GATTI & MISFATTI. IL CAMPIONE E IL TIFOSO

GIRO D'ITALIA | 09/05/2024 | 19:00
di Cristiano Gatti

Scene da una partenza, zona bus. Bacia la moglie, si inginocchia in posa per la foto con i due bambini, un maschio e una femmina, poi si accomoda su una sedia tipo regista Fellini, accanto al pullman della squadra. Dall'altra parte della strada, appoggiati alla transenna, i tifosi lo chiamano per l'autografo. Lui si alza, attraversa, firma. Un ragazzo gli urla grazie, lui tornando verso la sedia lo guarda e gentilmente gli risponde: “Prego”.


Questo è Damiano Caruso, campione taglio umano. Un campione che risponde prego al tifoso che lo ringrazia per l'autografo.


Dice l'uomo di mondo: e allora? Dove sta l'impresa? Io non azzardo spiegazioni, semplicemente registro. Aggiungo solo il piacere e lo stupore di scoprire in questi tempi di social e di virtuale, nei tempi dei pierre e delle strategie d'immagine, il dolce ritorno dell'intramontabile valore umano.

Caruso poi si risiede e racconta tra gli starnuti (poveraccio lui) un po' delle sue prime giornate, del suo nuovo ruolo di guida del giovane talento Tiberi. Come non usa più in altri sport e in altri settori dello spettacolo, non ci sono mediazioni, addetti stampa, maggiordomi. Quattro parole tra persone normali. Damiano è senza ombra di dubbio uno dei più maturi e dei più saggi di questo circo, non certo per l'età, troppo comodo spiegarlo con l'età: Damiano è sempre stato così, altro che età. Quanto al Giro, restando nelle cose più o meno tecniche, la sua chiave di lettura mi sembra esemplare: “A Torino ero in fuga, ma non è che gli altri avessero così voglia di insistere. Mi pare che qui siano tutti concentrati a farsi la guerra tra poveri, così intanto quello ci prende tutti a sberle e noi si lotta per le briciole”. Sottoscrivo. Ma non è per questo che lo racconto. Potrebbe dire anche l'opposto di quel che penso, ugualmente Caruso meriterebbe stima e considerazione.

Perchè riportare questi minimalismi? Perchè sono cose da Giro, cose solo al Giro. Là fuori viviamo perennemente connessi, in questo strano villaggio succede di disconnettersi dalla connessione e alzare la testa, riconnettendosi con la realtà più semplice e più vera. C'è Caruso che dice prego ai tifosi, c'è il ragazzino Pellizzari che esprime gioia bambina per la sua prima volta in questo mondo, che i suoi occhi vedono più incantato di Gardaland, c'è il dottor Guardascione che cura gambe nobili eppure tiene a raccontarti con orgoglio come comunque sia da 40 anni medico di base, “2000 pazienti che dovrei lasciare presto per la pensione, ma non so come dirlo”, c'è Fabio Baldato che mi racconta con occhi estatici non del suo Pogacar, ma per una volta degli ulivi che coltiva nella sua terra, e alla fine mi dice “comunque grazie per avermi fatto parlare d'altro”, c'è Roberto Reverberi che maledice la cotoletta nell'albergo torinese perchè non gli ha fatto chiudere occhio tutta la notte, mentre suo padre Bruno lì vicino chiosa a modo suo, “la sera meglio saltare”, c'è Roberto Damiani che tra i bus parcheggiati davanti al cimitero cita “I Sepolcri” di Foscolo, alla faccia di chi blatera del ciclismo gnorante...

Naturalmente si torna poi sempre a parlare di ciclismo, e ci mancherebbe, Pogacar corre sbagliato Pogacar santo subito, con Agostini e Gianetti della Uae imparo qualcosa sui nuovi studi dei telai, se non ho inteso male per stare più avanzati e raggomitolati, con Guercilena sorridiamo finalmente al suo ritorno in carovana, col grande meccanico azzurro Fausto Oppici discutiamo di selle in 3D, con Zazà Zanini si disquisisce dei menù che finalmente può spazzolarsi e di nuove lenti per vedere da vicino, adesso che comincia ad avere un'altra età, con Michele Pallini mani d'oro (in senso buono) riviviamo l'epopea di Nibali, con Martinelli tante altre, tutte le sue, e via così, un incontro dopo l'altro, una chiacchiera dopo l'altra.

