L'ORA DEL PASTO. GLAUCO SANTONI, IL COMPLEANNO DELL'UOMO-SQUADRA

STORIA | 19/01/2025 | 08:14
di Marco Pastonesi

Era così uomo di squadra che le uniche due vittorie da professionista le ha conquistate con la squadra: la cronostaffetta a Brugnera nel 1982 (nella Famcucine-Campagnolo con Moser, Torelli, Masciarelli e Amadori) e la cronosquadre al Giro di Svizzera nel 1985 (nella Carrera-Inoxpran con Breu, Chiappucci, Perini, Ghirotto, Bordonali e Rossignoli). Le altre vittorie, tante, tantissime, erano quelle dei suoi capitani: da Gimondi a Basso, per dirne due, da Bitossi a Zilioli, per dirne altri due.


Glauco Santoni il gioco di squadra lo aveva imparato in famiglia: “Secondo di sette fratelli e sei sorelle, totale tredici, più il papà, muratore, e la mamma, tuttofare”. A Villa Verucchio, una dozzina di chilometri da Rimini, con altre squadre: “La scuola, fino alla terza media, e la banda del paese, cinque-sei anni, io alla tromba”. Finché tra scuola e banda, scelse la bici: “Per muoversi non c’era altro. A casa non avevamo la macchina”. Glauco aveva quattordici anni: “In bici da solo o in giro con gli amici, poi in una società. Da un magazzinetto estrassero una bici usatissima. Non mi chieda la marca, non la ricordo, non ci guardavo, o forse non c’era più, scolorita dal tempo e grattata dall’uso”. La prima corsa? “Nella zona organizzavano dei circuitini. Cesenatico, Gatteo, Bellaria… Finì con uno sprint. E alla terza corsa il terzo posto. Era il 1965, quel giorno in tv si celebrava la vittoria di Gimondi al Tour de France, e mai avrei immaginato di poter un giorno correre con lui e per lui”.


Il ciclismo era Disneyland: “A casa non mi ostacolavano, e quando potevo, andavo ancora ad aiutare mio padre nei cantieri. Tanto più che qualche risultato arrivava. Ogni domenica era una bella festa. Non avevo pensieri per il domani, quello che arrivava era un regalo. E la passione si moltiplicava”. Finché non passò professionista: “Era un mondo diverso, più difficile, un altro mondo. Poche squadre, ciascuna squadra formata da dieci-dodici corridori, solo i più forti, e tutti i corridori correvano tutte le corse, e tutti, o quasi, correvano per vincere, e tutte le corse, anche quelle dette minori, non erano meno di 250 chilometri”.

Santoni era un bel passista-scalatore: “. Il mio compito era stare accanto ai miei capitani. Dunque, una corsa di testa. Tenevo duro, non mollavo, se c’era da tirare tiravo, se c’era da inseguire inseguivo, stavo con loro finché ce la facevo, poi continuavo e arrivavo nelle vicinanze, rimediando anche qualche piazzamento”. Terzo in un Giro dell’Emilia (1976), quinto in una Coppa Placci (1982), quinto in un Giro dell’Appennino (1980), sesto in una Tre Valli Varesine (1980). Anche a tappe: sesto in un Giro di Puglia (1980), sesto in un Giro del Trentino (1981). “Correre per aiutare non è come correre per vincere. E non ti insegna a vincere, anzi, quando forse poteva intravvedersi una possibilità, io ormai neanche mi accorgevo più del momento giusto”.

