L'ORA DEL PASTO. TRA I "FRANCO-TIRATORI" C'E' ANCHE UNA COMPARSA...

NEWS | 07/02/2023 | 08:12
di Marco Pastonesi

Tour de France 1970, terza tappa, prima semitappa, cronosquadre ad Angers, 10 chilometri e 800 metri. Alfredo Martini ai suoi della Ferretti: “Cambi regolari e a tutta”. Loris Vignolini, professione gregario, fece la prima tirata e dette il primo cambio, poi si mise in ultima posizione. E lì rimase. “I miei compagni – i fratelli Pettersson, Van Vlierberghe, Beghetto e Tumellero - andavano così forte che tenere la loro ruota era il massimo che potessi fare”. Vignolini dice di essere stato “una comparsa”: “C’erano i fenomeni, come Merckx. C’erano i campioni, come Gimondi, Motta, Bitossi... C’erano i gregari. E c’erano le comparse”. Tre anni da dilettate, due da professionista, più mezzo da individuale, Loris smise di correre a neanche 25 anni.


Eppure ne ha da raccontare. Toscano (“Toscanaccio”) di Quarrata (“Tizzana di Quarrata”), papà carrozziere di carri (“Carraio”), mamma casalinga (“Come tutte le mamme, a quel tempo”), quarto con due fratelli e una sorella (“Tra il maggiore e il minore, cioè, io, passavano 21 anni, una generazione”), nessuna eredità ciclistica (“Neanche un nonno, uno zio, un cugino, nessun ciclista in famiglia”), quinta elementare (“Poi a lavorare”), Vignolini si scoprì corridore con gli amici: “Quando si facevano le girate, non che fossi un fenomeno e neanche un campione, ma si vedeva che pedalavo meglio degli altri. Nel 1965, a 17 anni, le prime cinque o sei corse. Ne vinsi una, in volata, proprio nel mio paese, con una bici prestata da un amico, due o tre misure più grande di quanto mi spettasse. E quella bici, una Bianchi, il mio amico la conserva ancora come se fosse una reliquia”.


Ha da raccontare la gioia della vittoria (“Una il primo anno da dilettante, con la Ucip Jolo Sant’Andrea, cinque il secondo anno e 10 il terzo, con la Bottegone”), la felicità della vittoria in solitudine (“Come nel Gran premio La Torre, un circuito intorno a Fucecchio, nel 1969”) e l’ebbrezza di quella in volata (“Come nella Coppa Fiera di Mercatale Valdarno, nel 1969”), l’amicizia e la rivalità con Fabrizio Fabbri (“A Quarrata eravamo, con le dovute proporzioni, come Coppi e Bartali, ma nella vita siamo sempre stati amici”), culminata nel Gran premio Carteuropa a Lucca (“Staccammo tutti, io e Fabrizio, arrivammo soli, insieme, a braccia alzate, però lui primo e io secondo”). Ha da raccontare soprattutto quel Tour de France del 1970: “In squadra c’era un gran concorrenza, saltai la Tirreno-Adriatico perché la vigilia presi l’influenza, gli altri partivano per la corsa e io tornavo a casa in treno, poi saltai il Giro perché avevo saltato la Tirreno-Adriatico, poi però partecipai al Tour. Carletto Chiappano predisse che i primi quattro o cinque giorni mi avrebbero lasciato a cuocere e che poi sarei tornato a casa. Martini, con i suoi modi educati, ci sgridava: ‘Non vi voglio vedere in fondo!’. Ma non era mica facile, dopo un’ora a limare, in quei 50 centimetri di spazio tra una bici e l’altra, si scivolava in coda al gruppo. La sesta tappa caddi sotto la pioggia e sbattei la testa, arrivai al traguardo, in albergo fu chiamato il medico della carovana, lui parlava francese, noi no, mi prescrisse delle pasticche, erano aspirina ma io non lo sapevo, l’allergia mi gonfiò la faccia e mi bloccò la respirazione. Il giorno dopo, la settima tappa, non divisa ma raddoppiata in altre due semitappe, pronti-via a 50 all’ora, mi staccai, non rientrai, scesi dalla bici e salii sul camion-scopa con Vittorio Marcelli”.

