
La tv rwandese li ha onorati di un ampio servizio, l’Uci ne ha fatto un contenuto video alla vigilia della partenza dei Mondiali di ciclismo su strada. Una premessa, in questa storia non c’è nulla di creato ad arte, semmai l’espressione di una bici che accomuna e oltrepassa frontiere, anche faticosamente perchè a queste latitudini (e non solo) può capitare di trovarle chiuse, optando per nuove strade ed allungando il percorso. Loro, Matteo Sametti e la sua famiglia si sono concessi un pò di meritato riposo a Kigali, perchè la partecipazione alla festosa Social Ride altro non era che una sgambata per chi si è si è sobbarcato 1500 km da Kasama, Zambia, fino alla capitale del Rwanda.
Il MONDIALE AFRICANO CHIAMAVA, NON POTEVAMO MANCARE
Un viaggio ciclistico intrapreso volontariamente, per carità, ma l’appuntamento iridato chiamava e c’era il desiderio di rispondere presenti tutti insieme, “Insieme” con la I maiuscola, parola chiave di un’esperienza che evidentemente era nelle corde di tutto questo nucleo familiare composto da Matteo, sua moglie Giorgia, i figli Abraham (12 anni), Osea (10), Giuditta (8), Winnie (25). Il punto di partenza, innanzitutto, non è casuale: “viviamo in Zambia dal 2007 e la mia passione per la bici l’ho ereditata anche dal radicamento ciclistico dellla zona da cui provengo, Inveruno, ad una dozzina di km da Legnano. Sia ben chiaro, non c’è nulla di coercitivo nei confronti della moglie e dei figli in quest’avventura, ideale prosecuzione di quel viaggio che intrapreso nel 2012 in direzione Londra”.
Beh questa volta, almeno il telaio non era in bambù… ”Andai in Inghilterra in 75 giorni percorrendo da Lusaka al Tamigi 8371 km attraverso 10 stati, in tempo per assietere alle Paralimpadi, massimo momento di potenza inclusiva dello sport”. Ne è nato anche un libro, La bicicletta in bambu, ma eccoci a Kigali.
SPORT2BUILD E UNA SCUOLA PRIMARIA CON 500 ALLIEVI
Anche qui c’entra l’attività sportiva: “Si, perchè c’era da onorare un appuntamento storico per questo Continente, così bisognoso di una narrazione non stereotipata. E poi in Zambia abbiamo dato vita ai progetti dell’associazione Sport2build, a ben guardare la base per altro, vale a dire la nascita e lo sviluppo di una scuola primaria che è arrivata a contare 500 allievi nel contesto rurale attorno a Mapepe Chilanga” spiegano Sametti e la moglie.
Lui commercialista in Lombardia ha scelto di voltare pagina e si è trasferito nel Paese africano pizzicato tra Zimbawe e Tanzania. “Abbiamo una falegnameria dal 2015 e produciamo arredi per classe media e clientela esigente. I tre figli più piccoli, nati con cadenza biennale parlano in pratica solo inglese, mentre Winnie, originaria dello Zambia, è con noi ormai da 15 anni. Il viaggio da Kasama a qui lo abbiamo veramente affrontato con spirito d’equipe, accettando di buon grado che Abraham prendesse la ruota di cicliste in allenamento per la crono. Ci sta, anche se lui dice che non è appassionato di ciclismo. Adora andare a cavallo”.
Matteo racconta dei nuovi progetti riguardanti la scuola, per rispondere a nuove ed impellenti esigenze, mentre Giorgia ricorda con gratitudine e piacere quanto i progetti embrionali, ma concenti, di ong nel settore educativo, abbiano goduto del supporto proveniente dal Giappone e dalla Germania. Con risultati tangibili, se si pensa che tutto è iniziato da zero. Dall’Italia si può donare tramite Paypal sul sito www.sport2build.org, oppure attraverso le coordinate bancarie:SPORT2BUILD ONLUSUNICREDIT BANCA – TRADATEIBAN: IT 65 J 02008 50581 000101200944BIC/SWIFT code UNCRITM1MA2.
RICEVUTI DAL CONSOLE ITALIANO IN RWANDA
Ricevuto dal console italiano in Rwanda, Sametti riavvolge ancora il nastro al viaggio: “qui abbiamo trovato strade scorrevoli ed in buono stato ma durante le varie tappe le cose sono state anche molto diverse. Vinto lo scetticismo di chi ci diceva che con la piccola non avremo oltrepassato le troppe salite, con io che ridevo e Winnie e Giuditta s’incazzavano un tantino… Preziosa traduttrice dallo swahili, Winnie ha impiantato una protesi all’anca solo nell’ottobre scorso ma eccola qui, dopo essere sempre stata davanti nel gruppo”.
Senza scoraggiarsi, il cicloviaggiatore e coach di questa allegra brigata in maglia arancio-verde ha dovuto attuare il piano B quando alla frontiera tra Burundi e Rwanda è stato costretto a tornare indietro, entrando nel Paese delle Mille Colline dalla Tanzania. Per immagini, i frammenti di esperienza restituiti dal racconto vanno dalla posa di gruppo di fronte a maestose cascate (Nwkondwe Waterfalls) in Tanziania, a strade sabbiose in cui la ruota non aveva il miglior grip, mettiamola così. Dalle foto goliardiche di una bici ribaltata dall’eccesivo carico di banane, in Burundi, al tributo ai monumenti del Genocidio in Rwanda. I complimenti del Console sono meritatissimi, vero?
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.