| 29/01/2010 | 11:34 Ha passato i mesi di agosto e settembre a farsi bombardare dei calcoli renali, adesso è lui che "bombarda" gli avversari a suon di volate vincenti. Alberto Loddo ha iniziato davvero alla grande il 2010, infilando due successi di prestigio sulle strade d'Argentina. «Speravo di partire bene, ma non di andare subito così forte - confessa il trentunenne velocista sardo della Androni Diquigiovanni -: i primi giorni di gara mi hanno confermato che questo sarà l'anno buono...». Parole pesanti per un atleta che finora non è mai riuscito ad esprimere tutto il suo talento. «Di treni ne ho persi, lo so bene, ma credo che le cose siano cambiate. Attorno a me sento la fidudia di Gianni Savio e Marco Bellini, la squadra crede in me, in inverno abbiamo lavorato bene, ho iniziato a pedalare a novembre e i risultati di questo impegno si sono visti». Ora bisogna dare continuità. «Ci proverò fin da Donoratico, alla mia prima corsa italiana. Anche perché devo sfatare una maledizione: finora in carriera non sono mai riuscito a vincere nella mia terra. Di occasioni ne avrò tante, ma se dovessi scegliere, mi piacerebbe vincere una tappa al Giro di Sardegna o alla Tirreno-Adriatico o ancora al Giro d'Italia, che sarebbe il massimo». Come dire che per te la prima metà della stagione sarà la più importante. «I programmi che abbiamo stilato con i tecnici sono questi, sono impegnativi e importanti. Il mio impegno sarà quello di restare concentrato sulle corse e farmi trovare pronto agli appuntamenti». A proposito di tecnici, Gianni Savio nel corso della presentazione ha detto che quanto ad esplosività non sei secondo a nessuno. Un giudizio importante, viste le doti di un certo Cavendish... «Un giudizio importante, confermo, ma anche una verità: so di avere delle grandi doti, l'importante sarà riuscire a metterle in mostra quando serve. E questo è l'anno buono, parola di Alberto Loddo».
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