Gatti & Misfatti: Tv obesa

| 19/07/2009 | 09:52
Ne abbiamo parlato recentemente con il direttore Stagi, dopo esserci esaltati come marmocchi all'ennesimo duello tra Valentino Rossi, Lorenzo e Stoner. Ci dicevamo: le emozioni di queste gare, spazzato via il fascino melenso dell’attuale F.1, oscurano pesantemente anche lo spettacolo del ciclismo. Dobbiamo riconoscerlo onestamente. Subito dopo però ci siamo chiesti perché. Come mai il ciclismo non riesce più a scatenare simili eccitazioni. E soprattutto che cosa si potrebbe fare per restituire allo spettacolo televisivo un minimo di emozione, eliminando l’aria pesante da abbiocco duro di quest'ultima epoca.

È evidente che ciascuno avrebbe in testa la sua trasmissione ideale. La telecronaca è come la pizza: chi la vuole alta e chi la vuole bassa, chi la vuole croccante e chi la vuole morbida. Ovviamente, sono tutte idee rispettabili. Ma c’è un aspetto sul quale tutti quanti, mi pare, si possa concordare: ultimamente, dico negli ultimi anni, la Rai dedica troppe ore al ciclismo. A un certo ciclismo, diciamo al Giro e anche al Tour, alla Sanremo e al Lombardia, sterminando invece senza pietà  tutto il resto (e non mi si dica che dare certe corse sul satellite ad orari im­pervi significa valorizzare il ciclismo minore: quella è carità).

So benissimo di urtare subito molte suscettibilità. Quella di certi appassionati, che vorrebbero la diretta di otto ore della tappa, anche se la tappa ne dura sei. E quella dei colleghi Rai, che come piastrellisti pagati a cottimo vorrebbero occupare il video 24 ore su 24. Ovviamente, di questa seconda suscettibilità non mi importa un’emerita fava. È con gli appassionati che mi piacerebbe confrontarmi, per sentire le loro ragioni e per spiegare le mie.

Diciamoci la verità. Davvero può entusiasmare la grande platea vedere un gruppo che si trascina stancamente sulla prima salita, a 120 chilometri dal traguardo, mentre un telecronista con patetiche velleità da Alberto Manzi dei poveri ci racconta che Amalfi era una Repubblica marinara e che i pomodori San Marzano sono appetitosi? Questo, non altro, è l’elettrizzante show offerto dalla Rai negli ultimi anni. Non potendo, per limiti professionali evidenti, puntare sulla qualità, la faraonica e gigantesca macchina statale punta tutto sulla quantità. Mostrano i muscoli, come i lottatori di wrestling. Mostrano il peso, come al mercato delle vacche. Il risultato, però, è sotto gli occhi di tutti: si dorme come bestie fino alle sedici e trenta, anestetizzati da fughe insulse e da commenti mortiferi. Io lo dico sempre alle mamme: se non riuscite a far appisolare i vostri bimbi, di pomeriggio, accendete su Raitre: c’è una diretta che tramortisce anche i tori in tempesta ormonale.

Devo essere onesto: io personalmente, di questa pizza televisiva, me ne sorbisco solo una parte. Stando al seguito della corsa, me ne infliggo una piccola parte quando mi fermo a mangiare qualcosa - prosciutto crudo e carote il mio menù consigliato per reggere di stomaco - quindi il resto mi aspetta all’arrivo. Lo giuro, quando però arrivo in sala stampa, o sul traguardo nel serraglio riservato a noi giornalisti, vedo i colleghi andati avanti in anticipo ridotti veramente malissimo: stravaccati sulle sedie, occhi riversi all’indietro tipo colpo apoplettico improvviso, gente crollata in avanti sul computer tipo partoriente che ha rotto le acque, valorosi che fingono di seguire, ma che tragicamente non si accorgono come nel frattempo qualche mattacchione abbia cambiato canale, andando sul documentario dei delfini in amore.

