
A volte ritornano. La novità del 2020 riguarda il ritorno degli stranieri in Italia nelle formazioni della categoria Juniores. Ci eravamo lasciati a fine anni Novanta con la FCI che aveva chiuso le frontiere concentrando tutta l'attenzione del movimento sui giovani di bandiera esclusivamente italiana. Stop quindi agli sbarchi oltre frontiera che per alcuni, all'epoca dei fatti, risultava come una attività controprduecente per i nostri ragazzi anzichè invece un confronto con delle realtà nuove e di una diversa cultura. Dopo aver avuto l'avvallo dal Consiglio Federale Ruggero Cazzaniga, presidente del Struttura Tecnica strada e pista, si è dunque prodigato per riaprire le porte. Una presa di posizione che si è potuta realizzare anche per l'approvazione di tecnici e squadre della categoria Juniores.
"E' una questione che sostengo e porto avanti da anni, quella di tornare ad aprire questo mercato che era stato chiuso spiega Ruggero Cazzaniga presidente del Struttura Tecnica strada e pista della Federazione Ciclistica Italiana -. Come tutti i regolamenti ci saranno naturalmente delle restrizioni e dei punti precisi da rispettare. Per capirci meglio, non sarà come accadeva una volta, dove tutto e tutti agivano al di fuori delle regole sbattendo a destra e a sinistra atleti extra comunicati, sfruttandoli per il solo scopo del risultato ad ogni costo. Riportare lo straniero in Italia nelle squadre della categoria Juniores significherà dunque integrarli, farli crescere gestendoli nella maniera giusta e non solo sportiva. A trarne vantaggio - continua Cazzaniga - sarà sicuramente tutto il nostro movimento. Mi spiego: tesserare un corridore dell'Est europeo, colombiano, americano o di qualunque altro Paese sarà un incentivo che andrà a rafforzare gli organici delle squadre più deboli sia dal lato della qualità che da quello dei risultati. Insomma, abbiamo pensato di portare nuovo ossigeno in seno al panorama nazionale allaragando i nostri confini e tutelando meglio i giovani italiani".
Il termine della dittatura straniera in Italia risale all'inizio degli anni Duemila, precisamente al 2001. Lunga la lista dei giovani provenienti da ogni nazione che hanno fatto grandi cose sulle strade di casa nostra: per citarne alcuni, lo svizzero Guttinger, l'ucraino Gryshchenko, il russo Kivichev, l'australiano Michael Rogers, i danesi Nielsen e Bojsen, l'altro ucraino Podgornik, fino ai russi della fortissima Vigorplant Gradoussov, Areekev, Goussev, Bespalov e Karimov che allora dominavano la scena.
LE REGOLE. Quali sono dunque le regole da rispettare? Un corridore straniero per squadra, con quest'ultima che dovrà avere non meno di 8 atleti italiani. In questo modo ci sarà la possibilità di tesserare qualche ragazzo in più rispetto a quanto invece accadava negli ultimi anni, quando molti ragazzi erano costretti ad abbandonare l'attività. Quanto alle gare, ogni team potrà schierare lo straniero affiancato da cinque corridori italiani per un totale di sei partenti.
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