| 14/03/2005 | 00:00 Brillante avvio di stagione per Franco Pellizotti. Dopo gli eccellenti piazzamenti conseguiti al Giro del Mediterraneo ed al Trofeo Laigueglia, il biondo alfiere della Liquigas Bianchi riesce a raccogliere un sesto posto alla Parigi-Nizza.
Ciò nonostante, non è soddisfatto di come sono andate le cose in terra francese.
«Purtroppo in questi giorni ho avuto un sacco di problemi. Appena arrivato sono stato poco bene di stomaco ed ho trascorso tre o quattro giorni durante i quali non riuscivo nemmeno a mangiare. Fortuna che alcune tappe sono state accorciate causa il maltempo ed ho potuto correrle nonostante questo impedimento. C’è stata poi la caduta nella prima tappa con arrivo a Chabris dove mi sono presentato all’arrivo con 42” di distacco dal gruppetto dei primi. Questo ritardo mi ha compromesso il podio. Infine all’ultima tappa, sul traguardo di Nizza, l’ennesimo piazzamento».
Però sul Mont Faron sei apparso abbastanza reattivo. Avevi già superato i momenti peggiori?
«Quello è stato il primo giorno in cui stavo un po’ meglio e dove sono riuscito ad alimentarmi anche in corsa».
C’era poco da fare quel giorno contro Simoni?
«Bisogna dire che ha fatto una gran corsa. Ha fatto un numero da autentico campione. Ha puntato tutto su quella tappa ed è riuscito a fare centro. Personalmente, non ero certamente al cento per cento, ma penso che se avessi avuto la condizione che ho avvertito oggi, forse qualcosa di più potevo fare».
In effetti, ti si è visto molto pimpante sull’ultima ascesa al Col d’Eze. Ti è mancato qualcosa per fare il vuoto, o forse le pendenze non troppo aspre della salita non lo consentivano?
«Ho provato ad attaccare perchè al mattino era stato concordato che tentassi il tutto per tutto e che provassi. Ho cercato di andar via, ma la salita non era in effetti troppo dura e notavo che anche gli altri corridori usavano per salire un rapporto piuttosto lungo che dava la possibilità di fare una velocità abbastanza sostenuta, rendendo difficile l’opportunità di fare la differenza. Ho voluto comunque provarci per non avere nulla da recriminare e da rimpiangere».
Dici di essere dispiaciuto per il secondo posto conseguito sul traguardo di Nizza; non era forse un po’ difficile fare meglio, con Valverde così in gran spolvero?
«Certamente un corridore così è difficile da battere. Valverde è uno che riesce a vincere anche le volate di gruppo e sarà sicuramente un cattivo cliente anche per Sanremo. Aldilà di questo ragionamento, resta il fatto che questi piazzamenti incominciano un pochino a scocciare e spero quanto prima che possa arrivare anche una vittoria».
A Nizza sei riuscito comunque a precedere Kirchen che ti aveva battuto a Laigueglia. Può essere allora, che ci sia stata una evoluzione in positivo della tua condizione?
«Può darsi, lo spero. Bisogna però premettere che Nizza e Laigueglia sono state volate molto diverse. Una cosa è una volata tra quattro uomini, un'altra è una volata di 20 corridori come a Nizza. Comunque penso di aver superato i problemi di stomaco ed oggi stavo bene e può darsi che tutto questo mi abbia consentito di fare un buono sprint e di essere battuto soltanto da una ruota veloce come quella di Valverde».
Siamo ormai in prossimità della Milano-Sanremo. È lecito attendersi Pellizotti tra i protagonisti?
«Se sto bene, certamente. Del resto la logica della Liquigas è sempre stata chiara. Io e Di Luca ci giocheremo in proprio le nostre possibilità. Se poi in fondo al Poggio si presentasse il gruppo compatto con Cipollini presente, tutti gli uomini Liquigas, noi compresi, saranno a sua completa disposizione. É giusto comunque partire con due diverse opportunità. Sarà poi la corsa a decidere».
Roberto Sardelli
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