Sembra non passare mai la passione e la voglia di pedalare per un gruppo d’amici, magari non molto giovani ma con spirito e passione per le due ruote che si possono tranquillamente definire se non propriamente giovani ma con particolare spirito giovanile sì. E tale passione “abita” e ha la base nella storiche e belle cittadine di Marostica e Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, assai legate – per lunga tradizione – alle due ruote con personaggi ed eventi specifici.
Già nel passato il gruppo di Marostica-Bassano del Grappa, con Gaetano Lunardon quale costante punto di riferimento e in funzione di capitano di strada, un passato (un po’ remoto, in verità) di buon dilettante, con la carta d’identità che registra 72 primavere, comunque ben portate. Suo papà, è comunque sempre in testa a questa sorta di classifica potendo contare 102 anni (centodue, in lettere per essere chiari) primavere e sempre in costante, ottima, forma.
Gaetano è conosciutissimo nel mondo del ciclismo quale ristoratore titolare de “la Rosina”, struttura ultracentenaria che ricorda nel nome Rosina, la mamma di Angelo e nonna di Gaetano, che aprì il primo spaccio alimentare all’epoca del primo conflitto mondiale. È stato anche il curatore responsabile dell’alimentazione della squadre azzurre, per diversi anni, maturando una stretta e duratura amicizia con Alfredo Martini. La Rosina è una struttura polivalente, accogliente, nella località di Valle San Floriano, in splendida posizione panoramica sulle colline, con pregiati uliveti e vigneti, che fanno da corona a Marostica e a Bassano del Grappa. Una salita entrata nel novero delle “salite sacre” del ciclismo proposta in varie edizioni d’eventi ciclistici di primissimo piano e “palestra” abituale per i numerosissimi ciclo praticanti di molteplice estrazione di quella parte del Veneto. È assurta al rango di “salita sacra” del ciclismo non tanto per l’altimetria, del resto assai abbordabile da entrambi i versanti, ma anche per la chiesetta patrona dei ciclisti, con annesso notevole museo d’intonazione locale, voluta da Gaetano Lunardon e realizzata con il coinvolgimento di varie realtà pubbliche e private, meta di costanti visite.
È uno dei molteplici raid del gruppo di Marostica-Bassano che hanno sempre, in prospettiva ed evidenza finalità benefiche, che hanno interessato il Sud America e pure l’Africa con l’esperienza raccolta nel libro “Il sogno di Nenette”, la meta in Senegal di un articolato, complesso, e partecipato raid partito da Bassano del Grappa con meta Nenette, sperduto villaggio nella savana senegalese dove opera una struttura umanitaria sostenuta dalle due cittadine vicentine.
Sono passati più di dieci anni da quella grande esperienza e il nucleo del gruppo, questa volta, ha assai ridotto le distanze – anche perché gli anni che passano si fanno sentire nelle gambe dei pedalatori – ma lo spirito, il gusto di pedalare in armonia e amicizia (debitamente surrogati dall’alimentazione di tipologia veneta locale per il pranzo frugale, dicono…) per visitare luoghi e territori attrattivi per poi gustare, la sera, le specialità del territorio visitato. E sul finire dell’estate la meta di quest’anno è stata la Sicilia con le sue eccellenze ambientali, paesaggistiche, architettoniche e, ultima ma non ultima, la sapida cucina gustata la sera.
Gli allegati qui proposti rimandano tratti e momenti salienti del raid sempre permeato dal clima d’amicizia competitiva con l’incrociarsi di battute, atmosfere e situazioni che richiamano alla mente certe situazioni rappresentate nella serie di film “Amici miei”.
E anche il “patto della Quaresima”, sorta di codice di comportamento interno morigerato per quanto riguarda gli additivi liquidi, riassunto nel logo con la colomba della pace, ha visto il susseguirsi di varie infrazioni, motivo di rimbrotti e “j’accuse” reciproci, senza distinzione fra pedalatori e quelli dedicati alla delicata gestione logistica del raid, multi-task fra dispensa, guida del mezzo d’appoggio e altro.
“Chi è senza peccato scagli la prima pietra” ma, in questo raid, solo battute verbali anche quando il fiato era corto per lo sforzo di pedalare.
Un’esperienza positiva per esprimere la propria passione per le due ruote, l’amicizia e le finalità ultime di solidarietà che avranno, in tale ambito, nuove prospettive in progetti vagheggiati.
Un ricordo che li riscalda, considerando l’attuale stagione, quando si ritrovano in compagnia in questo periodo freddo, sia alla Rosina, sia nel locale di “Apo” – al secolo Roberto Ambrosi -, oste, cantautore, cantastorie, nella magnifica piazza di Marostica, appassionato delle due ruote.
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