NUOVE NORME SULLA SICUREZZA, KWIATO PARTE CON LE CRITICHE E FROOME...

PROFESSIONISTI | 06/02/2021 | 07:59
di Francesca Monzone

L’UCI cambia le regole sulla sicurezza e inasprisce le misure che saranno in vigore già dal prossimo lunedì, altre saranno valide dal 1° aprile e infine altre ancora e diverranno operative nei restanti mesi dell’anno. L’Unione Ciclistica Internazionale, dopo gli incontri che c’erano stati nei mesi scorsi tra rappresentanti dei corridori e organizzatori delle corse e CPA, ha lavorato su nuovi protocolli legati alla sicurezza in corsa: entriamo nel dettaglio delle nuove norme. 


Tra le novità ci sarà quella dell’Event Safety Manager, ovvero un responsabile della sicurezza, ma ci saranno anche regole più severe nei confronti di quei corridori che si comporteranno in modo pericoloso in gruppo.


L'UCI stabilirà delle linee guida e istituirà un sistema di certificazione, in modo che sia più facile per gli organizzatori identificare un responsabile della sicurezza per quella determinata gara. Inoltre ci sarà un monitoraggio importante sulle barriere stradali, con l’obbligo di migliorare l'indicazione degli ostacoli lungo il percorso.

In attesa delle prossime volate di gruppo, ci saranno nuove regole speciali per le barriere posizionate negli ultimi chilometri di gara. Tuttavia d’ora in poi, l'UCI guarderà con più attenzione al comportamento pericoloso in gruppo. Ci saranno anche regole che stabiliranno come e dove i corridori potranno gettare le borracce e altri rifiuti sul percorso, ma anche un controllo su posizioni pericolose in bici, in particolare nei tratti in discesa. Ad esempio sarà prima richiamato e poi sanzionato quel ciclista che che in corsa verrà trovato seduto sul tubo orizzontale della bici, il cosiddetto super tuck.

Norme più severe ci saranno anche per i motociclisti, automobilisti e piloti di elicotteri televisivi che, facendo parte della carovana della corsa, non potranno essere esonerati dal rispettare regolamenti impegnativi. Tutti i corridori e i dirigenti così come gli organizzatori, saranno informati sull’entrata in vigore delle nuove regole, con date e protocolli da seguire, così come delle sanzioni applicate.

Regolamento approvato e critiche dal gruppo subito arrivate. A firmarle Michal Kwiatkowski, protagonista della fuga di ieri all’Etoile de Besseges: lanciato in discesa sulle ruote di Wedellens, che poi ha vinto, il polacco della Ineos è uscito di strada in discesa a causa di una chiazza d’olio sull’asfalto.

«Per favore, chiedo all’Unione Ciclistica Internazionale di pensare  ai rischi reali, come la benzina che c’era sulla strada. C'è così tanto da fare in termini di sicurezza e organizzazione in bicicletta...» ha twitttato il polacco riferendosi alla norma che prevede ammozioni prima e sanzioni poi per i corridori che si siederanno sul tubo orizzontale in discesa.

E sempre su twitter si è lasciato andare ad un commento ironico anche Chris Froome: «Adesso diranno che non si potrà più fissare sempre lo sguardo sull’attacco del manubrio e pedalare con i gomiti larghi...» ha scritto il britannico della Israel postando un video nel quale attacca a gomiti larhi, in una delle sue classiche posizioni "scomposte".

Credit Foto: @BettiniPhoto

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COMMENTI
le cavolate dell'uci
6 febbraio 2021 10:56 alerossi
chi è caduto in discesa usando quella posizione? nessuno. però in volata mettono una rotonda a 400m dall'arrivo con le transenne negli ultimi 50m. kwiato ha perfettamente ragione

Safety manager ? ma cosa fa e chi è?
6 febbraio 2021 17:09 Fuga da lontano
il "safety manager" deve essere persona competente, lungimirante (che vede i pericoli con molto anticipo) e non un semplice custode dei regolamenti per proteggersi dai risvolti legali o dalle critiche dell'ambiente.
Nella Moto GP (ovviamente un circuito non è una gara in linea di 200 km) i responsabili della sicurezza dei piloti sono gli ex campioni del mondo Franco Uncini e Loris Capirossi che fanno da garanti della sicurezza dei piloti e degli interessi degli organizzatori in una sinergia unica.
Avere lungimiranza dal mio punto di vista significa che non basta apporre cartelli stradali o indicare le aree dove gettare le borracce o vietare qualche posizione del ciclista in discesa (Casartelli o Weytland sono caduti non per la postura che avevano in bicicletta e sono deceduti, purtroppo, per il fatale impatto contro oggetti solidi) per tutelare l'integrità degli atleti.
La tutela deve partire dalla consapevolezza che le velocità dei ciclisti sono incrementate (materiali, aerodinamicità, potenze degli atleti…) e molte strade sono le stesse da almeno 50 anni (prive di protezioni, strette, difficili) e se non si possono riempire di reti, air-fence o altri sistemi di sicurezza tutte le zone potenzialmente pericolose si deve proteggere il ciclista direttamente sul suo corpo come accadde con l’introduzione del casco obbligatorio che fu l’ultima azione significativa di salvaguardia degli atleti (gli sciatori e i motociclisti insegnano).
Hanno ragione Kwiato e Froome non è che vincolando la posizione dell’atleta a posizioni ben precise risolvi i problemi della sicurezza, anzi, paradossalmente, stai trasferendo su di loro la responsabilità degli infortuni ( e se cado perché levo le mani dal manubrio per bere dalla borraccia cosa succede ? e le aree di rifornimento hanno ancora senso con tutti i problemi di incrocio tra gli atleti con le pericolose sacchette porta cibo?)
Ma l’ACP cosa dice?

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