
Come sta Filippo Baroncini? Meglio, molto meglio. Lo dicono Mauro Gianetti e Andrea Agostini, lo dice tutto lo staff della Uae Team Emirates XRG che ha vissuto dal 6 agosto scorso giorni di angoscia. «Possiamo dire che il peggio è passato, ma bisogna portare un po’ di pazienza, non bisogna avere fretta: Filippo deve prendersi tutto il tempo necessario per guarire – dice a tuttobiciweb il team leader della squadra emiratina Mauro Gianetti -. Quello che gli è capitato non è una semplice caduta, oggi possiamo dirlo: il peggio è alle spalle e Filippo ha un carattere pazzesco, ci sta sorprendendo per come sta affrontando questo momento così delicato».
Caduto il 6 agosto scorso al Giro di Polonia, il romagnolo è attualmente ricoverato a Niguarda dove il 19 agosto scorso ha subito due delicatissimi interventi chirurgici: uno maxillo-facciale e l’altro alla colonna vertebrale (in Polonia a Walbrzych, era stato operato alla clavicola). «Il volto era sfigurato e non potete immaginare cosa sono riusciti a fare al Niguarda il professor Gabriele Canzi, specialista maxillofacciale e il chirurgo Davide Colistra – ci racconta sempre Gianetti -. Hanno fatto qualcosa di incredibile, in oltre 11 ore di intervento: oggi la scienza medica ha fatto dei passi da gigante in avanti pazzeschi. Si fanno cose che fino a qualche anno fa era inimmaginabile. Non voglio entrare nei particolari, perché non è il caso, ma vi assicuro che hanno fatto qualcosa di eccezionale».
Gli fa eco Andrea Agostini, Chief Operating Officer del team. «Quello che è accaduto a Filippo ha dell’incredibile e ci pone davanti a qualche interrogativo, forse anche a più d’uno. Intanto si parla tanto di sicurezza, e si mettono al centro della discussione sempre e solo le squadre e i corridori che vengono anche puniti, oltre ai mezzi meccanici, con la proposta della riduzione dei rapporti, ma mi chiedo: gli organizzatori sono esenti da tutto? Non accuso nessuno, ma faccio delle domande, forse è il caso di sedersi per parlarne con assoluta serenità. Prima di essere trasportato all’ospedale, Filippo è restato vigile per terra per oltre quaranta minuti, Mauro (Gianetti, ndr) lo sa bene e ha preso in mano la questione, ma non si è capito perché era stato caricato su un’ambulanza e poi non trasportato al nosocomio più vicino come imponeva il caso, in attesa che ne arrivasse un’altra. Il volto di Filippo era sfigurato, con una botta così sul cranio non si poteva aspettare tutto quel tempo. Poi vorrei dire un’altra cosa: in questa vicenda, c’è da ringraziare il medico della Ineos, il dottor Robert Kempers, e Miki Kwiatkowski. Miki, che era finito a terra con Pippo e altri corridori, è stato raggiunto immediatamente dal suo medico societario che era lì vicino, ma il ragazzo si è preoccupato di dirgli che lui stava bene e non necessitava di nulla, ma di soccorrere Filippo, perché si era accorto immediatamente che la situazione era drammatica. Il dottor Kempers è stato eccezionale, ha svolto lui le prime operazioni di soccorso e noi non possiamo che essergliene grati, a conferma che il ciclismo è una grande famiglia, dove la competizione è fortissima, ma nei momenti importanti ci siamo tutti».
Per la cronaca, Filippo sta bene, parla e incontra parenti e amici. Il morale è alto, a giorni potrebbe essere dimesso.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.