Certo, esagero. Ma l’indolenza e la sonnolenza sono vere. Nessuno, neppure il mago Houdinì, resisterebbe vispo e sveglio davanti all’insostenibile ipnosi Rai. Poi, finalmente, si arriva ai piedi dell’ultima salita, o in vista del grande sprint: e improvvisamente è come se gli arcangeli suonassero le trombe del giudizio universale, tutti quanti avvertono una scossa particolare e il ciclismo torna ad essere emozione. Ma quanta sofferenza, diamine, prima di gustare lo spettacolo vero. Bisogna soffrire come dannati, per assaporare mezz’ora di beatitudine.

Si sarà già intuito: la mia idea è che per restituire al ciclismo il suo inconfondibile fascino, la Rai deve smetterla di trasformarlo nella Corazzata Potemkin. Se l’azienda deve ammortizzare le spese, spalmandole su più ore di trasmissione, se i telecronisti devono esporre il proprio sapere, spalmandolo sui nostri zebedei, trovino altre strade. Il ciclismo non ha bisogno di quantità: ha bisogno di qualità. Cioè di valorizzare i momenti topici e fondamentali della corsa. Interviste, approfondimenti, retroscena: va tutto bene, ma dopo. La telecronaca deve durare un’ora, non di più. Della Sanremo non ci interessa più vedere il Turchino: quella ormai è una gita. Vogliamo sublimare gli ultimi minuti, dalla Cipressa in poi, fino al parossismo del Poggio. Della Roubaix interessano gli ultimi 40 chilometri (se proprio vogliono un po’ di poesia, breve replay sulla foresta di Arenberg). Del Giro e del Tour vogliamo vedere i duelli veri e gli scatti veri dell’ultima montagna, senza doverci ammorbare dalle dieci di mattina con la lenta tiritera della squadra che tiene la corsa giù in pianura.

Un’ora sola ti vorrei, non di più: se davvero ci preme che il ciclismo torni ad es­sere l’emozione forte e inimitabile, almeno quanto i Gp dei Valentini Rossi. E dei nostri telecronisti, questi pozzi di cultura e di tecnica, che ne facciamo? Come comprimerli in spazi così ridotti? Io avrei questa idea: o imparano a contenersi nella sublime arte della sintesi, oppure provano a misurare questo loro smisurato bagaglio di nozioni in un bel telequiz. Quanto meno possono vincerci qualche euro, senza dover scommettere tra di loro in diretta tv.

di Cristiano Gatti
"Gatti &Misfatti" da tuttoBICI di Luglio

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COMMENTI
....il conduttore
19 luglio 2009 10:04 raffaello
...è il conduttore televisivo che non va!!!! Non ci vuole un genio nel vedere che Bulbarelli (con tutto il rispetto del caso), farebbe addormentare chiunque!!!!!! Perchè se cambi canale, su Eurosport o sulla televisione svizzera, anche 3/4 ore di telecronaca di una tappa sono piacevoli??? Gli unici che si salvano sono la De Stefano, Cassani e Martinello....... gli altri non riconoscono neanche i nomi dei corridori, partendo da Sgarbozza!!! Sarebbe ora di un bel rinnovamento!!!!!!

FABRETTI
19 luglio 2009 11:50 ale63
AL POSTO DI BULBARELLI VEDREI BENISSIMO ALESSANDRO FABRETTI...

ciclismo e tv
19 luglio 2009 14:16 andy48
Non sono d'accordo con Gatti. Nessuno ti costringe a guardare 4 ore di trasmissione, se ti annoi. Io, quando posso, la diretta la seguo dall'inizio alla fine: pero' generalmente guardo i grandi giri su Eurosport, perche' i cronisti/commentatori sono un pizzico piu' onesti e anche un po' scanzonati. E poi su Eurosport non c'e' Sgarbozza....

