L'ORA DEL PASTO. CENTO ANNI DI MAGNI FIORENZO

STORIA | 07/12/2020 | 08:10
di Marco Pastonesi

Monza. Via Cavallotti. La sua concessionaria. Il suo ufficio. Carte, documenti, faldoni, ma anche coppe, targhe, trofei. E fotografie incorniciate. Non mi mostrò quella in cui, stringendo una bindella, alleviava il dolore di una clavicola fratturata mentre cronoscalava il Santuario di San Luca. Mi indicò invece una prima pagina della “Gazzetta dello Sport”. Quel lunedì celebrava il trionfo finale al Giro d’Italia (primo, lui) e la conquista dello scudetto (primo, il Milan). A parte un box per il Milan e il calcio, tutta la vetrina era dedicata a lui e al ciclismo. Vero che il Milan si era già guadagnato il successo prima dell’ultima giornata, ma ancora più vero che il ciclismo, allora, rappresentava (e interpretava, e significava, e trascinava, e illuminava, e valorizzava) l’Italia. A forza di gambe e polmoni, dunque di sacrificio e coraggio.


Fiorenzo Magni, o piuttosto Magni Fiorenzo, come si diceva allora, prima il cognome, con quella solennità da atti ufficiali, anche per distinguerlo da altri Magni – Oreste, Secondo, Vittorio... – meno magni di lui. Oggi avrebbe compiuto cento anni. Non ci andò tanto lontano: ne aveva quasi 92 quando, stupendo ancora una volta tutti, si staccò il dorsale, anche lui ossidabile, vulnerabile, mortale. Sopravvissuto a Coppi e a Bartali, al ciclismo degli sponsor (che lui aveva inventato) e a quello del doping (che lui aveva combattuto), Magni Fiorenzo, corridore ciclista, e poi tutto nel ciclismo e molto nella vita, non sembrava arrivato, ma ripartito: un nuovo giro, un nuovo tour, una nuova vuelta, una nuova sfida, chissà.


Quel giorno, a Monza, in via Cavallotti, prima di rispondere alle mie domande, Magni Fiorenzo – continuo a chiamarlo, almeno per oggi, come facevano i suoi antichi colleghi a pedali –, spacciandoli per saluti, mi rammentò la gerarchia. Il direttore, Candido Cannavò. Il caposervizio, Angelo Zomegnan. I vecchi Rota e Ratti, i giovani Bergonzi e Minoliti. E Negri, Rino. Tutti bravi, tutti amici. Ma a ciascuno di loro riservava un personalissimo giudizio attraverso sottili sfumature nello sguardo, nella voce, nella fronte, nei sospiri, perfino nelle pause e nei silenzi. Mi osservava, mi studiava, mi misurava. Non mi conosceva, però mi aveva letto, e se lo diceva, era vero, non mentiva, né per convenienza né per piaggeria, non ne aveva bisogno. Anche in quel caso, e senza la necessità di ricordarmelo, esistevano chiare gerarchie. Magni Fiorenzo, il Leone delle Fiandre, lui.

Magnetico e magnifico, Magni incuteva timore, attirava rispetto, dettava legge. Perfino uno come Renzo Zanazzi, corridore ciclista, proletario di origine, socialista di fede, partigiano di guerra, anarchico di indole, rivoluzionario di pelle, scattava sull’attenti. Gli era stato gregario alla Ganna nel 1952, completando un trittico stratosferico (gregario anche di Bartali alla Legnano e di Coppi in nazionale al Tour). E da quel giorno, ogni volta che Magni Fiorenzo alzava il telefono, lui si presentava, puntuale e profumato, fosse per una riunione degli Azzurri d’Italia o una staffetta ciclistica dal Ghisallo a Roma con la fiaccola del Giubileo o un appuntamento proprio al Museo del ciclismo al Ghisallo. Così pure Ernesto Colnago, che fin da ragazzo aveva imparato a fare da sé cioè per tre, mettendosi in proprio, architettando invenzioni, scolpendo gioielli, impartendo ordini per ricevere ordinazioni, moltiplicandosi piuttosto che dividendosi, si faceva in quattro per sostenere le iniziative che il suo storico eroe, maestro, mentore gli lanciava come se fossero crociate. Ghisallo compreso.

