L'AUTORETE DI NOSTRA SIGNORA DEL CICLISMO

POLITICA | 16/01/2022 | 12:38
di Pier Augusto Stagi

L’argomento è di assoluta importanza e al contempo di grandissima delicatezza. Porto profondo rispetto per la nostra mamma, l’Unione Ciclistica Internazionale, così come per il Segretario Generale la signora del ciclismo Amina Lanaya. Capisco anche che la sua esternazione abbia finalità buone, propositive, di visione per uno sport – il nostro – che non si può più permettere scandali di nessun genere, ma qui sta il punto.


Come un fulmine a ciel sereno, ecco che la signora Amina Lanaya non getta solo un sasso nello stagno, ma fa cadere un’intera diga. Lo sappiamo bene, non dobbiamo mai scordarlo, il ciclismo ha passato stagioni drammatiche negli Anni Novanta. Era in un ciclismo “fai da te”, dove quasi la totalità dei corridori faceva quel che faceva. Quel ciclismo è stato segnato da due momenti catartici: Madonna di Campiglio di Marco Pantani (noi italiani ci portiamo ancora oggi dietro quel dramma, quella tragedia, quella disgrazia e la stiamo pagando con una crisi profonda e tangibile in irrisori investimenti nel nostro sport) e nel caso Armstrong che ha travolto tutto e tutti, UCI compresa: è bene ricordarlo.


Stiamo vivendo da tre anni un ciclismo di rara bellezza, di grande spettacolarità, con atleti che non contano le pedalate, che non si affidano solo ai numeri dei misuratori di potenza, ma liberano il loro istinto e la loro fantasia in qualsiasi momento, rendendo il nostro sport bello, piacevole e attrattivo come non capitava da tempo. In questo contesto va collocata la sortita del direttore generale. In questo scenario vanno inserite le parole pesanti come pietre della Signora Amina Lanaya.

Ombre che tornano, anche se francamente, in questi ultimi anni, a livello di doping la situazione pare essere di molto migliorata. In questi anni è stato fatto molto per debellare questa piaga, per scovare i bari, per controllarli e reprimerli. Molto hanno fatto gli staff medici dei team di prima e seconda serie, ma in questa intervista rilasciata al quotidiano bretone “Ouest France”, Lanaya non solo apre ad una riflessione, ma riapre un caso, per non dire una ferita mai veramente rimarginata. «Di questi tempi, tutto passa attraverso l’intelligence, l’investigazione, la collaborazione con la Polizia – si legge sul quotidiano transalpino -. Non credo che i controlli antidoping siano il principale strumento di lotta contro chi vuole imbrogliare. Io privilegerei l’intelligence e l’attività di investigazione. Sto per dire una cosa estrema forse, ma io credo che ci sia la necessità di infiltrarsi. In gruppo, nelle squadre. E valutare la possibilità di pagare gli informatori. Giuridicamente possibile? Questo è da vedere, ma è il solo modo di riuscirci e potrebbe avere un effetto dissuasivo».

Parole che allarmano, che puntano l’indice su uno sport che in questi anni – almeno all’apparenza – ha recuperato una buona fetta di credibilità. Adesso questa sortita, un grido di allarme, che sta quasi a dire e ad ammettere che non è tutto oro quello che luce, che la situazione è drammatica, che qualcosa va fatto! Mette in guardia tutti, ma mette il dito nella piaga, con tanto di sale. La domanda che mi pongo è: perché? Perché dire che c’è bisogno di delatori, infiltrati o informatori? Fatelo, senza dirlo, senza comunicarlo. Volete combattere il doping? Fatelo, con tutti i mezzi a vostra disposizione e come meglio si ritiene farlo, ma comunicare al mondo intero che nel ciclismo di oggi per combattere i bari c’è bisogno di un intelligenze è perlomeno un gravissimo errore comunicativo.

Con questa uscita è probabile che si volesse mettere in guardia l’ambiente, il risultato però è un altro: ora il mondo tornerà a guardarci con sguardo sinistro. Non sono io a dirlo, ma le parole del nostro Segretario Generale, Nostra Signora del ciclismo.

 

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COMMENTI
la realtà
16 gennaio 2022 14:31 
ascoltiamo nostra signora, abbiamo tanto da imparare!

Paradossale
16 gennaio 2022 15:30 
Se prima di infiltrare gli informatori lo sbandierano ai 4 venti,non credo che la manovra possa avere molto successo.

Parole al vento
16 gennaio 2022 17:24 
Ha detto che faranno solo per spaventare con la speranza che ci sia più timore.come sempre finchè la barca va..........

Ciclismo masochista
16 gennaio 2022 19:10 
Adesso ci manca l'agente infiltrato come se il ciclismo fosse una comunità di malviventi.Già questo sport,al contrario di altri benchè pur essi inficiati dalla malapianta del doping,ha sofferto bliz,manette e lo stigma di sport dopato.Già i corridori sono gli unici atleti a dare la reperibilità h24,siamo sicuri che il cosiddetto agente infiltrato non porti ulteriori complicazioni al già complicato mondo del ciclismo?Nell'immaginario collettivo il ciclismo non passerebbe come una comunità di delinquenti? Ma chi ha portato questa signora ad una carica cosi' apicale? Ma per favore....

Un "SEMPLICE" avvertimento....
16 gennaio 2022 21:52 
Può essere un semplice avvertimento, prima che cadono tutte le più belle "stelline"......

@insalita
17 gennaio 2022 18:49 
Concordo con la tua analisi. Sarebbe stupendo far piazza pulita totale.

Vuol dire
18 gennaio 2022 21:46 
Tirare ancora più giù il ciclismo nella melma del sospetto.
Non lo seguirebbe più nessuno.
Sarebbe la pecora nera degli sport

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