Pippo Pozzato, pensieri da Playboy

| 10/12/2009 | 15:40
La rivista Playboy ha dedicato un servizio di dieci pagine al campione italiano Filippo Pozzato, dal titolo "in sella alla notte"firmato da Ivano Biemmi e corredato dalle foto di Marco Cremascoli.

Playboy: Dalla rassicurante Sandrigo alla sfavillante Montecarlo; cos’è rimasto di quel ragazzo con la cartella piena di sogni che era Filippo Pozzato?
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Filippo Pozzato: «Resta un ragazzo che ancora rincorre sogni, che ancora fa quanto deve per realizzarli al più presto e che fa tesoro delle emozioni fortissime, trionfi e delusioni, che fanno parte della vita degli atleti professionisti».
PB: Com’è nata la tua passione per il ciclismo?
FP: «Per gioco, dopo aver visto una competizione vicino casa; fui affascinato dalla velocità di quelle biciclette e ne chiesi una in regalo a mio padre. In breve il ciclismo divenne più di un semplice passatempo».
PB: Trionfi e delusioni hai detto. Quale tra le vittorie la più bella e quale la sconfitta più bruciante?
FP: «La più bella è stata la vittoria alla Milano-Sanremo: un grande sogno che riempiva quella cartella... anche la vittoria di tappa al Tour è stata indimenticabile. La delusione più grande? La mancata convocazione ai Mondiali di Varese».
PB: Mondiali di Varese 2008, a vincere un altro italiano, Alessandro Ballan. Che rapporto c’è tra voi ciclisti?
FP: «Tra noi corridori c’è sempre rispetto, a volte sincera amicizia, in ogni caso sana rivalità com’è giusto che sia. Ogni tanto scappa qualche battutina e i giornali ci giocano sopra, ma anche questo fa parte dello spettacolo del ciclismo».
PB: Mondiali di Melbourne 2010: posso scommettere su Pozzato mondiale?
FP: «Certamente un grande sogno, ma non solo. È uno degli obiettivi della prossima stagione. Presto vorrò andare in ricognizione, magari con Ballerini (CT della Nazionale, ndr) ma già so che si tratta di un tracciato adatto alle mie caratteristiche».
PB: E il pavé? Il fango e i rigori delle classiche del nord si adattano a un ciclista che ama le serate mondane, gli smoking e le auto di lusso?
FP: «Il ciclismo è il mio lavoro, la mia passione, il mio amore: mi ci dedico con tutta l’anima, senza riserve. Fatta la doccia non mi vergogno però di prendere le distanze dallo stereotipo antico del ciclista tutto gambe e poco cervello».
PB: Ti fai portavoce di una nuova era del ciclismo su strada?
FP: «No, io sono solo me stesso. Amo il lusso e le belle macchine, amo divertirmi, come tutti del resto. Con la differenza che io non provo vergogna a dire e a essere ciò che penso e ciò che sono».
PB: Come rispondi alle critiche sul tuo stile di vita?
FP: «Io faccio il mio lavoro al 110% e questo è ciò che conta. Il ciclismo professionistico impone grandi sacrifici ai quali rispondo con grandi piaceri. Cerco di goder-
mi ogni momento della vita e tra sacrificio e divertimento punto a fare 50 e 50».
PB: Hai mai pensato di mollare?
FP: «Di mollare mai, ma i momenti difficili non sono mancati in particolare da ragazzo. Alcuni contrasti e lasciai la  squadra con ancora un anno di contratto, scelte azzardate, forse sbagliate ma che rifarei. Sono state lezioni importanti».
PB: Nella testa di chi sembra pieno di sé e ha già tutto, c’è spazio per una grande paura?
FP: «Pieno di me sicuramente sì, troppo to con la persona che ami».
PB: Filippo Pozzato e le donne?
FP: «Dicono che sono uno sciupafemmine, certamente sono carino, uno che può piacere...».
PB: Carino, quanto da 1 a 10?
FP: «Eh, tanto!».
PB: Modesto, quanto da 1 a 10?
FP: «Moltissimo! Ok, no per niente... Dai, diciamo che sono un bel ragazzo che piace alle donne. La cosa fa sempre piacere, ma da tanti anni sto con la stessa persona».
PB: E com’è essere la fidanzata di un atleta del tuo livello?
FP: «Estremamente difficile. È fondamentale avere accanto una donna capace di sostenere momenti di grandissima tensione: noi non ce ne accorgiamo ma viviamo periodi in cui cambiamo profondamente».
PB: Giù dai pedali e lontano dai riflettori, Filippo Pozzato com’è?
FP: «Ho una vita piuttosto frenetica con mille cose da fare, ma trovo sempre il tempo da dedicare alle mie passioni».
PB: Un desiderio da realizzare?
FP: «Più di uno. Con la bici vincere il Mondiale, la Parigi-Roubaix e il Fiandre. Con la vita poter continuare a fare ciò che più mi piace, oggi il ciclismo, in futuro chissà».
PB: Il tuo presente è nella formazione Katusha che ti ha reso celebre anche in Russia: tu però comperi Ferrari e Aston Martin... niente Uaz per te?
FP: «(ride) Tutti mi pensano in Russia attorniato di bionde altissime... no, niente donne russe e niente macchine russe».
PB: Già, Montecarlo, bei vestiti, fascino da seduttore ed Aston Martin: scoprirò che i sali li preferisci agitati e non mescolati?
FP: (ride) «Sali minerali sempre, con il caldo e con il freddo... ma niente champagne nella borraccia!».
PB: (rido) Una frase che senti particolarmente tua?
FP: «“Only God can judge me”. Sono molto credente e queste parole tatuate sulla mia schiena ricordano a chi mi dovesse criticare che solo Dio mi può giudicare».
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COMMENTI
beh..che dire...
10 dicembre 2009 16:45 ullallerollerolla
complimenti al procuratore!

Ma x favooooooore!
10 dicembre 2009 23:58 baracObarza
vestito da babbo natale no?

L'uomo che non vince mai
11 dicembre 2009 00:15 pickett
Faccia meno il pagliaccio,e cerchi di vincere qualche corsa,ANCHE ALL'ESTERO,che sarebbe anche ora.Non ricordo nessun corridore,prima di lui,che sia diventato così famoso non vincendo praticamente mai,e andando piano su tutti i terreni.

11 dicembre 2009 09:02 LEZINGARATE
italiani popolo di invidiosi!!! proprio vero!!!

criticate pure pozzato per i suoi risultati! ma perchè mai si dovrebbe criticare un ragazzo per come sa sfruttare la sua immagine? ha certamente più classe di un qualsiasi ospite di un qualsiasi programma televisivo di un qualsiasi giorno degli ultimi 10 anni!

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