| 22/02/2009 | 10:47 L'ex direttore della Gazzetta dello Sport, Candido Cannavo', 78 anni, e' morto questa mattina alle 8.45 nella clinica Santa Rita di Milano dove era ricoverato da giovedi' scorso per una emorragia cerebrale. Lo rende noto la stessa clinica.
Candido Cannavò era in coma da giovedì scorso, quando aveva accusato un malore mentre era in redazione. Le sue condizioni erano subito apparse gravissime. Durante la scorsa notte Cannavò ha avuto una grave crisi ipotensiva con scompenso cardiocircolatorio e oscillazione dei parametri vitali. Questa mattina è sopraggiunta la morte per arresto cardiocircolatorio.
''Era un grande lottatore e pensava di farcela anche questa volta'': sono le parole che Alessandro Cannavo' ripete a giornalisti e amici accorsi davanti alla clinica milanese Santa Rita dove si e' spento il padre Candido. ''Mio papa' ha dato un grandissimo contributo in termini di umanita' e altruismo - ha detto Alessandro, uno dei tre figli l'ex direttore della Gazzetta dello Sport - e abbiamo ricevuto straordinarie manifestazioni di affetto, anche da chi non lo aveva mai conosciuto''.
Oltre a cronisti, operatori e fotografi, tra i primi ad arrivare alla clinica, il direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli, il direttore delle carceri lombarde, Luigi Pagano, e Gianfelice Facchetti.
PER 19 ANNI DIRETTORE DELLA GAZZETTA DELLA SPORT
«Addio direttore, ci manchi gia»: così il sito della Gazzetta dello Sport, per primo ha dato questa mattina ai suoi lettori la notizia della morte di Candido Cannavò. Scomparso oggi all'età di 78 anni, Cannavò è stato direttore della Gazzetta dello Sport per 19 anni, dal 1983 al 2002, facendola diventare il più diffuso quotidiano sportivo d'Europa.
Nel luglio del 2005 ha festeggiato il cinquantesimo anniversario della sua prima firma sul giornale per il quale ha seguito i maggiori avvenimenti sportivi mondiali e undici Olimpiadi. Nato a Catania nel novembre 1930, Cannavo' ha iniziato la sua carriera di giornalista nel 1949 nel quotidiano della sua citta', La Sicilia, occupandosi di sport ma anche di importanti temi sociali e di costume.
Nel 1955 e' entrato alla Gazzetta come corrispondente; nel 1981 ne e' diventato vicedirettore, poi condirettore e nel 1983 ha preso il posto di Gino Palumbo alla guida del quotidiano. Nel 1992 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito il titolo di Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana. Nel 1996, durante i Giochi di Atlanta, il Comitato Olimpico Internazionale lo ha insignito dell'Ordine olimpico. Nel 1998 ha ricevuto il premio Ischia per il giornalismo e nel 2006 il premio Saint Vincent-Indro Montanelli alla carriera.
Lasciata la Gazzetta, Cannavo' ha pubblicato per Rizzoli la sua biografia, Una vita in rosa (premio Chianciano nel 2003, sezione autobiografia) e tre saggi che testimoniano il suo impegno sociale: Liberta' dietro le sbarre (un viaggio nelle carceri che nel 2004 ha ricevuto un riconoscimento speciale nell'ambito del premio letterario e giornalistico Ernest Hemingway), E li chiamano disabili (2005), un successo da undici edizioni, e Pretacci - Storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapiede (2008), premio Fregene.
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