Ratti: caro direttore, le spiego perché sono in buona fede

| 15/02/2010 | 17:06
Riceviamo e pubblichiamo:

Egregio direttore,
in attesa di poter provare l'infondatezza delle accuse che mi sono state rivolte, ritengo opportuno per la mia squadra, per i miei compagni e per tutti i tifosi di ciclismo chiarire la mia situazione.
Secondo quanto comunicato dall'UCI, la positività risulterebbe da un controllo a sorpresa avvenuto presso la mia abitazione in data 21 gennaio.
Faccio presente che, essendo un atleta con il passaporto biologico, ho la reperibilità obbligatoria di 1 ora (dalle 7 alle 8 di mattina). Quel giorno, passate le 8 del mattino, sono uscito in bici per l'allenamento, sono rientrato nel pomeriggio, ho pranzato e sono subito uscito di casa con mia moglie recandomi presso la scuola dei miei figli. Poi, siamo rimasti fuori per le normali commissioni di vita quotidiana. Abbiamo anche fatto sosta per delle compere dimenticando il telefono in macchina. Una volta tornato alla guida dell’auto ho potuto constatare le chiamate e il messaggio lasciato in segreteria da parte degli ispettori antidoping che chiedevano la mia presenza per un controllo a sorpresa.
Subito mi sono messo in contatto con loro i quali, non trovandomi nella mia abitazione, avevano già imboccato la strada per il rientro in Svizzera. Faccio presente che, trattandosi di un controllo avvenuto al di fuori dell'ora di reperibilità, non avevo alcun obbligo a sottopormi al prelievo (cfr. Direttiva Procedura Antidoping dell'UCI 3.0 pubblicata sul sito uci.ch), ma avendo la coscienza pulita e in un'ottica di giusta e doverosa collaborazione con l'Autorità Sportiva, ho dato la mia disponibilità a raggiungerli recandomi immediatamente a San Giuliano Milanese dove gli ispettori Uci hanno atteso il mio arrivo per il suddetto controllo.
Tengo inoltre a precisare che ho effettuato volontariamente un controllo a cui, se non avessi avuto la coscienza pulita, mi sarei potuto sottrarre.
Il momento che sto passando non è facile ma grazie a Dio ho la pace e la coscienza a posto. Sono un atleta di Cristo (è un movimento composto da atleti professionisti di varie discipline che si assumono la responsabilità di vivere una vita cristiana conforme alla volontà di Dio nel mondo dello sport), caso non bastasse già la mia buona fede, ho un Dio grande e confido in Lui.
Penso di aver perso più dignità negli ultimi 3 anni in cui non mi sono stati pagati 22 mesi di stipendi per colpa di manager dalla condotta non certo cristallina e rispettosa dei corridori.
Ciò che è successo quel giorno dimostra la mia buona fede. Ora lascio tutto nelle mani del Signore che è molto al di sopra di ogni problema terreno.
Dio vi benedica!!

Eddy Ratti

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COMMENTI
io mi chiedo...
15 febbraio 2010 17:40 overend
ma gli stipendi non pagato e il gruppo degli atleti di Cristo cosa c'entrano, se ti hanno beccato positivo all EPO?

Ratti
15 febbraio 2010 19:08 marcuzgirardi
Se questa lettera dovesse scagionarla (ma non vedo come) domani diventerebbero tutti atleti di Cristo

Carissimo EDDY ...
15 febbraio 2010 22:08 TIME
… abbiamo capito il nesso della tua lettera e crediamo in parte nella tua buona fede. Però fai mente locale a ritroso di un mesetto e ricordati di quello che hai fatto e che … non si poteva fare. Se poi hai delle cose da dire a riguardo dei tuoi ex-manager, sputa pure l’osso e che IDDIO ti aiuti !!!.


Eddy Ratti
15 febbraio 2010 22:54 warrior
...ma se fosse stato dopato era così stupido da raggiungere gli ispettori, fuori dall'orario di reperibilità, e farsi sottoporre al controllo?

Ratti
16 febbraio 2010 08:53 AleCinisello
Caro Eddy, il tuo primo errore è stato quello di non chiamare il tuo avvocato (magari non si intende in materia di controlli antidoping) o l'associazione corridori (magari non ti avrebbero risposto) per informarti di eventuali conseguenze nel caso non avessi fatto il controllo. Ricordati che Gattuso si rifiuto un controllo (per suo diritto) e probabilmente il prossimo giugno sarà in sudafrica per difendere i colori azzurri (giustamente) e tu invece? Dove sarai a giugno? I corridori devo rispettare le regole non andare oltre altrimenti si rischia di lasciarci lo zampino. la differenza tra gli altri sport e il ciclismo stà nella dirigenza, e nella preparazione professionale della gente che stà intorno. Ti auguro di risolvere nel modo migliore la tua questione anche se non sarà per nulla facile.

Quanta confusione....
16 febbraio 2010 09:36 trentiguido
Non finirò mai di ripetere, che in questi controlli antidoping a sorpresa, che secondo me fra l'altro sono al limite della "legalità", ci dovrebbe essere molta più professionalità da parte di chi controlla, e gli atleti dovrebbero essere tutelati!!! Come l'amico Gattuso che non aveva il permesso di evitare i controlli.....ma visto che è un calciatore.....MEDITATE!!!!! www.guidotrenti.it

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