
Il dito sale dritto verso il cielo e porta un messaggio che non ha bisogno di spiegazioni: la vittoria è per Samuele Privitera, il ragazzo ligure che ha perso la vita ieri al Giro della Valle d'Aosta.
«È la prima cosa che ho letto questa mattina, una notizia straziante. Ho pensato a Samuele negli ultimi chilometri, ho pensato a quanto può essere duro il nostro sport, a quanto può essere terribile e questa vittoria è tutta per la sua famiglia».
Tadej Pogacar sta ancora pedalando per il defaticamento quando parla della tragedia che ieri ha scosso il mondo del ciclismo. E lo fa con dolore sincero, spontaneo.
Poi parla della corsa: «Questa salita mi è piaciuta sin dalla prima volta che l'ho affrontata in ricognizione, nel 2022 speravo di riconquistare qui la maglia gialla ma le cose non sono andate come avrei voluto. Poi ho cancellato quella giornata ma nell'ultimo periodo più di uno mi ha parlato di una possibile rivincita e così è stato. Oggi la squadra è stata perfetta, Wellens ha fatto il lavoro che allora fece Van Aert per Vingegaard, ma tutti sono stati perfetti e alla fine siamo riusciti a guadagnare tanto terreno».
E ancora: «Le conseguenze della caduta, per fortuna, si sono fatte sentire poco in bicicletta, ho qualche problema in più giù di sella, ma è normale. Adesso devo pensare a recuperare perché domani ci aspetta un'altra tappa davvero impegnativa».
LA CONFERENZA STAMPA.
Lo sloveno ha voluto anche sottolineare il lavoro fatto dai suoi avversari per cercare di riprenderlo mentre era in fuga. In particolare si è rivolto a Ben Healy, che oggi ha dovuto cedere la sua maglia gialla.
«Tanto di cappello anche a Ben Healy e alla sua EF Education. Volevano difendere la maglia gialla e si sono assunti le loro responsabilità. Anche la UNO-X ha corso con determinazione in favore di Johannessen, faccio a loro i miei complimenti».
Oggi, prima della partenza, c’erano molti dubbi sullo stato di salute di Pogacar, che ieri era caduto battendo su un marciapiede. Lo sloveno però non ha riportato conseguenze importanti e come si è visto, ha corso senza problemi riuscendo a staccare tutti i suoi avversari.
«Sì, certo anche io avevo dei dubbi, perchè non sai mai come può reagire il corpo dopo la caduta, ma non è andata poi così male. Non è stata una brutta caduta. Sento fastidio all'anca solo se faccio acrobazie, ma in fin dei conti sto solo andando in bici, quindi non c'è una grande flessione».
Per Pogacar e la sua squadra è andato tutto come previsto e adesso sono anche più ottimisti per quanto riguarda le tappe future.
«Oggi è andata secondo i nostri piani. Abbiamo fatto veramente un lavoro superbo, la squadra ha corso davvero bene. Anche altre squadre hanno corso bene perché avevano in mente un posto nella classifica generale ed è stata una giornata veramente dura per tutti. Avevamo in mente questa tappa da molto tempo e ce l'abbiamo fatta».
La Visma-Lease a Bike è stata particolarmente offensiva, ma Pogacar e la sua squadra sono riusciti a tenere perfettamente sotto controllo la corsa.
«Tutta la tappa è stata molto tesa, molto difficile. In pianura si volava a super velocità e le gambe iniziavano a soffrire. Se non eri mentalmente preparato a questa partenza, non era facile. La Visma ha affrontato la prima salita con un ritmo forte e ho visto che Matteo Jorgenson era in difficoltà, che non stava vivendo una gran giornata. In quel momento, forse ho cambiato idea, uno in meno ho pensato e quindi dovevo concentrarmi solo su Jonas. Quando Jhonatan ha tirato, è stato più o meno come al Delfinato, solo a tutto gas. Quando ho visto che non c'era nessuno dietro di me, ho capito che la strada verso il traguardo era ancora lunga, ma i tifosi sono stati incredibili, mi hanno anche aiutato con il loro tifo».
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