
130 km di fuga, di cui oltre 60 in solitaria, oggi nella seconda tappa del Giro Next Gen Jonathan Vervenne ha fatto quella che può essere definita una piccola impresa. Il suo obiettivo era quello di vincere la cronometro individuale e prendersi la prima rosa, un sogno sfumato a causa del caldo e di una prova non perfetta per le sue caratteristiche. Oggi il belga ha deciso di prendersi tutto con gli interessi, anzi di regalarsi qualcosa di ancora più bello.
«E’ stata una giornata particolarmente difficile e devo dire che questa mattina non mi sarei mai aspettato che sarebbe andata in questa maniera. Ieri dopo la cronometro ero parecchi deluso, puntavo molto su quella tappa, ma purtroppo le prove contro il tempo così esplosive non sono il mio punto forte e quindi sono finito dietro. Mi è però servita per abituarmi a questo clima molto caldo – ha spiegato Vervenne che è anche campione belga under 23 della specialità – in gruppo tutti credevano che sarebbe stata una tappa perfetta per velocisti, ma io non ne sono mai stato troppo sicuro, con la squadra l’obiettivo era scompigliare un po’ le carte e creare una corsa aperta fin dall’inizio e devo dire che il risvolto è stato veramente inaspettato. »
Jonathan Vervenne è entrato in solitaria nel circuito finale di Cantù e da quel momento non ha solo mantenuto il vantaggio, ma in alcuni punti l’ha addirittura fatto salire fino a 2’30” mettendo così totalmente fuori gioco il gruppo. Sicuramente nel plotone c’è stato molto attendismo, ma merito è stato sicuramente del giovane belga che ha fatto forza sulle sue doti da cronoman per fare la differenza. «Con il mio compagno di fuga Alexandre Barhoumi abbiamo trovato subito un buon accordo, ma ad un certo punto ho visto che faticava e ho deciso di provare da solo – ha raccontato Varvenne – una volta rimasto da solo non ho pensato ad altro che andare a tutta, ero concentrato solo su me stesso e vedevo dai cartelli che i chilometri diventavano sempre di meno e questo mi dava morale. Soltanto quando mancavano 5 km dall’arrivo ho iniziato a sognare di vincere la tappa e ora tutto mi sembra così incredibile. La maglia rosa è stata veramente inaspettata, l’obiettivo era vincerla ieri e invece eccoci qui con questo regalo bellissimo.»
E’ proprio vero che i traguardi inaspettati sono anche i più belli e Jonathan Varvenne si sta già godendo al pieno la sua maglia rosa, il coronamento di una giornata indimenticabile. «Per me sul Passo Maniva sarà praticamente impossibile riuscire a difenderla, due anni fa sullo Stelvio ho provato a salire con i migliori e non è andata benissimo, ci sono tanti uomini di salita che vanno più forte di me. Cercherò di godermela al meglio chilometro dopo chilometro» dice l’atleta belga con il sorriso. Forse domani non sarà proprio la sua giornata, magari sarà più adatta al compagno Viktor Soenens, l’umo di classifica per la squadra, ma di certo non sarà il suo ultimo attacco. Da lui e dalla sua Soudal Quick Step Devo aspettiamoci un’altra zampata.
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