Da «Avvenire». Ballerini: «A me questo Giro è piaciuto tanto»

| 03/06/2009 | 13:03
È stato un Giro d’Italia sot­tosopra, che ha avuto un russo sul gradino più al­to del podio, Denis Menchov, e uno arrivato ultimo, Sokolov. Un Giro velocissimo, il più ve­loce di sempre, con una media record di 40,126 km/h.
  Un Giro partito da Venezia con 198 corridori, e arrivato a Ro­ma con 169 superstiti: mai co­sì tanti nella storia centenaria della corsa rosa. Un Giro, e qui tocchiamo rigorosamente fer­ro, senza alcun scandalo do­ping, anche se qualche dubbio
resta. La Procura della Repub­blica di Padova ha fatto sape­re a inizio corsa che vuole ria­nalizzare i campioni di sangue e urina del Giro 2008, e sulla testa di Denis Menchov vaga la nube - comunque vecchia di un anno - del caso Human­plasma, banca austriaca del sangue, per il quale sarà chia­mato a testimoniare in Austria nei prossimi giorni.
  Un Giro velocissimo, con po­chi ritirati, con nessun caso so­spetto. Un Giro a tratti bello, ma spesso noioso. Molti si do­mandano: un Giro facile, che non ha fatto grandi differenze perché tutti sullo stesso livello,
e ognuno più pulito di sempre? Una tesi, questa abbastanza verosimile, ma che Franco Bal­lerini, ct della nazionale az­zurra di ciclismo, non accetta e smonta. «Secondo me è sta­to un bel Giro spiega Ballerini -. Un cast di eccezione, con tanti campioni che si sono af­frontati a viso aperto. Il trac­ciato è stato tutt’altro che sem­plice, anche se chiaramente molto più veloce».
  «È vero, sono mancate le gran­di vette oltre i 2000 metri: un Gavia, lo Stelvio, la Marmola­da o salite da capogiro come il Mortirolo o lo Zoncolan. Ma la tappa di Monte Petrano, con il
grande caldo e nessun metro di pianura non è stata da me­no. In verità sono mancate so­lo due cose: la tappa Cuneo­Pinerolo è stata mutilata per ragioni ambientali (la neve in quota ha impedito il passag­gio sulle vette storiche). Con le salite che erano in program­ma, con l’Izoard forse sarebbe venuta fuori tutta un’altra tap­pa. E anche il Blockhaus, ac­corciato di più di 4 km avreb­be potuto dire qualcosa di più. Non so se Menchov ne sareb­be venuto fuori ridimensiona­to, ma potevano uscire due tappe molto diverse. Per il re­sto trovo che sia stato un Giro bello e combattuto».
  È l’aspetto della presunta pu­lizia (aspettiamo a dirlo, vista l’esperienza postuma degli ul­timi anni) che alla fine ha in­ciso sul livellamento? Ballerini rifiuta l’equazione: «La storia ci dice che in corse dove si an­dava più piano, si è fatto ricor­so al doping. No, in questo Gi­ro
si è andati veloce perché il livello delle squadre e dei cor­ridori era elevatissimo, il per­corso invitava alla velocità, e la classifica è stata per lungo tempo molto corta, quindi tut­ti si sentivano in grado di po­ter far saltare il banco. Per que­sta ragione ci sono state anche pochissime fughe bidone. Tut­ti controllavano tutto. Tutti a caccia del risultato pieno, po­chi a caccia di tappe».
  Un Giro che, secondo il ct az­zurro, è piaciuto anche al pub­blico: «C’era tanta gente sulle strade e davanti alla tv. Dicia­mo che è stato come quelle partitissime di calcio che ter­minano
0-0, ma dopo un gran­de spettacolo. Se le due squa­dre sono attente e ben dispo­ste in campo può capitare di non vedere gol, ma non è det­to che sia una brutta partita. Nel caso del Giro, però, qual­che bel gol c’è stato e alla fine c’è chi la partita l’ha vinta e molto bene. Adesso attendo i miei ragazzi al campionato I­taliano di Imola, a fine mese. A tutti, da Di Luca a Cunego, da Basso a Pellizotti (terzo sul po­dio di Roma), dico: venite a o­norare la corsa che vale una maglia tricolore. Per gli sporti­vi e tutti gli appassionati è im­portante che ci siate».

da «Avvenire» del 3 giugno, a firma Pier Augusto Stagi
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COMMENTI
solo il titolo
3 giugno 2009 16:58 roger
Uno come Ballerini che sa tutto di questo mondo, il bello ed il brutto, come hanno funzionato le cose anche quest'anno al Giro d'Italia, si permette di dire che questo Giro gli è piaciuto tanto? Sarà una visione pessimistica ma credo proprio che non cambierà mai niente se si sentono dire ancora adesso queste parole. Non ho letto nemmeno l'articolo perchè solo il titolo mi ha fatto cadere le braccia.

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