BLABLABIKE, BRESSAN: «OCCHIO A HUYSMANS, OLIVO, CAPRA, BORGO... DAGNONI? GLI CHIEDO DI ESSERE PIÙ PRESENTE»

TUTTOBICI | 03/02/2025 | 20:23
di Nicolò Vallone

Dopo 19 anni di Cycling Team Friuli, tanta Under 23 e Continental con una fila di corridori lanciati verso il professionismo, da De Marchi a Milan, Roberto Bressan si trova ora ad "alzare l'asticella" con una nuova grande avventura: da presidente della squadra friulana è divenuto responsabile della Bahrain Victorious Development, nel momento in cui la collaborazione tra le due realtà è culminata con la chiusura del CTF e l'assorbimento della sua struttura tecnica all'interno della filiera del WorldTeam bahreinita. In venti minuti al telefono con noi, il 64enne dirigente friulano (nella foto insieme a Thomas Capra) ripercorre il glorioso passato, ricostruisce il cangiante presente e prefigura scenari futuri.


Oltre a Bressan, protagonisti della puntata numero 256 di BlaBlaBike sono Matilde Vitillo (in apertura) e il nostro partner BUYCYCLE


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COMMENTI
ERRORE!
5 febbraio 2025 10:50 ZANIBIKEFIT
Il terzo anno Junior sarebbe un grosso errore.
Pensiamo agli Allievi che passano di categoria e si trovano Finn, Bessega, Mellano, Sambinello, Stella, Viezzi, ma anche Seixas, Remijn, Kristoff, ect ect...
Se gli juniores lo meritano e hanno motore è giusto che passino di categoria, anche in WT, non è piu come negli anni 90 che i giovani devono tirare tutto il giorno, oggi c'è più criterio.
La soluzione che avevo proposto alla Federazione un po di tempo fa, nel "progetto sviluppo" è il ranking.
Il passaggio alla categoria successiva avviene solo con il raggiungimento di un determinato punteggio, e questo fin dalle categorie giovanili, se non hai punti resti a maturare, e non deve essere visto come un "oltraggio" per sminuire il ragazzo, ma normale gestione, poi un ragazzino più grande privo di risultati non sfalserebbe le dinamiche di gara, ma al limite porterebbe un poco di esperienza in più anche ai più giovani.
Oggi la cosa urgente da fare è alzare l'asticella negli Allievi, rapporti, km e dislivello, lo sbalzo è troppo ampio, all'estero corrono con gli Juniores e fanno anche le GF, in Italia ci arriviamo sempre dopo ma la strada da seguire è già tracciata.
Il terzo anno Juniores sarebbe un errore come anche un Team WT Italiano, ora che non abbiamo ancora qualità, teniamo presente che i ragazzi e il personale che merita il WT è già tutto sotto contratto in Team di qualità.
Bisogna partrire dal basso per creare una struttura valida, non servono freni, le cose si fanno "step by step" ma bisogna correre e guardare avanti, non al passato.

Non concordo
5 febbraio 2025 12:04 Bullet
Ma se hanno preparatore e nutrizionista già da esordiente, son persino troppo avanti rispetto all'età e i risultati non si vedono anzi stanno peggiorando. Sul wt siamo l'unico paese europeo di una certa dimensione e storia a non averlo, se i tecnici migliori lavorano con team stranieri perché in Italia non ce n'è poi è inutile lamentarsi che non escono corridori o quei pochi devono fare i gregari nonostante siano un Ganna o un Milan.