19 luglio 2009 18:17 Scientist85
Secondo me più che rivolgere un invito ai cronisti bisognerebbe rivolgerlo ai corridori.... A rendere noioso il tutto alla fine sono loro... una tappa come quella di Colmar andava attaccata, l\'Astana fa paura, ma quelli che sono entrati nel cuore della gente son quelli che hanno da sempre lottato contro queste corazzate o contro corridori apparentemente invincibili, come Chiappucci faceva con Indurain, o Pantani con Ullrich... Si deve avere il coraggio di azzardare se si vuole ribaltare uno spettacolo scontato come il Tour di quest\'anno...Le accoppiate Schleck Bros. e Nibali-Kreuziger dovrebbero cercare di inventarsi qualcosa anche in tappe così....X quanto riguarda la cronaca... io cambierei i cronisti di riserva Fabretti e Sgarbozza, il primo non ne sa niente di ciclismo e cita solo corridori che gli sono \"amici\" ( x non dire contribuenti, vedi gare dilettantistiche) il secondo pur di essere \"nazional-popolare\" certe volte la spara grossa ( vedi querelle ISD con Scinto). Ci sono giovani motivati, preparati che amano questo sport e lo possono raccontare con più colore e passione questo fantastico sport.

cassani
19 luglio 2009 19:21 claudino
scusate l unico che capisce di ciclismo e cassani bulba a ruota forse si salva. ma nn venitemi a dire fabretti la de stefano che va bene ha raccontare le disgrazie lo scandalo vero sgarbozza aiuto un vero scandalo che prenda soldi

bulbarelli
19 luglio 2009 21:20 rufus
Vorrei spezzare una lancia a favore di Bulbarelli: certo, a volte è un po' prolisso quando cita episodi storici o divaga nell'eno-gastronomico, ma a me il suo stile pacato piace. Lo preferisco ai telecronisti-urlatori che si adatteranno bene a sport come motociclismo o calcio, molto più dinamici, ma per uno sport come il ciclismo penso che lo stile di Bulbarelli sia più appropriato.

Ma a Gatti il ciclismo piace davvero?
20 luglio 2009 01:12 pickett
D'accordissimo che delle soporifere,insulse tappe di trasferimento sarebbe + logico trasmettere solo un'oretta,ma se Gatti si annoia a vedere un tappone pirenaico o la Parigi-Roubaix,mi chiedo come abbia fatto a diventare un giornalista di ciclismo,sport che evidentemente non ama.E poi,se gli organizzatori disegnano dei percorsi demenziali,cosa diavolo c'entrano Bulbarelli e Cassani?Forse la loro colpa é quella di non aver mai invitato Gatti nella loro cabina?(di questo Gatti si era lamentato durante il Giro,se ricordate)Gatti,se guardare il Tour la annoia tanto,perchè non approfondisce il caso Valverde,che pare ai nostri giornalisti non interessi più?

ci vorrebbero le registrazioni
20 luglio 2009 03:09 vampiro
oggi mentre passavano sulla strada delle albicocche
bulbarelli...davide questa e' la famosa strada delle albicocche
davide...e si, dv dire anche che sono molto buone
bulbarelli...e anche secondo il mio modesto parere, devo dire che sono ottime.!!!

e quando ''litigavano'' sull'orario di arrivo, 17.15,17.20, bulbarelli...secondo me 17,10...bn dovrebbero arrivare alle 17e10....spettacolari

20 luglio 2009 11:30 verita
ciclismo pulito vuol dire andare piu' piano scattare meno e meno spettacolo!!!!!!

Burba relli e Vicennati
20 luglio 2009 14:32 mdesanctis
A Militare si chiamavano Burbe, gli ultimi arrivati. la nostra Burba, ieri, di fronte a un commento tecnico di Enzo Vicennati (che scrive su un concorrente di Tuttobici), sul fatto che recuperare i fuggitivi, per il gruppo, è diventato più difficile rispetto ad un tempo, forse anche perché, meno "carichi" non si fanno più le trenate a 60 all'ora è riuscito a dire: "Che magnifiche vigne qui a Aigle. Il vino dev'essere buono."
Povero De Zan, si sarà rivoltato nella tomba.
mdesanctis

Il tour
20 luglio 2009 22:06 zammammeru
Trasmesso dalla TV tedesca è spettacolare, però mandano 100 persone al seguito, noi ne mandiamo 5...

20 luglio 2009 22:16 adriano
Rossi&c duellano da marzo a ottobre.I ciclisti?

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