Petacchi firma il sesto successo al Giro

| 21/05/2004 | 00:00
«Penso proprio di avere fatto un'impresa oggi, un'impresa incredibile»: così Alessandro Petacchi ha commentato subito dopo il traguardo lo sprint, disputato come al solito in apnea, che gli ha permesso di conquistare la dodicesima tappa che arrivava a Treviso. «Sono contentissimo di aver vinto oggi, qui a Treviso, praticamente in casa Fassa, il nostro sponsor, che con grande passione ci dà la possibilità di correre e vincere. Voglio ringraziare anche gli altri sponsor, la Cicli Pinarello e la DMT perché è anche grazie a loro se arrivano le mie vittorie». Petacchi al suo sesto successo in questo Giro, ha eguagliato il suo record dell'anno scorso: «Sarebbe bello completare l'opera vincendo anche lunedì prossimo quando torneremo da queste parti (l'arrivo è previsto a San Vendemiano, ndr), io e la squadra ci proveremo e daremo come al solito il tutto per tutto. Voglio fare un saluto particolare, ma più che altro un grandissimo augurio a Guido Trenti (l'ultimo uomo del suo treno, caduto in allenamento all'inizio di aprile e costretto a casa per una lunga convalescenza, ndr), che ho sentito stamattina al telefono e che mi ha incoraggiato: ci manchi molto, Guido, e ti pensiamo». Alle spalle di Petacchi si sono piazzati Mc Ewen, Usov, Klemencic, Pollack e Loddo. Spettacolare caduta di Marco Zanotti sul rettilineo finale: sbilanciato, il velocista bresciano è finito sulle transenne e quindi a terra riportando, per fortuna, solo qualche botta e qualche escoriazione. Polemiche nel dopo corsa per una volata piuttosto animata: il treno della Domina ha cercato di rompere le uova nel paniere a quello della Fassa, sono volate parecchie spallate, e così come tra Furlan, McEwen e Usov. I velocisti chiedono di neutralizzare il tempo ad almeno due chilometri dal traguardo per far sì che le squadre degli uomini di classifica non si impegnino nel finale di corsa: è una proposta che piace anche a Castellano, direttore del Giro, e probabilmente se ne parlerà in sede UCI. Nessun cambiamento invece si registra nella classifica generale: la maglia rosa rimane, infatti, sulle spalle del giovane Cunego, mentre quella ciclamino è sempre di Petacchi, quella azzurra del colombiano Perez Arango e quella verde di Fabian Wegmann. Gli auguri oggi vanno fatti anche a Marzio Bruseghin, compagno di Petacchi, a cui è nato ieri non un bambino, ma un asinello, il decimo, di nome Francesca, che va ad aumentare così la sua particolarissima famiglia-fattoria. Domani arriva finalmente l'ora dei verdetti: cinquantadue chilometri di cronometro attorno a Trieste, con una prima parte impegnativa ed una seconda che richiede grandi rapporti. Davvero difficile il gioco dei pronostici: per tutti, valga quello di Damiano Cunego «vincerà Gonchar e Popovych prenderà la maglia rosa. Anche se io cercherò di smentire me stesso...». Bibi Ajraghi
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