Ha da raccontare dell’ammiraglia: “Non sognavo di vincere, mi sembrava troppo, a me bastava sognare di partecipare. Come alla Milano-Sanremo 1970. Quel giorno piovigginava e faceva freddo, ai piedi del Turchino ero mezzo congelato, scesi dalla bici e salii sull’ammiraglia”. Ha da raccontare dei capitani: “Giro del Lazio 1970, Gosta Pettersson forò, io e i miei compagni ci fermammo ad aspettarlo per facilitargli il rientro in gruppo. Ma se riuscimmo a rientrare, fu solo grazie a lui, noi non ce l’avremmo mai fatta”. Ha da raccontare dei campioni: “Trofeo Laigueglia 1970, alla partenza mi sembrava di sognare a occhi aperti. C’era Jacques Anquetil, i capelli con l’onda. C’era Ferdinand Bracke, i capelli già imbiancati. C’era Rudi Altig, i muscoli a fior di pelle. Fino a quel giorno li avevo visti solo in tv”. Ha da raccontare dei circuiti a ingaggio: “Lo stipendio era di 150mila lire per 10 mesi, il compenso per ogni circuito era di 50mila lire. Facevano molto comodo. E non bisognava tirarsi il collo. Tanto, a vincere, toccava ai campioni, non a noi comparse”.

Loris Vignolini è uno dei “Franco tiratori”: oggi, alle 18, nella sala Francini di piazza Vittorio Veneto, a Casalguidi, a raccontare storie e avventure per ricordare Franco Ballerini a 13 anni dalla morte. Ingresso libero.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Nuovo arrivo in casa del Team Picnic PostNL: il giovane francese Alexy Faure-Prost ha infatti firmato un contratto annuale per correre nella formazione olandese. Faure-Prost è approdato alla categoria Under 23 nel 2023, disputando una stagione eccezionale. A suo agio...


La NSN Cycling Team ha presentato la maglia che i suoi corridori indosseranno nella prossima stagione. Si tratta, si legge nel messaggio social che accompagna il filmato che vi proponiamo, di una maglia ispirata alla città natale di NSN, Barcellona....


Per la prima volta nella storia, donne e uomini affronteranno la Parigi-Roubaix nella stessa giornata: l'appuntamento è fissato per domenica 12 aprile 2026. E saranno gli uomini a gareggiare per primi seguiti dalle donne, come già accade per esempio al...


Lo sappiamo bene, il freddo può diventare insopportabile ma pedalare all’aperto offre ancora troppi benefici! Se cercate qualcosa di veramente clamoroso per trovare un prezioso equilibrio termico quando le temperature precipitano sono certo che l’intimo Bullet Proof di Q36.5 possa decisamente farvi svoltare. ...


Il territorio della provincia campana di Caserta, in tema ciclistico, è terra di viva passione per le due ruote che, nel tempo, si manifesta in molteplici forme. E, in questo quadro, s’inserisce, in primo piano, la città di Maddaloni dove...


L’economia del ciclismo sta cambiando rapidamente e a farne le spese sono le squadre, che sempre più spesso si trovano in difficoltà a causa della mancanza di sponsor. Tom Van Damme, presidente della Federazione Ciclistica belga,  in una conferenza stampa...


È un appuntamento con la tradizione, con la voglia di far festa e soprattutto con il desiderio di fare del bene: la Pedalata dei Babbi Natale 2025 si svolgerà a Roma domenica 21 dicembre 2025, partendo alle 9 dal Colosseo per un...


Un bel sole e una temperatura gradevole per il periodo hanno accolto i più di 300 ciclocrossisti provenienti da tutta Italia (Sardegna inclusa) impegnati nella 4ª edizione del Ciclocross del Tergola, organizzato dalla Sc Vigonza Barbariga a Cadoneghe (PD), tappa...


Il Trofeo Cittadella dello Sport organizzato dalla Asd Montignoso Ciclismo ha festeggiato il decennale con un’edizione che ha visto impegnati circa 90 concorrenti. Tre le partenze della manifestazione con successi assoluti nella prima gara dello junior Fabrizio Matacera, dell’under...


La data di nascita è quella del 1894 quindi il prossimo anno saranno 132 anni di vita e di attività per la Ciclisti Mobilieri Ponsacco che nonostante anche alcuni momenti non facili non molla. Merito del suo presidente Franco Fagnani...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024