Altro giorno passato in rosa per Richard Carapaz, al coperto e con i suoi compagni di squadra nella pancia del gruppo. Verona si avvicina ma l’ecuadoriano continua a mantenere la classica calma latina. La Canyon ha realizzato per lui una bicicletta rosa per il suo compleanno di ieri, bici che a questo punto spera di non cambiare più: «Sono tranquillo, sono nel meglio della mia forma, la squadra mi supporta, adesso arriva di nuovo l’alta montagna . Domani è un’altra giornata dura e cercheremo di difenderci nella miglior maniera. Non sarà facile, ma non lo sarà nemmeno per i miei avversari. E dalla mia parte ho una grande squadra».
Il suo Paese, l’Ecuador, è in fermento ormai da una settimana: «Tutti si sono attrezzati per seguire il Giro, tutto il Paese è paralizzato per supportarmi e spero di regalare loro una bella gioia».
Con Mikel Landa non c’è nessun attrito, nonostante fosse il basco inizialmente il capitano: «Tutti eravamo arrivati con entusiasmo, puntavamo a vincere, e io pensavo di far bene. Ho rispettato la gerarchia della squadra. Landa era il leader, io mi sono sempre tenuto davanti e ora sono qua. Mikel mi appoggia al meglio, è un grande amico».
Per quanto riguarda i rivali, la Maglia Rosa non sottovaluta nessuno: «Roglic è ancora un gran rivale e ha la crono finale dalla sua parte. Per Nibali parla il suo palmares e fino alla fine non lo si può certo dare già per sconfitto».
Infine, una battuta sul suo futuro: «Ora non ci penso, preferisco pensare al Giro e vedere come finirà. Poi guarderò le offerte, se la squadra mi chiede di rimanere rimango, altrimenti andrò via».
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