Cunego: sto bene e al Paesi Baschi rifinirò la condizione

| 30/03/2005 | 00:00
La Settimana Internazionale Coppi e Bartali ha segnato l’esordio stagionale in terra italiana di Damiano Cunego. Nonostante i suoi obiettivi siano concentrati principalmente sulle due grandi gare a tappe, il Giro ed il Tour, il “Piccolo Principe” ha pienamente onorato la competizione, splendidamente diretta dalla regia di Adriano Amici. Ha cercato ostinatamente il risultato e pur senza ottenere vittorie, il terzo posto della classifica generale conferma indiscutibilmente una condizione in crescendo, pronta ad ottimizzarsi già agli appuntamenti sulle Ardenne, con la Freccia Vallone e la Liegi-Bastogne-Liegi. «Mi ero presentato alla Settimana Internazionale non certo con l’intento di nascondermi. Gli allenamenti si svolgono a casa. Lì hai delle tabelle da rispettare, provi quelle che sono le tue sensazioni sui vari terreni: in salita, in pianura, sul passo. Tutto quel lavoro svolto lo devi poi mettere in pratica nelle gare. A quel punto, se hai lavorato bene potrai anche raccogliere». Ogni giorno, quando ti si presentava il terreno adatto, hai sempre cercato di lasciare il segno. Anche senza il risultato pieno, hai mostrato comunque già una buona condizione. «Sì, effettivamente devo dire che ho avuto buone sensazioni; qualcosa in più anche rispetto allo scorso anno nel medesimo periodo. Un tantino di forza e forse anche un pizzico di maturità in più. Segno che i lavori specifici che ho svolto a casa sono stati svolti bene. Per crescere poi, hai bisogno della gara, di correre con gli altri sui terreni più difficili. A questo proposito penso che l’ascesa al Monte Trebbio nella seconda tappa e quella al Montegibbio nell’ultima, mi sono sicuramente servite per testare quelli che possono essere i miei limiti attuali. Segnali importanti che mi serviranno nella marcia di avvicinamento al Giro d’Italia». La Lampre caffita puntava molto anche su Giuliano Figueras, soprattutto in funzione delle classiche delle Ardenne. L’atleta napoletano poteva essere per te una spalla molto importante, oltre che valida alternativa. «Purtroppo il primo giorno ci è andata veramente male con le cadute e gli infortuni di Sabaliauskas e Figueras. Soprattutto Giuliano ha avuto la peggio e dovrà stare fermo per un po’, avendo riportato la frattura del bacino. Sarebbe stato un validissimo compagno sia alla Settimana Internazionale che nel prosieguo, soprattutto alla Liegi e alla Freccia Vallone. È un ottimo atleta e dispiace moltissimo doverne fare a meno, speriamo si rimetta al più presto. Vorrei tuttavia ribadire che sento al mio fianco la presenza di un’ottima squadra a cominciare da Spezialetti, Stangelj, Petrov, Tonti e Marzano che mi hanno accompagnato nella trasferta emiliana. Dovrebbero essere questi infatti i miei compagni al Giro d’Italia oltre ovviamente a Mazzoleni che lo scorso anno fu per me fondamentale». La tua trasferta al Nord sarà concentrata solo in Belgio, con la Freccia Vallone e la Liegi-Bastone-Liegi? «Sì, ritengo infatti queste due gare quelle a me più adatte. La Freccia Vallone è una competizione forse un po’ più particolare, dove molto spesso trovano fortuna anche le fughe che partono da lontano. La Liegi è invece una corsa più adatta a protagonisti veri che riescono puntualmente a venir fuori nel finale. Non credo invece di fare la Amstel Gold Race perché non la ritengo adatta alle mie caratteristiche. Sinceramente non la conosco nemmeno troppo, ma penso che siano le corse della Vallonia quelle a me più adatte». In tema di brevi gare a tappe invece, dov‚’ che rifinirai la forma per il Giro? «Farò il Giro dei Paesi Baschi; sarà quello il mio prossimo impegno. Ci sono già stato, conosco le strade e gli avversari. Sono consapevole che come sempre troveremo condizioni atmosferiche avverse e giornate molto fredde con la pioggia a fare da padrona. Abbiamo infatti già predisposto abbigliamento adeguato: indumenti da sub, guanti, copriscarpe, tutta roba pesante perchè quando piove e fa freddo la temperatura scende sino a sfiorare gli zero gradi e c’è il rischio di congelarsi. È una corsa difficile ed è opportuno prepararla molto bene anche sotto il profilo psicologico. Poco prima del Giro e dopo le classiche delle Ardenne, correrò il Romandia. È una corsa che presenta due cronometro che saranno per me dei test irrinunciabili a pochi giorni dall’inizio della corsa rosa‰ Mi serviranno a scoprire come vado nelle prove contro il tempo oltre che a valutare le prestazioni dei miei più importanti avversari». Roberto Sardelli
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