C’erano sempre i capitani (“Gimondi che mi cercava anche quando avevamo smesso di correre, Moser che era, diciamo, più esuberante…”), i compagni di allenamento (“Vandi e Savini, quasi vicini di casa”), i giri d’allenamento (“Montefeltro, la Val Marecchia, il Carpegna prima che diventasse la salita di Pantani, ma era duro, lo facevamo ogni tanto”). Otto Giri d’Italia, quattro Tour e una Vuelta (“Più duro il Tour, per il caldo, per il diverso modo di correre, tutti volavano”), Sanremo e Lombardia (“La Sanremo più bella per i fuoriclasse, una specie di giallo, il Lombardia più tosto, a fine stagione”). C’erano sempre le salite (“Mai fatti Gavia e Mortirolo, ma lo Stelvio sì. E il Gran Sasso non era certo meno faticoso”), a volte la neve (“Al Trentino, alla Tirreno-Adriatico…”), spesso le cotte (“Prima o poi capitavano a tanti, se non a tutti. Una volta mi piombò una crisi di fame, eravamo nel centro Italia, mi attaccai a un furgoncino pubblicitario, bomboloni, ne divorai fino a riprendere energia”). E le borracce: “Zilioli mi chiese di fermarmi a prendergli da bere. Dove?, gli domandai. In un bar, mi disse. Io al bar non ci vado, gli risposi. E Zilioli non me lo chiese mai più”.

Santoni lasciò le due ruote per le dieci di un autoarticolato. Uomo di squadra, sempre. Così uomo di squadra, Santoni, che anche adesso, a settantatrè anni (oggi, 19 gennaio, il compleanno, auguri), va in bici in gruppo: “La partenza da un bar, in parecchi amici, poi i giovani menano a testa bassa, senza rispetto, e siccome non voglio più tirarmi il collo, noi altri li lasciamo sfogare e andiamo avanti con il nostro passo”.


Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Anni ’20, Anni ’30: con sei Giri d’Italia vinti in quel lasso di tempo (Brunero 3, Camusso, Valetti 2) il ciclismo torinese attraversò un’autentica Golden Era. Quel filone aureo, sviscerato nel tempo da amarcord giornalistici e libri, è rivissuto anche durante...


Giulia è bionda, ha gli occhi grigi, uno sguardo che si direbbe da sognatrice, almeno per quello che si ricava da antiche fotografie, alcune sfumate, altre sgranate, altre ancora appannate, tutte in bianco e nero. Giulia ama il salto in...


Sveglia all’orario deciso da qualcun altro. Co­la­zione a base di qualcosa decisa da qualcun altro. Allenamento con tempi e chilometraggi decisi da qualcun altro. Pranzo con menu deciso da qualcun altro. Massaggi e terapie stabiliti da qualcun altro. Tempo libero...


È il casco più aerodinamico di casa Van Rysel ed è il modello più sfruttato dalla formazione Decathlon CMA CMG,  team supportato anche con le bici e gli occhiali. Il casco RCR-F MIPS sfrutta una aerodinamica ottimizzata, forme aero per eccellenza testate da SWISS...


Nella due giorni festiva di Natale e Santo Stefano, abbiamo avuto il piacere non solo di trascorrere tempo di qualità coi nostri cari al riparo dalle incombenze e dai pensieri degli altri 364 giorni dell'anno, ma anche di gustarci lo...


Si chiude con un bilancio ampiamente positivo la stagione del team MBH Bank Ballan CSB Colpack, che dal punto di vista numerico registra 21 vittorie, 11 secondi posti e 14 terzi posti. Numeri che raccontano in modo chiaro la solidità...


Novità in vista per la stagione 2026 del Team Biesse Carrera Zambelli, che si candida nuovamente a un ruolo da protagonista nell'attività femminile delle due ruote. Nel nuovo anno, infatti, verrà allestita anche una formazione Elite-Under 23 femminile, che si...


L’inverno del ciclocross è denso di appuntamenti di prestigio anche in questi ultimi giorni dell’anno solare 2025, in vista dei Campionati Italiani di San Fior in Veneto e Brugherio in Lombardia nella prima decade di gennaio 2026. In questo contesto,...


Nella stagione 2026 i Campionati Italiani Esordienti e Allievi di ciclismo su strada, maschili e femminili, andranno in scena sulle strade dell'Alto Adige, a Laives. La Federciclismo nazionale ha ufficializzato infatti l’assegnazione dell’importante evento alla Libertas Laives del presidente Paolo...


Domani, nella prova di Coppa del Mondo di Dendermonde, in Belgio, torneranno in scena gli azzurri della categoria juniores, attesi protagonisti su un percorso che tradizionalmente esalta potenza e tecnica. Riflettori puntati sul campione europeo Grigolini, su Elisa Bianchi, su...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024