
La Spagna ha preso la sua posizione e sulle pagine dei principali quotidiani nazionali oggi si legge la frase: Una vuelta ciclista con genocidio al fondo. Una frase forte, che riporta alle Olimpiadi del Messico 1968, quando Tommie Smith e John Carlos sul podio alzarono il pugno chiuso dentro un guanto nero. Si dice che la politica non deve entrare nello sport, ma in un modo o nell’altro spesso la politica e gli attacchi hanno riempito le pagine dei giornali. Ripercorrendo la storia dello sport, sono tante le storie di sofferenza e di guerra che sono emerse durante le varie competizioni e se oggi esiste anche la squadra dei rifugiati, che gareggia alle Olimpiadi, allora vuol dire che lo sport in qualche modo, ha sempre voluto raccontare il dramma degli atleti e dei popoli. C’è Gaza, c’è la guerra tra Israele e Palestina, dove ognuno manifesta le proprie idee. I gruppi filopalestinesi invadono le strade, mentre un’associazione vicino a Israele, ha deciso di agire per le vie legali.
Un'associazione filo-israeliana ieri con la massima urgenza ha chiesto la sospensione della Vuelta di Spagna e il Tribunale Nazionale sta valutando questa possibilità.
Il giudice del Tribunale Nazionale Santiago Pedraz ha chiesto alla Procura se ha giurisdizione per indagare su una denuncia presentata da un'associazione per un presunto crimine d'odio durante le proteste contro la partecipazione del team Israel Premier Tech alla Vuelta di Spagna. Le indagini sono subito partite e nelle prossime ore arriveranno i verdetti.
Fonti legali hanno informato EFE, l'agenzia di stampa spagnola, che il Tribunale Centrale Investigativo n. 5 del Tribunale Nazionale ha ricevuto la denuncia presentata dall'associazione Azione e Comunicazione sul Medio Oriente (ACOM), che solitamente difende la posizione israeliana nel conflitto mediorientale. Questa denuncia include anche reati di disordine pubblico, violazioni della sicurezza stradale e lesioni personali.
Il giudice che presiede la gara, Santiago Pedraz, ha emesso un'ordinanza di avvio del procedimento preliminare e ha incaricato la Procura di pronunciarsi sulla giurisdizione di questo organo giudiziario per indagare sulla denuncia e sull'eventuale ammissione all'esame, una procedura standard in questi casi.
La denuncia è rivolta contro gli autori materiali, gli istigatori e i protettori istituzionali, tra i quali l'associazione RESCOP/BDS e leader e partiti come EH Bildu, Podemos, Izquierda Unida e Sumar, nonché il direttore tecnico della gara, Kiko García.
In una dichiarazione, l'associazione ha giustificato la sua denuncia affermando che si sono verificati atti organizzati di coercizione, blocchi stradali intenzionali e comportamenti sconsiderati che hanno messo seriamente in pericolo l'integrità fisica degli atleti, dei membri dell'organizzazione, degli spettatori e delle forze di sicurezza".
L'ACOM, che ha addirittura presentato ricorso al Tribunale nazionale per annullare la Vuelta Ciclista, si definisce un'organizzazione spagnola che promuove le relazioni tra Spagna e Israele e combatte l'antisemitismo collaborando con governi, partiti politici e società civile.
La Vuelta fa stare con il fiato sospeso, ma non per la battaglia a colpi di pedale tra i corridori più forti, ma per questioni politiche che stanno decidendo le sorti della corsa.