Fu, quella del Museo del ciclismo al Ghisallo, l’ultima impresa di Magni Fiorenzo. Gigantesca, titanica, perfino tellurica. Magnitudo 10. La montagna andò da Magni, e Magni alla montagna. Con tutte le complicazioni di quel meraviglioso viavai, fuori dal comune, ma anche fuori mano. Perché se fosse stato dentro il Comune, se non di Milano, almeno di Monza, sarebbe stato tutto più semplice. Ma anche più banale.

Magni Fiorenzo è stato un Fiorenzo Magno. Ci ha lasciato tanto, tantissimo, fin troppo. All’ultimo chilometro, con diligente tempismo si dedicò a un’opera magna, quasi omnia, delegando l’impegno ad Auro Bulbarelli: “Magni il terzo uomo” (RaiEri, 416 pagine, 29 euro e quasi 2 kg). Ma chissà quanto altro ci sarebbe ancora da scavare e recuperare. A cominciare dall’orazione funebre di Alfredo Martini nel Duomo di Monza. Quel giorno perfino a Dio vennero i brividi.

Copyright © TBW
COMMENTI
Pastonesi re dei giornalisti
7 dicembre 2020 19:03 froome
Per me Pastonesi sarebbe l'ideale successore di Zavoli per "Il processo alla tappa"

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Matteo Jorgenson resterà con la Team Visma - Lease a Bike almeno fino al 2029, lo ha comunicato con grande entusiasmo la sua squadra in queste ore, sfruttando la settimana che segna l’inizio del Tour de France. Il due volte...


Da una parte abbiamo la Grail, un fast gravel dotata di geometria Gravel Pro,  dall'altra abbiamo ora la nuova GRIZL, la gravel bike che può affrontare qualsiasi avventura, un ultimo innesto che rende davvero completa la gamma gravel di Canyon. per proseguire...


Lille ospiterà la Grand Depart della corsa più grande del mondo il 5 luglio, quando il gruppo affronterà una tappa pianeggiante al termine della quale i velocisti dovrebbero essere sotto i riflettori. Sarà solo l'inizio di quella che potrebbe essere...


Il Team XDS Astana è pronto per continuare la sua grande stagione affrontando la corsa più importante del mondo: il Tour de France. Stamane l'ufficializzazione della formazione per la Grande Boucle che comprende gli italiani Davide Ballerini e Simone Velasco,...


Tra i tanti che domenica hanno seguito i campionati italiani di ciclismo su strada anche Claudio Chiappucci, il varesino che è salito sul podio del Giro d’Italia e del Tour de France e che incantava il pubblico quando scattava in...


È uno degli appuntamenti più attesi dell'estate bresciana e della stagione ciclistica: il Gp Città di Brescia è una delle più belle gare in notturna del mondo, si disputa nel cuore della città su un percorso esigente e spettacolare e...


Straordinario successo per l’edizione 2025 dell’Enjoy Stelvio Valtellina – Passo Spluga Bike Day|FreiPass che ha visto oltre 7.500 passaggi di ciclisti e pedoni provenienti da entrambi i versanti, da Campodolcino per il versante Italiano e da Splugen per il versante...


L’accensione dei motori del Giro d’Italia Women è prevista sabato 5 luglio presso lo Smart District ChorusLife, sede anche del Quartier Tappa di RCS Sport and Events, che ospiterà la presentazione delle squadre al via della 36esima edizione....


Châteauroux, cittadina francese capoluogo dell’Indre dove domenica 13 luglio si concluderà la nona tappa del Tour de France 2025, cambia nome. No, non è uno scherzo ma l’iniziativa che il sindaco e l’Amministrazione comunale della cittadina al centro dell’Esagono hanno...


Obiettivo Tricolore, la grande staffetta paralimpica ideata da Alex Zanardi nel 2020 per riunire l'Italia dopo il lockdown, è pronta a ripartire per una nuova grande sfida, dopo un anno di stop dovuto agli impegni di Parigi 2024 per alcuni atleti del...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024