Visione distorta
5 febbraio 2025 12:41 ZANIBIKEFIT
Van Aert è Belga e corre in una squadra Olandese, VDP Olandese e corre in un team Belga, Pogacar Sloveno in “Arabia”, Roglic Sloveno team Tedesco, Pedersen uguale come Vingegard non sono in un Team di casa, ect ect, Pidcock e’ inglese e non voleva fare il gregario in un Team Inglese.
Nazionalismo non funziona nel ciclismo, poi che Ganna e Milan siano gregari mi suona strano, ci sta che siano a disposizione del team in gare che non gli si addicono ma gregari e’ un parolone.
I tecnici che meritano il WT sono in Team di qualità, perché “rubarli” e strapagarli quando stanno bene lì dove sono.
Quando avremo corridori in esubero per una WT e personale appiedato all’altezza allora si penserà alla WT
Ora meglio concentrarsi sullo sviluppo, qualità e non quantità

Il Reverberi pensiero
5 febbraio 2025 13:41 Bullet
Questa è la classica risposta che si dà per dire che non serve una squadra wt ma che basta avere un corridore forte. Io guardo Svizzera, Francia, Spagna e anche Germania dove i giovani passano in squadre dello stesso paese di primo piano e possono crescere senza dover essere per forza subito dei fenomeni alla ricerca di team migliori, anche da noi con Polti e VF succede uguale ma proprio uguale. Il ciclismo in Italia è da rifondare e se non abbiamo un corridore non è perché gli altri hanno solo più "culo" e non serve fare investimenti come fanno gli altri a tutti i livelli. I tecnici italiani com'era con la Liquigas tornerebbero volentieri in un team tutto italiano e sul gregariato basta rileggere l'ultima intervista di Milan che per la Sanremo, che è una corsa anche per velocisti mi pare, dice che non sa ancora se dovrà fare da gregario a Pedersen nonostante tutte le vittorie dello scorso anno, vedi tu.

la realtà
5 febbraio 2025 13:59 PIZZACICLISTA
Il problema sono le società giovanili che fanno ciclismo come missione sociale. un conto è andare in bicicletta un altro conto è praticare ciclismo. L'altro problema grosso è chi insegna ciclismo non servono a nulla tutti quei corsi federali per rilasciare un tesserino. Per insegnare ciclismo non serve a tutti i costi una laurea ma ci vuole passione cuore e cervello. checchè se ne dica sono tutte cose che avevamo e che abbiamo smarrito.

Considerazioni varie
5 febbraio 2025 14:20 lupin3
In Italia non c’è una WT perché il ciclismo non è appetibile per grandi sponsor, vuoi per ragioni fiscali o di ritorno di immagine data la scarsissima visibilità sui media e l’appeal limitato del nostro sport per mille motivi. Corridori e tecnici ci sono ancora.
Anche io non concordo sul terzo anno juniores obbligatorio perché non ha senso mettere un sedicenne che passa dagli allievi contro un diciannovenne che potrebbe stare tranquillamente nei professionisti. Gli under23 purtroppo andranno a sparire, quindi dopo gli juniores o passi in devo/continental o amatore, come peraltro avviene da sempre in quasi tutto il mondo.
Si assisterà a sempre più passaggi dal settore amatoriale ai professionisti, per chi ha i numeri. Soprattutto tra le donne è una dinamica diffusa, basti pensare alla campionessa olimpica Faulkner o a due delle migliori scalatrici italiane come Magnaldi e Trinca Colonel. Chiudere l’imbuto a 18 anni non ha senso, ma in Italia si fa fatica a capirlo. L’importante è che anche in Italia ne sia garantita l’attività senza preconcetti, vista la mentalità ristretta diversamente dal resto del mondo. Le attuali gare regionali dilettanti e le Gran Fondo dovranno essere aperte a tutti, dai 16 anni in su, anche con tessera individuale: a questo proposito non so se la FCI, gli organizzatori e le controparti istituzionali abbiano capito che è l’unico modo per sopravvivere. In caso contrario il ciclismo avrà gli stessi praticanti del pentathlon

PIZZACICLISTA
7 febbraio 2025 00:17 Stef83
Parli di cuore e cervello.....TE.... che ad ogni gara delle Italiane o Italiani di Cross,in coppa o ai mondiali, in cui non si va bene, parti a prendere in giro i ragazzi? Per favore, cerce di essere coerente....

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