| 11/02/2009 | 15:49 In un momento in cui il mondo del ciclismo è alla ricerca della massima trasparenza grazie al contributo di tutte le parti in causa, è proprio l'Uci ad evitare di far chiarezza su un caso clamoroso, quello di Manuel Beltran.
Ricordate? Lo spagnolo fu cacciato con ignominia dall'ultimo Tour de France perché - dopo essere stato inserito nella lista dei corridori "sospetti" da parte della AFLD - risultò positivo all'Epo in occasione della prima tappa, la Brest-Plumelec. Prelevato in albergo e interrogato per tutta la sera, lo spagnolo fu naturalmente espulso dalla corsa e licenziato dalla Liquigas.
Lo scorso 25 novembre la AFLD (Agenzia Francese di Lotta al doping) ha inflitto al corridore due anni di squalifica sul territorio francese, quello di sua competenza.
E l'Uci? E la Federazione spagnola? E la Wada? L'incredibile - al punto che lo stesso corridore si è detto sorpreso e allibito in dichiarazioni rilasciate alla stampa iberica - è che ad inizio febbraio Beltran ha ricevuto una comunicazione proprio dall'Uci e della Federazione Spagnola che lo informavano di come sia ancora in possesso della sua licenza e quindi possa correre in ogni parte del mondo, Francia esclusa.
Ma come è possibile? Forse la AFLD non ha trasmesso i dati e le conclusioni a Uci e Wada? Sarebbe incredibile. E allora, se è risultato positivo, perché Beltran non è stato squalificato a tutti gli effetti?
Sia chiaro, non abbiamo nulla contro Beltran, al quale auguriamo ogni bene, ma la situazione ci lascia davvero senza parole. E chiediamo con forza all'Uci di dare subito una risposta. Chiara e pulita.
....spero vivamente che sia un errore burocratico, grave ma di ordine burocratico, di passaggio di carte.....perchè altrimenti non vedo proprio come possa correre un corridore che è stato beccato e squalificato........
Però se gli hanno confermato la licenza vuo dire che il caso l'hanno preso in considerazine...quindi è ancora più sconcertante il tutto...che tristezza!!
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