico. Secondo Rogge «le norme della Wada sono vitali soprattutto per le piccole federazioni che dispongono di meno fondi. I test anti-doping a sorpresa sono molto costosi, ma il compito primario dell’Agenzia Mondiale dovrebbe essere quello di aumentarli. Ne ho parlato con il presidente Pound, e lui mi ha fatto presente che a causa dei problemi di budget ha dovuto ridurre i test. La loro priorità è quella della ricerca scientifica, per scoprire nuove sostanze proibite, che già esistono e potrebbero essere utilizzate». Da parte sua il presidente della Wada Rick Pound, intervenendo sulla questione, ha ribadito l’importanza dei test sottolineando che però «in realtà ad impedirne un numero maggiore è la mancanza di fondi». Nel 2003 la Wada ha sottoposto gli atleti a più di cinquemila controlli. Poi però nel 2004, per motivi economici, ha dovuto ridurre dei test, nonostante i Giochi di Atene.

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