Retorica sfacciata e melensa? Niente da fare, non mi piace il genere. E' la realtà di tutti i giorni. E' il contrasto tra la nuova dimensione ipertecnologica dello sport, ormai prossima all'Intelligenza artificiale, e quella immutabile della semplice realtà. Se non suona troppo snob, lo chiamerei l'umanesimo verace del Giro. Un umanesimo smart, un umanesimo pret a porter, per dirla al passo coi tempi. Ma un umanesimo che sopravvive e risalta sempre di più, ancora di più nel mondo che cambia. Fino a quando il Giro sarà questo, resterà qualcosa di diverso da tutto il resto.

Copyright © TBW
COMMENTI
ottimo articolo
9 maggio 2024 22:42 apprendista passista
grazie per questi retroscena molto umani e veri.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Assolo di Riccardo Santamaria al Memorial Giordano Mignolli per dilettanti che oggi si è disputato a San Pietro in Cariano nel Veronese. Il corridore della Ciclistica Rostese si è imposto con 11" di vantaggio sul gruppo regolato da Michele Bicelli...


Sono serviti alcuni minuti dopo la conclusione della gara per avere la certezza della vittoria di Marta Lach nel "primo atto" del  Festival Elsy Jacobs. La polacca della SD Worx Protime, già vincitrice lo scorso anno, è stata protagonista di una...


L'arrivo in salita a Thyon 2000 incorona Lenny Martinez. Il talento francese della Bahrain Victorious regola Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG) e conquista la quarta tappa del Tour de Romandie che stamane ha preso il via da Sion. Terzo...


Sulle strade abruzzesi ancora un successo targato Autozai Contri con Marco Andrea Pierotto che ha messo il sigillo sulla tappa numero 3 del Giro d’Abruzzo Juniores che ha unito Casalincontrada a Cepagatti sulla distanza di 97, 5 chilometri mentre Alessandro...


Risorge con un perfetto colpo di reni Elia Viviani! Dopo un lungo digiuno che durava dal 12 ottobre 2023 (prima tappa del Gree-Tour of Guangxi) il veronese della Lotto torna a far centro nella settima tappa del Presidential Cycling Tour...


È iniziata con segnali incoraggianti e quattro medaglie la Coppa del Mondo di paraciclismo a Ostenda, primo grande evento internazionale del nuovo ciclo paralimpico. La giornata inaugurale del primo maggio, dedicata alle prove a cronometro per le categorie handbike, ha...


Patrick Lefevere nella sua rubrica settimanale Column ha parlato della stagione delle Classiche che si è appena conclusa e ha fatto un bilancio della Soudal-Quick Step, la squadra di cui è stato il numero uno per moltissimi anni. C’è delusione...


Le bici da sogno possono diventare realtà? Sì, il sogno diventa realtà con il programma di personalizzazione Project One messo a punto da Trek. Passo dopo passo avrete modo di personalizzare la bici con componenti all’avanguardia, ma soprattutto potrete attingere da...


Un appuntamento da segnare in agenda, un'occasione da non perdere: giovedì 8 maggio alle 22.30 va in onda “I tre sarti del Re”,  il nuovo docufilm prodotto da Raisport. Dopo quello dedicato ad Ottavio Bottecchia, “El furlan de Fero”, uscito...


Senza ombra di dubbio, Egan Bernal è uno dei campioni più amati del ciclismo e quest’anno lo rivedremo al Giro d’Italia. Non è il favorito, anche se di giorno in giorno potrà migliorare e capire fin dove potrà arrivare. Grazie...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024